Biblioteca digitale (intervista) RAI Educational

Giovanni Cesareo

Roma, 21-02-1997

"Lo strabismo telematico"

SOMMARIO:

  • L'eccessiva fiducia nel progresso tecnologico ha avuto come prima conseguenza negativa la convinzione che date nuove tecnologie queste si sarebbero sviluppate sicuramente nel migliore dei modi (1).
  • Questa tendenza si è poi evidentemente manifestata quando si è pensato di poter trasferire all'intera società alcune previsioni fatte per l'economia aziendale (2).
  • A proposito delle nuove opportunità di lavoro offerte dalle nuove tecnologie non si può certamente prevedere, sulla base di un'inferenza forzata, che necessariamente l'uso dei computer garantirà lavoro a più persone (3).
  • Il telelavoro rappresenta, oltre che un vantaggio per molti lavoratori, anche un rischio che la sfera della vita privata e dell'ambiente familiare sia invasa con prepotenza da quella del lavoro (4).
  • Inoltre lavorando a casa il telelavoratore non ha alcuna garanzia di tutela dei suoi diritti e della sua salute (5).
  • Tra le profezie che non si sono avverate negli ultimi trenta anni della società della comunicazione quella più infondata fino ad ora si è rivelata quella di una democrazia garantita dai nuovi media (6).

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INTERVISTA:

Domanda 1
La sua ultima ricerca prende il nome de "Lo strabismo telematico". A chi si può maggiormente attribuire questo strabismo nella valutazione degli aspetti positivi e di quelli negativi della società dell'informazione?

Risposta
Generalmente si tratta anche di un fatto ideologico: si pensa sempre che quando esiste una tecnologia, quest'ultima verrà usata e, di conseguenza, produrrà alcuni effetti. Questa consequenzialità è assolutamente ideologica, perché, poi, nei fatti, molto spesso così non è. Molti studiosi cui credo sia da attribuire la responsabilità, si sono uniformati a questa ideologia e lo hanno fatto in modo particolare, a volte, perché, naturalmente, a coloro i quali producono queste tecnologie, ovviamente, conviene che certe conseguenze siano previste.

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Domanda 2
Una delle maggiori aspettative rispetto alle nuove tecnologie è sempre stata quella di una crescita notevole del progresso economico come conseguenza inevitabile dello sviluppo tecnologico. Rispetto a questo aspetto, quale è stato l'errore di valutazione fondamentale?

Risposta
Uno degli errori fondamentali è stato quello di trasferire all'intera società alcune previsioni che potevano essere pensate per l'economia aziendale: dall'azienda alla società nel suo complesso. Evidentemente, nella società esistono una serie di fattori che concorrono al risultato che nell'azienda non sono presenti.

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Domanda 3
Tra quelle che lei chiama "profezie" rispetto al futuro della comunicazione, risultano molto affascinanti tutte le previsioni relative al mondo del lavoro. Le nuove tecnologie ridurranno davvero l'orario di lavoro sindacale?

Risposta
Anche in questo caso, fare una previsione sicura equivarrebbe a pensare in termini profetici, e, naturalmente, io non sono d'accordo. Bisogna dire che uno dei rischi che si corre è quello che, in realtà, per una parte aumenti il lavoro, e per gli altri aumenti tanto il tempo libero ma in termini di disoccupazione. Questo è uno dei rischi che si prevedono. In realtà, si tratta di applicare quello che la World Future Society, una associazione internazionale dei ricercatori sul futuro, ha sostenuto qualche anno fa: se si vogliono fare delle previsioni bisogna usare il metodo "se-allora". Se, in realtà, si cercherà di equilibrare il tempo di lavoro e il tempo di non lavoro, probabilmente le nuove tecnologie possono aiutare; ma, da questo punto di vista, una determinazione non ci sarà mai.

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Domanda 4
Crede che il telelavoro rappresenti un rischio di perdita di controllo, da parte del telelavoratore, sul suo tempo quotidiano? Il cieco perseguimento della massima efficienza, renderà, chi telelavora, una macchina esecutrice incapace di concedersi delle pause?

Risposta
Io credo che questo sia un rischio molto forte e molto reale, perché, in realtà, con il telelavoro s'intreccia il tempo cosiddetto libero con il tempo di lavoro. Il fatto che si lavori a casa, e si lavori sistemicamente a casa, fa prevedere una conseguenza di questo genere. Naturalmente, finché il telelavoro favorisce il decentramento delle aziende, allora, il discorso è diverso, perché, naturalmente, invece di essere tutti in un ufficio si è in più uffici, ma il luogo di lavoro è separato dal luogo di non lavoro. Per quanto riguarda il lavoro svolto a casa, noi abbiamo già oggi delle immagini, come quella della donna che lavora al computer con il bambino in braccio, che non sono così esaltanti.

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Domanda 5
Dunque crede che il telelavoro si presti, per definizione, ad invadere la sfera privata dell'individuo?

Risposta
Credo che questo sia un problema e, quindi, si porrà in forme nuove. E non è facile dire come lo si possa risolvere. E' certo che, a mio avviso, l'intreccio fra rapporti di lavoro e rapporti familiari, per esempio, crea un problema serio per quanto riguarda la tutela dei diritti dei lavoratori, che sono diritti dei lavoratori in quanto lavoratori. Nel vecchio artigianato o nella piccola e media impresa di oggi - nel nord est del Veneto, per esempio- esiste un intreccio fra rapporti familiari e rapporti di lavoro; la tutela della salute, in questi casi, diventa un problema molto serio.

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Domanda 6
Tra le profezie che non si sono avverate, di cui lei parla analizzando questi trenta anni di società della comunicazione, qual è quella che giudica più infondata?

Risposta
Direi che molte sono infondate. Però, potremmo dire che la profezia più infondata, fino ad ora, è quella della democrazia. Si è dato per scontato che il progresso tecnologico e la rete delle reti, cioè Internet, portasse ad una diffusione dell'uguaglianza, e, quindi, della possibilità di intervento di tutti su tutto. In realtà, questa possibilità, in qualche modo, esiste; ma è vero che esiste anche la tendenza opposta: al controllo di tutto e anche alla sorveglianza. Sono stati scritti dei libri rispetto al problema della sorveglianza. Se, effettivamente, questo problema vogliamo risolverlo verso una determinata direzione, bisogna che lavoriamo perché si avverino certe condizioni.

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