Biblioteca digitale (intervista) RAI Educational

Gianfranco Bettetini

Milano 27/03/98

"Tecnologie della comunicazione e mutamenti della struttura economica e sociale"

SOMMARIO:

  • Gianfranco Bettetini si presenta illustrando alcuni progetti di cui si sta occupando (1).
  • Le trasformazioni sensibili nel caso una digitalizzazione diffusa, per quanto riguarda la televisione, si verificheranno a livello dell'apparecchio ricettore, che raccoglierà immagini provenienti sia dall'interno che dall'esterno attraverso l'intervento dello stesso utente (2).
  • Le nuove tecnologie, per essere utilizzate in modo corretto e positivo dall'utente, devono essere oggetto di una progettualità di ricerca (3).
  • La società che si sta creando attraverso le tecnologie digitali si può chiamare "sintetica" in tre diverse accezioni; la prima sottindende la sintesi di mezzi di comunicazione prima d'ora non interferenti fra di loro; la seconda si riferisce all'accelerazione degli scambi comunicativi; infine, è "sintetica" nel senso della facilità di ricreazione di immagini vicine all'originale (4).
  • L'interattività si può definire come un processo in cui si stabilisce, attraverso le strumentazioni tecnologiche, un rapporto con l'utente "in una specie di simulazione della interazione vera personale"; le nuove tecnologie favoriranno l'interscambio culturale, e solo se si sapranno usare attraverso un progetto potranno essere sfruttate al meglio (5).
  • L'intervistato spiega in cosa consiste il programma 'Socrates' (6).
  • La radio non potrà essere sostituita da altri media poiché essa conserva la possibilità di un'integrazione fantastica da parte dell'utente che altri media, come la televisione, non sono in grado di "offrire" (7).

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INTERVISTA:

Domanda 1
Per iniziare, può illustrarci i progetti a cui sta lavorando?

Risposta
Io sono titolare della cattedra come professore ordinario di "Teoria e tecniche delle Comunicazioni di Massa" presso la facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell'Università Cattolica di Milano, e dirigo, inoltre, l'Istituto di Scienza della Comunicazione e dello Spettacolo e di quella che, per il momento, si chiama ancora Scuola di Specializzazione in Comunicazioni sociali; la scuola prenderà il nome di Scuola di Gestione e Analisi della Comunicazione. Per quanto riguarda i progetti ai quali sto lavorando, nell'area specifica delle nuove tecnologie sto portando a termine un libro per la collana "Strumenti" di Bompiani, assieme a due collaboratrici, sull'ipertesto e sono in previsione altri due libri per il futuro: uno sulle reti e una riedizione di un libro che ho scritto insieme con Fausto Colombo e con altri collaboratori; questo libro ha avuto una grandissima diffusione soprattutto nei corsi di laurea in Scienza della comunicazione e prende il titolo di Nuove tecnologie della comunicazione. Poiché la cattedra che presiedo è "Teoria e tecniche delle comunicazioni di massa" non mi occupo soltanto di nuove tecnologie, ma anche di altri settori inerenti alle comunicazioni di massa tradizionali. Sto pilotando, dirigendo alcune ricerche, in particolare una sulla dimensione interculturale, sulla "dieta mediale": cosa consumano le comunità di stranieri in Milano; un'altra ricerca, già conclusa, è stata svolta sul tema della comunicazione politica, nella quale ho messo a confronto la Lombardia con le altre tre regioni europee più significative, le cosiddette "regioni-motori"; ho svolto ancora una ricerca sulla rappresentazione della morte in televisione e un'altra sull'identità italiana così come emerge dalle reti televisive nazionali. Queste che ho enunciato sono naturalmente le ricerche più importanti.

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Domanda 2
Quali saranno gli sviluppi della televisione del futuro, quali i nuovi modelli proposti e quali tra quelli che si affermeranno?

Risposta
Il problema di fondo riguarda la digitalizzazione di tutto il sistema televisivo. Una digitalizzazione che si unisce a quello che già in parte esiste, in alcuni paesi almeno: ad una costituzione di canali solo nazionali i quali, in funzione dell'emissione digitale, si avranno più possibilità di canali audio, anche con lingue diverse - penso a CNN International, o, per l'Europa, ad EuroNews -. A mio avviso questa è una corsa inarrestabile fondamentalmente. Nello stesso tempo, però, si verificheranno "persistenze" - e non trasformazioni di televisioni - per alcuni anni se non decenni ancora di televisioni cosiddette generaliste, poi di televisioni soprattutto locali, regionali, digitalizzate o non, questo non ha importanza. La trasformazione più sensibile, a mio parere, si verificherà a livello del televisore, dell'apparecchio ricettore, nel caso di una digitalizzazione diffusa, perché non sarà soltanto un apparecchio che raccoglie immagini provenienti dall'esterno ma anche immagini provenienti dall'interno prodotte appositamente dall'utente stesso e attraverso l'integrazione con il computer, l'integrazione con cassette, con compact disc. E' necessario tenere conto soprattutto che il televisore digitale è un computer e quindi il blocco, la "scatola", conterrà le funzioni del computer, le funzioni di pertinenza televisiva e le funzioni, soprattutto, di costruzione di una specie di testo personale derivato dalla combinazione di parti testuali alcune provenienti dall'esterno, ripeto, altre provenienti dall'interno.

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Domanda 3
Qual è il rapporto tra tecnologia e società?

Risposta
Il rapporto tra tecnologia e società è sempre stato un rapporto di reciprocità molto intenso senza voler ricorrere ad alcuna dimensione deterministica. Possiamo dire che l'una incide sull'altra; se questi strumenti tecnologici influenzino o meno la cultura, in realtà sono già parlati dalla cultura così come essi parlano di questa cultura. Le incidenze delle trasformazioni tecnologiche sulla società sono rilevantissime sia da un punto di vista positivo sia da un punto di vista negativo. In una prospettiva positiva le tecnologie restringono gli spazi, accelerano i tempi, possono essere viste come tecnologie che, soprattutto, velocizzano il rapporto comunicativo. In una prospettiva di interpretazione negativa delle nuove tecnologie si corre il rischio della dispersione in una sovrabbondanza di notizie, d'informazioni; se questo processo non è guidato, se la ricerca non è guidata da un progetto molto preciso, da un senso di responsabilità molto determinato, l'utente corre il rischio di frustrazioni dal punto di vista dell'identità e dal punto di vista della "corporeità"; dell'identità, nel senso che queste tecnologie tendono a indebolire le tradizionali identità personali e collettive per andare ad incrementare delle identità trasversali, un po' come ha fatto la televisione nei suoi anni d'esercizio, ma in maniera più marcata ancora. Le identità trasversali sono fantasmatiche, casuali e dipendono spesso dalle dimensioni ansiologiche ed emotive dell'utente. E sono identità manipolabili, che non hanno nulla a che vedere, spesso, con l'identità personale di chi si inserisce nello scambio comunicativo. Per quanto riguarda il corpo, queste tecnologie implicano l'attività corporea dell'utente a livello di tastiera, a livello di mouse, ma nello stesso tempo "fantasmatizzano" i corpi degli utenti stessi, li trasformano in simulacri spesso contrassegnati dalla stessa identità formale.

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Domanda 4
Le nuove tecnologie della comunicazione determinano direttamente dei mutamenti nella struttura economica e sociale?

Risposta
Attraverso l'uso delle nuove tecnologie si va sempre di più verso una società sintetica, sintetica in diverse accezioni; innanzitutto si intende per comunicazione sintetica la velocità, l'accelerazione degli scambi comunicativi. Ma per "sintetica" intendiamo anche la sintesi di apparecchiature diverse che fino a poco tempo fa erano considerate assolutamente non reciprocamente interferenti e che con l'avvento delle nuove tecnologie possono, in realtà, interagire. E, ancora, "sintetica" anche nel senso di ricreazione di immagini, di oggetti fondamentalmente molto vicini all'originale: il sintetico si contrappone al reale o all'oggetto vero, all'oggetto-punto e alla riproduzione dell'oggetto in rapporto alla vecchia riproduzione delle tecnologie tradizionali. Questa società sintetica indubbiamente avrà dei vantaggi al suo interno rispetto a quella attuale nello scambio di informazione e nello scambio dei processi economici, ma comporterà, allo stesso tempo, anche i rischi che la comunicazione si trasformi in un nuovo tipo di potere esercitato soprattutto dai centri d'informatica e dai centri di irradiazione delle notizie.

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Domanda 5
E per quanto riguarda la multimedialità e l'interattività?

Risposta
La multimedialità è il ricorso contemporaneo a più media per condurre a un certo tipo di dialogo. Gli ipertesti possono essere soltanto scritti, con rinvii e con percorsi tra vari testi, o dotati di immagini tanto statiche quanto dinamiche. Per quanto riguarda il suono non si tratta di una novità comportata dalle nuove tecnologie perché già il teatro e il cinema, in fondo, possono essere considerati come multimediali. Il fatto è che le nuove tecnologie si dovrebbero usare con sapienza espressiva molto più marcata. Per quanto riguarda l'interattività, può essere definita come la disponibilità di un sistema elettronico per rispondere alle richieste dell'utente; sono sistemi interattivi tutti quelli che riescono a stabilire un rapporto con l'utente in una specie di simulazione della interazione vera personale, dello scambio a livello conversativo. E allora, mentre nel testo tradizionale - esiste interazione anche nel rapporto con un testo tradizionale sia scritto, sia filmato, sia televisivo- ci troviamo di fronte a uno stato di sapere conservato nel testo e ad un "saper fare", cioè alla distribuzione del sapere nel testo stesso, alle modalità di distribuzione del sapere nel testo, quando abbiamo a che fare con le nuove tecnologie ci si trova di fronte ad un "saper essere", ad un "saper fare" e anche ad un "saper agire": un saper utilizzare tecnicamente queste apparecchiature e soprattutto a saperle utilizzare dal punto di vista creativo e progettuale. Ripeto: le moderne tecnologie dovranno essere utilizzate con intelligenza e non con casualità, altrimenti si può verificare il rischio di uno zapping non pilotato, non diretto da esigenze vere, di carattere culturale, psicologico e anche di carattere emotivo. L'emozione, in fondo, se governata è uno strumento di conoscenza molto importante.

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Domanda 6
Può parlarci del programma 'Socrates'?

Risposta
Il programma 'Socrates' è nato durante l'anno accademico in corso in sostituzione ed ampliamento del programma 'Erasmus'. Il programma Erasmus comporta la possibilità per gli studenti italiani di seguire all'estero alcuni corsi e di ritornare con certe votazioni, e per gli studenti stranieri di venire in Italia. Il 'Socrates' ha aggiunto a tutto questo la possibilità di interscambio fra docenti per determinati periodi di tempo. Il nostro Istituto condivide un programma per 'Scienza della Comunicazione' con tre Università: l'Università francese di Anger, l'Università di Monaco, in Germania e l'Università di Pamplona, in Spagna. Naturalmente, si stabilisce con i nostri corrispondenti quali esami possono valere come sostitutivi di esami del nostro piano di studi e viceversa. Si verificano dei problemi nel momento in cui alcuni esami equipollenti sono qui annuali e nelle altre università semestrali o viceversa; ma con il buon senso e con un accordo generale tali difficoltà si risolvono.

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Domanda 7
La radio, il primo mass media dell'epoca moderna, avrà ancora senso di esistenza quando l'immagine sarà più facilmente trasportabile in ogni ambito?

Risposta
Io penso che la radio continuerà a conservare una sua efficacia e una sua valenza soprattutto a livello regionale e locale, sia perché è un mezzo che sta recuperando notevolmente la sua funzione rispetto alla eclissi che si è verificata con il trionfo della televisione, sia perché la radio consente un tipo di integrazione fantastica da parte dello spettatore, per quanto riguarda l'intrattenimento, l'avanspettacolo, molto più rilevante di quella della televisione o, comunque, dell'immagine accompagnata da audio. In terzo luogo la radio può essere un mezzo molto più rapido dal punto di vista informativo di qualunque altro strumento che necessita di apparecchiature particolari per trasformare in immagini le notizie.

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