INTERVIEW:
Domanda 1
In che cosa consistono le audiovideoteche della Rai?
Risposta
Le audiovideoteche della Rai sono una direzione di recente
costituzione che per la prima volta affronta la conservazione, la
catalogazione e la documentazione di tutto il prodotto, sia di quello
già in archivio, sia di quello che si va archiviando giorno per
giorno, allo scopo, da un lato, di conservare e riutilizzare il
patrimonio e dall'altro di metterlo a disposizione degli utenti, sia
esterni che soprattutto interni. Tutto questo nel più breve tempo
possibile, per favorire una produzione sempre più aggiornata ma che
comunque ha bisogno di essere alimentata dai prodotti di archivio con
gran precisione e tempestività.
Domanda 2
Che valore storico ha l'archivio musicale della Rai?
Risposta
Non sono io a dirlo, ha un valore enorme. Le orchestre della Rai sono
state dirette dai più grandi direttori del mondo degli ultimi
cinquant'anni. Non dimentichiamo nomi come Furtwängler, Bernstein,
Karajan. Il patrimonio musicale che è stato affrontato dai complessi
musicali della Rai è immenso. Pensiamo per esempio a un valore anche
semplicemente di studio che possono offrire tutte le partiture del
'700 Napoletano che sono state eseguite dai complessi della RAI
soprattutto negli anni Sessanta.
Domanda 3
E' data una collocazione particolare alla musica elettroacustica e
alle nuove tecnologie applicate alla musica?
Risposta
La collocazione particolare è soprattutto, perlomeno in questo
momento in cui ci siamo messi a lavorare su questo immenso patrimonio,
un omaggio ad una stagione straordinaria della musica elettroacustica
e soprattutto di quello che ha fatto la RAI in favore della storia
musica elettroacustica, cioè la stagione dello studio di fonologia di
Milano. Questo studio, al quale hanno collaborato i più grandi
musicisti che si sono occupati di questo settore musicale, Berio,
Nono, Maderna, Stockhausen ci ha lasciato un corpus di registrazioni
che sono state già tutte trasferite in supporto digitale, è stato
fatto un lavoro di catalogazione e in parte anche di restauro. È
recente il restauro di una partitura di Luigi Nono in cui, partendo
proprio dai nastri originali, è stata addirittura ricostruita la
partitura di un pezzo che non c'era. C'erano solo degli appunti sparsi
da cui è stata ricostruita la partitura a partire dal restauro dei
nastri ed è un lavoro che proseguirà. Per ora l'operazione ha dato
un frutto, un cd-rom prodotto dalla direzione audiovideoteca appunto,
che sarà messo in commercio abbastanza presto e che costituisce una
specie di catalogo e allo stesso tempo di documentario di questa
stagione straordinaria, in parte sperimentale, in parte di produzione
di livello della musica elettroacustica presso uno studio della Rai,
studio di fonologia che ha cessato di esistere nel 1983 quando è
andato in pensione il tecnico di registrazione che era un po' l'asse
portante di questo luogo magico dove avvenivano questi esperimenti.
Domanda 4
In che modo le nuove tecnologie di archiviazione elettronica per gli
audiovisivi stanno cambiando il nostro rapporto con la memoria?
Risposta
Io credo che bisogna fare un passo in dietro e pensare a come i
rapporti con la memoria siano stati modificati dagli organismi
radiotelevisivi e soprattutto radiofonici. Mentre il settore
televisivo, essendo nato un po' in ritardo, è stato in parte favorito
dalla tecnologia, quello radiofonico è nato in un periodo in cui non
si poteva conservare quasi nulla, si trasmetteva dal vivo e non si
registrava. Da un certo punto in poi si è cominciato a registrare
qualcosa di quello che si mandava in onda, le cose cosiddette più
importanti, poi si è cominciato a registrare molto di più. Però si
è posto il problema dell'archiviazione, problema fisico, logistico,
nel senso che i nastri occupano spazio, molto spazio, si accumulano e
si deteriorano, quindi è stato effettuato allora un lavoro di
selezione e si è risolto il problema decidendo cosa conservare e cosa
buttar via. Sono stati conservati i prodotti così detti migliori, o
per lo meno quelli che riflettevano punti di cultura alta, cioè la
prosa, le rubriche culturali, e si è perso un po' per strada il
prodotto ritenuto effimero che poi invece a ben guardare era molto
interessante perché soprattutto in quel prodotto è nascosta la
storia delle nostre giornate di ascoltatori. Ebbene è arrivato un
momento in cui la tecnica digitale c'è venuta in soccorso. Oggi è
possibile archiviare nella stessa maniera suoni, testi, immagini,
immagini in movimento, fotografie e quant'altro. Oggi è possibile
comprimere in spazi ridottissimi e soprattutto consultare in maniera
molto veloce cose che prima richiedevano movimentazione di materiale
molto faticosa, lenta e dispendiosa durante i lavori di produzione di
programmi. Per questo, soprattutto per la parte audio, ne parlo anche
perché occupandomene personalmente la conosco meglio, la Rai ha fatto
una scelta molto coraggiosa cioè ha saltato il fosso e ha deciso di
trasferire in un enorme armadio digitale, riversandolo, tutto il suo
materiale di archivio. Tutti i nastri sono circa trecentocinquanta
mila. Questo grande armadio digitale sarà poi collegato con delle così
dette isole di produzione che poi sono nient'altro che dei computer i
quali sostituiranno, in tutto e per tutto, gli studi di registrazione.
La regia di uno studio sarà costituita da questo computer che è
direttamente collegato al grande archivio e dal quale potrà trarre
tutti gli alimenti di cui ha bisogno per la confezione e per il
montaggio di un programma. Questo significa avere tutta la memoria a
disposizione in tempo reale, ed è un salto di qualità enorme, che
credo modificherà radicalmente il modello di produzione dei programmi
radiofonici. Allo stesso tempo il lavoro di catalogazione e di
documentazione offre anche la possibilità di ascoltare tutto il
materiale archiviato, sia pure in formato compresso, ossia con un
audio non perfetto, perché ovviamente non si può mettere in un
catalogo l'audio d'ottima qualità che serve per le trasmissioni.
Tutto questo sarà disponibile anche per ricerche, per studi e per
consultazioni da parte del pubblico. Questo significa frequentare non
soltanto il prodotto radiofonico che va in onda in quel momento ma
avere sottomano l'intera storia della radio, consultabile,
verificabile e godibile in tempo quasi reale.
Domanda 5
Le teche Rai rappresentano uno strumento al servizio degli storici dei
media. Ci può spiegare, in breve, quali ricerche storiche possono
essere agevolate dall'uso delle teche?
Risposta
L'uso delle teche costituirà un gran vantaggio per le ricerche, nel
senso che oggi i programmi sono consultabili attraverso un catalogo,
per ora ancora parziale, e il catalogo permette di identificare una
bobina così come la schedina anagrafica di un libro mi permette, in
una biblioteca, di identificare un volume. Il lavoro principale della
direzione teche sarà invece quello di documentare i programmi, cioè
di riascoltarli, di segmentarli in eventi tutti descritti. In questo
modo sarà possibile fare una ricerca all'interno del contenuto,
momento per momento, dei singoli programmi sapendo chi parla, di che
cosa parla, e gli argomenti verranno richiamati attraverso parole
chiave. Ci saranno degli strumenti di ricerca molto simili a quelli
che oggi si usano per la ricerca in Internet e questo significa avere
a disposizione, per la propria ricerca, per le ricerche incrociate,
soprattutto, una massa di dati enorme rispetto ad un semplice catalogo
di programmi.
Domanda 6
Con quale criterio avete scelto il materiale esposto nella vetrina
teche in Rete?
Risposta
E' un materiale che viene esposto con lo stesso criterio con cui,
rimettendo a posto una soffitta, si trova un gioiello della nonna, un
vecchio merletto, o qualcosa di curioso e si decide di portarlo ai
piani inferiori e metterlo dietro un vetro e farlo vedere anche agli
ospiti della casa. Appena troviamo qualcosa di curioso e di stimolante
da offrire immediatamente al pubblico di Internet, che non comporti
problemi di diritti d'autore, d'interpreti o cose del genere,
cerchiamo di far partecipe anche gli spettatori del piacere della
scoperta.
Domanda 7
Quali problemi di Copyright comportano il progetto di mettere in rete
un archivio come quello delle teche?
Risposta
I problemi di Copyright, in effetti, sono enormi perché si deve
ricostruire la storia dei diritti legati ad ogni trasmissione, e
siccome la documentazione cartacea allegata ai programmi è, spesse
volte, molto lacunosa questa ricostruzione è più faticosa del
previsto, specialmente per anni addietro e soprattutto per certi
programmi di cui non sappiamo quasi nulla. Proprio ieri hanno aperto
delle scatole con delle bobine degli anni quaranta e si sente solo il
tecnico che dice: "Si parte a cinque secondi dal mio via", e
poi si sente "via!" e parte una musica; questo è tutto
quello che sappiamo e dobbiamo ricostruire tutto.
Domanda 8
Cos'è il catalogo multimediale di cui si parla nel sito delle teche?
Risposta
Il catalogo multimediale è l'unione di tutta una serie di strumenti
che ricostruiscono un programma della RAI e permettono di accedere ad
ogni parte di questo programma attraverso la descrizione testuale dei
suoi vari frammenti, l'ascolto dell'audio o il controllo di immagini a
ogni fermo immagine per i programmi televisivi, più tutta una serie
di collegamenti con materiali fotografici, link alle varie annate del
Radio Corriere per esempio. Un mezzo che permette di consultare i
programmi, controllarli, ascoltarli e contemporaneamente fare le
ricerche in maniera assolutamente impensabile a chi oggi semplicemente
consulta un catalogo fatto di titoli.
Domanda 9
C'è in cantiere il progetto di utilizzare il materiale delle teche
per un canale tematico, Web, tivù o satellitare, incentrato sulla
storia della Rai?
Risposta
Io credo che sia in cantiere l'idea di utilizzare il materiale
d'archivio per canali tematici d'ogni tipo. La prima cosa che viene in
mente è di fare una storia della Rai, però credo che sia limitativo
pensare soltanto ad un uso storico di questo materiale ordinato e
pensato per una storia del canale che lo ha prodotto. Questo materiale
costituisce la storia dell'Italia di questi anni. Se pensiamo soltanto
al valore documentario di tutti i telegiornali, e di tutti i giornali
radio, abbiamo una documentazione viva, con le voci, le interviste, i
volti, le immagini degli eventi e dei fatti principali, giorno per
giorno, dagli anni Cinquanta ad oggi per quanto riguarda la
televisione e per quanto riguarda la radio anche un po' prima. |
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