|
Milo Manara
|
Interviste
Manara secondo Manara
"Dopo il liceo artistico, mi iscrissi alla Facoltà di Architettura
di Venezia, ma la mia vocazione restava la pittura. Erano gli anni che vanno genericamente
sotto la sigla "68": gli anni della contestazione. Contestazione che vissi in
prima linea per quello che riguardava la Biennale d'Arte. "No all'arte dei
padroni". In realtà, con quegli slogans si tendeva un po' confusamente a denunciare
che le arti figurative stavano perdendo il loro ruolo sociale, restando solamente un
affare per gli investitori, senza più alcuna incidenza sulla vera cultura popolare: al
popolo non importava nulla dell'arte. Effettivamente erano gli anni in cui ci si accorgeva
che il ruolo sociale e la funzione culturale che un tempo erano appannaggio delle arti
figurative (quando la pittura era l'unica fonte iconografica, l'unico mezzo di
auto-rappresentazione) erano stati ereditati dal cinema e dalla televisione.
Il cinema e la televisione avevano ormai soppiantato la pittura. Vero o
no che fosse, un giovane pittore di belle speranze come mi sentivo io viveva la condizione
un po' alienante di esercitare una professione senza contatti con il prossimo, senza un
ruolo sociale, culturalmente del tutto superflua. Con queste premesse, era naturale che,
appena scoperti i fumetti per adulti che proprio in quegli anni cominciavano ad apparire
nelle edicole, comprendessi di aver trovato la mia strada. Il fumetto, che fino ad allora,
nella sua connotazione infantile, non mi aveva mai interessato, mi sembrò l'unico mezzo
per esercitare una professione socialmente appagante che mi permettesse di mettere a
frutto le mie inclinazione figurative. Cominciai così a fare fumetti. Cominciai, come si
conviene, dal basso, con piccoli fumetti di infima qualità che tuttavia offrirono la
possibilità a me e a molti altri giovani di apprendere i rudimenti del mestiere. Poi
incontrai i Maestri. Il primo fu Hugo Pratt, la persona cui devo di più, in assoluto.
La sua amicizia ed i suoi insegnamenti furono fondamentali e considero
un alto onore di essere stato l'unico disegnatore per cui Hugo Pratt abbia scritto delle
sceneggiature. Quindi incontrai Jean Giraud - Moebius, da cui imparai a disegnare. Per
ultimo incontrai il Maestro dei Maestri: Federico Fellini. La riconoscenza e la
gratitudine per questi Maestri è tale e tanta che non mi è possibile condensarla qui in
poche parole. Resta il fatto che considero l'averli incontrati la vera fortuna della mia
vita. Non ho annoverato tra i Maestri Andrea Pazienza, benché lo fosse e lo sia a tutti
gli effetti. Ma per la sua giovane età e per la stupefacente naturalezza del suo talento,
l'ho sempre considerato un fratello minore, da cui copiare di nascosto, per salvare almeno
la faccia. Con l'eccezione di Moebius, gli altri sono morti e la loro scomparsa è una
catastrofe di cui ancora per chissà quanto tempo pagheremo le conseguenze.
La vecchia ambizione di trovare possibilità sociali in cui esercitare
la mia professione mi ha indotto a cercare continuamente altre attività, anche fuori dal
fumetto: illustrazioni per libri o giornali, scenografie teatrali, manifesti eccetera. E
quindi anche le enormi potenzialità dell'informatica. L'informatica è un universo in cui
sto muovendo ancora i primi passi e che mi si rivela sempre più' affascinante, anche se
non credo segnerà la fine della carta stampata. Non sono mezzi alternativi. Sono mezzi
dalle caratteristiche molto differenti e devono essere sfruttati per le loro potenzialità
, evitando di trasferire un identico contenuto dall'uno all'altro, senza tener conto delle
rispettive specificità. Una di queste specificità, ad esempio, è l'interattività:
valore preziosissimo ed in certi casi irrinunciabile, assai affascinante per le
vertiginose possibilità che dischiude, ma può succedere che di fronte ad un Picasso si
abbia semplicemente voglia di guardarselo, così, come l'ha fatto lui, senza
necessariamente metterci le mani."
Biografia e bibliografia
Maurilio Manara (milomana@milomanara.it),
nasce a Luson (Bolzano) nel 1945. Nel 1969: debutta su "Genius", collana
erotico-poliziesca edita da Furio Viano, come autore di fumetti. Nel 1970 disegna due
numeri di "Terror" e nel 1971-73 disegna "Jolanda de Almaviva", serie
sexy.Nel 1974 crea con Saverio Pisu "Telerompo", rivista satirica ed inizia la
collaborazione con "Il corriere dei ragazzi".
Nel 1976 esce su Alterlinus "Lo Scimmiotto", sceneggiato da Pisu. Nel 1977-79
ha luogo la collaborazione con Larousse (opere a fascicoli "La storia di
Francia", "La scoperta del mondo" e "La Cina"). Tre episodi per
la "Storia d'Italia" di Enzo Biagi, edita da Mondadori. Nel 1978 esce sulla
rivista francese "A Suivre" di Casterman il primo episodio della serie "HP
e Giuseppe Bergman". È la prima storia di cui Manara scrive da sé la sceneggiatura.
Nel 1979 esce per la Cepim "L'uomo delle nevi" (sceneggiatura di
AlfredoCastelli). Nello stesso periodo viene pubblicato "Alessio, il
borgheserivoluzionario", sceneggiato da Pisu. Nel 1980 esce in Francia il secondo
racconto della serie "Giuseppe Bergman" e nel 1982 esce il fumetto western
"Quattro dita (l'uomo di carta)". E' del 1983 "Tutto ricominciò con
un'estate indiana", scritto da Hugo Pratt, considerato uno dei suoi capolavori.
Collaborerà ancora con Pratt per "El Gaucho". Sempre del 1983 è "Il
Gioco", pubblicato in italia da Playmen, che ottiene grande successo.
Nel 1986 ha ancora un grande successo con "Il profumo dell'invisibile", e nel
1988 esce "Candid Camera" E' del 1991 "Il gioco 2". Importante è la
collaborazione tra Manara e Federico Fellini che dà vita a "Viaggio a Tulum" e
"Il viaggio di G. Mastorna detto Fernet". Altra collaborazione importante è
quella tra Manara e Pedro Almodovar ("La feu aux entrailles", Parigi 1993). Nel
1994 esce in italia il volume "Seduzioni", nel 1995 "Storie Brevi" e
nel 1995 "Gulliveriana". |
|