INTERVISTA:
Domanda 1
Quali sono le nuove professionalità nate con la diffusione del
digitale?
Risposta
Innanzitutto io direi che la diffusione digitale è appena cominciata.
Oggi si possono definire delle nuove professionalità ma probabilmente
domani si è già superati. Dobbiamo partire dal banale dato di fatto
che i media digitali stanno integrandosi tra loro. Noi tutti abbiamo in
tasca un telefono cellulare che è digitale, usiamo un personal
computer, guardiamo la TV, che spesso è digitale. Se il panorama di
questi mezzi differenti di comunicazione andrà ad integrarsi, non
vorrà dire necessariamente che diventeranno un mezzo unico ma
sicuramente ci saranno delle forti interazioni tra tutti questi nuovi
media. In sostanza nasceranno nuove figure professionali a partire da
questa integrazione con conseguenze per il mercato e per le comunità in
cui viviamo. La televisione è dal punto di vista quantitativo il mezzo
più forte, quindi lì probabilmente nasceranno delle grosse
opportunità di intervento per nuovi professionisti. A partire
dall'animazione, dalla fotografia e dal video digitale, fino al progetto
di interfacce grafiche per la televisione che attualmente è uno
strumento minimamente interattivo, e che quindi necessita di passare
dallo zapping a un utilizzo più simile a quello che è il computer. Il
nostro approccio all' Istituto Europeo di Design, è quello di mettere
il professionista in grado di comprendere problematiche complesse, di
strutturare metodologicamente un prodotto visuale coerente con le
risposte che intende dare a queste problematiche, e quindi è un
approccio progettuale nel vero senso del termine.
Domanda 2
Come si fa a fare formazione in un settore in cui le tecnologie si
rincorrono a questa velocità?
Risposta
Il problema è quello di spostare il centro della formazione dagli
aspetti strettamente tecnici a quelli di linguaggio. Un progetto di
comunicazione visiva significa soprattutto essere in grado di
strutturare un sistema linguistico coerente. Il che vuol dire, per
esempio, che se io sto progettando un sito Web dalla prima all'ultima
pagina, il visitatore, l'utente, deve essere in grado di riconoscere una
coerenza visiva in questo sito e di ricollegare il sito al suo referente
ovvero all'azienda o al servizio di cui sta visitando il sito. Questo
processo si attua anche tramite gli strumenti tradizionali della
grafica, come il colore, le forme, i caratteri piuttosto che con gli
strumenti tipicamente legati al media digitale e alla navigazione, cioè
all'ipertesto e all'interattività. Quindi è evidente che progettando,
per esempio, l'interfaccia grafica di un sito piuttosto che di un Cd-Rom
o di un video gioco, entro pesantemente nel contenuto e di conseguenza
devo essere in grado di strutturare un sistema, un linguaggio coerente
con il contenuto testuale, dello strumento e del prodotto che sto
realizzando.
Domanda 3
La coerenza è l'unico elemento per la codificazione di un linguaggio su
un nuovo mezzo di comunicazione?
Risposta
Non direi. Certamente ci sono anche gli aspetti che possiamo definire di
spettacolarizzazione che aggiungono valore. Da questo punto di vista le
competenze tecniche sono quelle che rinforzano il prodotto ma che al
tempo stesso vanno continuamente aggiornate. Dobbiamo partire da questo
dato di fatto se vogliamo capire come si fa a fare formazione permanente
in questi settori. È noto a tutti che software, hardware e tutto ciò
che ha a che fare con il digitale evolve ad una velocità mai vista,
esponenziale, per cui non è pensabile che le mie competenze tecniche di
oggi saranno valide ancora, non dico tra dieci anni, ma nemmeno tra un
anno o tra pochi mesi probabilmente, a seconda del settore in cui opero.
Viceversa, per quanto riguarda le metodologie e l'approccio al progetto
funziona un criterio di tipo tradizionale, quindi conoscenze culturali,
capacità di capire i contesti, sociali, economici in cui si va ad agire
e ad operare, e poi capacità di adattare il proprio linguaggio a quei
determinati contesti in modo da farsi comprendere e usare nel modo
corretto gli strumenti che vado a progettare e a realizzare.
Domanda 4
Il fatto che sia necessaria una formazione permanente come influisce sul
tipo di lavoro che si compie?
Risposta
Il lavoro tende a diventare flessibile, non esiste più la
figura del lavoratore che fa la stessa cosa per tutta la vita,
rinchiuso in una stanzetta con delle limitazioni e dei compiti
predefiniti stabilmente. Quelle attuali sono tutte figure
professionali che evolvono, quindi i lavoratori sono tendenzialmente
dei professionisti 'freelance'. Oltretutto, in questo settore, un
altro aspetto rilevante che bisogna notare è che non è più
concepibile un'attività singola, se non in alcuni aspetti molto
particolari. Il mercato richiede tutte attività multidisciplinari per
definizione perché nel momento in cui io vado a progettare un
prodotto multimediale significa che avrò l'apporto di un
professionista che si occupi di musica, di un professionista che si
occupi di animazione, di qualcuno che produca e realizzi immagini
sintetiche, ovviamente di chi provvede ai contenuti, se ci sono dei
contenuti testuali, dell'opera di un grafico che si occupi
dell'interfaccia e della mappa di navigazione, eccetera, eccetera.
Sono professioni per definizione multidisciplinari.
Domanda 5
Ci può dare una definizione di multimedialità?
Risposta
Più che della multimedialità individuerei come caratteristica dei
media digitali quella dell'interattività. Multimedialità è una parola
che si è diffusa e che va bene perché funziona come definizione nel
senso che è entrata nel linguaggio comune. Però multimediale è già
la televisione e la multimedialità non è una caratteristica realmente
nuova. È più nuovo il discorso sul fatto che di questi strumenti si
possa fare un uso personalizzato. Ovvero io, utente di un sito Web
piuttosto che di un Cd-Rom, non sono costretto a vedere, a sfogliare un
libro dall'inizio alla fine o a vedere un programma televisivo
dall'inizio alla fine ma posso scegliermi un percorso personalizzato,
andare a vedere ciò che mi interessa, costruirmi uno strumento ad hoc
per quelli che sono i miei interessi. Un altro aspetto che è
interessante notare è quello che l'informazione oggi, in quanto tale,
non è più una merce pregiata, nel senso che chiunque con pochi soldi
si compra un personal computer e può connettersi al Web addirittura
gratuitamente, quindi ho teoricamente a disposizione l'universo
dell'informazione. Allora, per me, che mi occupo di informazione, che
cosa significa questo? Significa che sono tenuto maggiormente a dare a
uno studente i mezzi per attingere a questo universo di informazioni. È
molto più importante che lui sappia muoversi, cosa cercare e che
utilizzo fare di quello che ha trovato piuttosto che offrirgli delle
informazioni su quando è nato un pittore piuttosto che su che cosa ha
fatto. Questa informazione se la può andare a cercare e la trova molto
facilmente se lo sa fare in Rete o attraverso altri strumenti.
Domanda 6
Proprio per questa presenza sovrabbondante dell'informazione, alcuni
sostengono che sarebbe necessario fare riferimento a una sorta di
economia dell'attenzione, perché la gente ha troppo poco tempo per
stare dietro al contenuto. Come si pone rimedio a questa tendenza?
Risposta
Questo è assolutamente vero. Infatti il problema del Web è quello
che c'è tutto e quindi in realtà, se uno non ci si sa muovere, non
c'è niente perché l'avere tutto a disposizione significa poi, se non
si ha un'idea ben chiara di cosa cercare, come cercarlo e dove
cercarlo, non avere niente a disposizione. Come porre rimedio a questa
tendenza? Non saprei, onestamente, dare una risposta. In sostanza il
fatto che il Web sia un mondo deregolato o comunque parzialmente
deregolato fa sì che diventi difficile dare degli standard attraverso
i quali imporre un'economia.
Domanda 7
Si possono individuare delle caratteristiche specifiche dei media
digitali nel loro complesso, cioè qualcosa che li accomuna a tutti i
livelli, a parte la questione della interattività?
Risposta
Direi che la caratteristica che io in questo momento individuo,
proprio perché è al centro di alcuni ragionamenti che stiamo facendo
nel riprogettare la nostra formazione, è quella dell'abuso e del
consumo iperveloce delle immagini. Le immagini fotografiche, ad
esempio, vengono rese disponibili in quantità molto elevate e ad un
costo estremamente più basso rispetto al passato. Questo produce una
sorta di analfabetizzazione visiva nel senso che si crea una fruizione
puramente superficiale dell'immagine di cui non si coglie il reale
significato semantico piuttosto che di contenuto. È un fatto in sé
negativo, di cui peraltro i professionisti della comunicazione non
possono non tener conto. Il professionista della comunicazione che
produce immagini deve avere la la cultura, oltre che la capacità
tecnica, per dare valore aggiunto a queste immagini, altrimenti è
competitivamente perdente rispetto all'offerta di immagini
preconfezionate.
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