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Allarme Hacker

La reazione dei media

Nel mondo dell'informatica si parla di sistemi di sicurezza deboli e di attacchi indiscriminati da parte degli hacker. Ma è proprio così?

di Tommaso Russo

"Smells like mean spirit": "Sa di cattiveria". È questo il titolo che la più celebre delle riviste sulla Rete, Wired, dedica all'attacco degli hackers ad alcuni principali siti americani. L'articolo sottolinea, infatti, che l'attacco non sembra rientrare in nessuna delle azioni dimostrative tradizionali dei pirati informatici. Non c'è la volontà di mettere alla prova un nuovo sistema di attacco e manca la usuale rivendicazione dell'attacco da parte di un gruppo. Wired arriva a ipotizzare che alla radice dell'attacco ci sia un gruppo di adolescenti poco esperti della Rete che definisce "packet monkeys": scimmie impacchettatrici che bombardano i siti con "pacchetti" di informazioni senza uno scopo specifico.

E sulla modalità dell'attacco si sofferma anche il sito della televisione inglese Bbc news in un articolo dal titolo "How the Web was wounded", Come la Rete è stata ferita. L'articolo paragona la tecnica d'attacco a quella di un telefonista folle che bombardi di chiamate un numero facendolo trovare occupato a tutti quelli che cercano di chiamare. L'autore del pezzo sottolinea anche il singolare tempismo e la grande sincronia dei pirati che si sono impadroniti, grazie a questa tecnica, di più di 50 computers sparsi per il mondo, per bombardare di dati Yahoo.

Salon, la rivista che si occupa dei principali trend del mondo dell'informatica e della Rete dal punto di vista del costume sostiene invece che i media hanno montato l''evento, seminando il panico. "Net scare: can we get past the hysteria?": "La paura in Rete: usciremo dall'isteria?" è, infatti, il titolo dell'articolo di Scott Rosenberg che mette in evidenza la facilità con cui si diffonde il panico a proposito della Rete. Per Salon, in fondo, l'attacco ha solo buttato giù la connessione con alcuni dei siti principali per un paio d'ore senza ledere i milioni di altri siti esistenti e, dunque, non va preso troppo sul serio.

Di opinione diametralmente opposta il New York Times che titola "La forza di Internet si è dimostrata essere la sua debolezza". Per il quotidiano della grande mela il punto è che gli hackers hanno colto una smagliatura nei sistemi di protezione che potrà difficilmente essere rimarginata. Infatti questa volta i pirati non sono entrati nel sistema per vie indirette: non hanno, ad esempio, forzato accessi legati alle reti locali dei siti che hanno attaccato. Sono entrati, invece, dalla porta principale da cui entrano i clienti per fare le ordinazioni o per scrivere le mail: una porta che potrà difficilmente essere chiusa proprio perché Internet è per definizione un sistema aperto.

E questo è anche il punto di ZDnet uno dei siti di riferimento per tutto quello che accade nel mondo dell'informatica e della Rete. Per Peter Coffee autore di un articolo intitolato "Un Web sicuro richiede un nuovo contratto sociale", il problema è ancora più a monte. La Rete, afferma Coffeee, è come una città piena di case con porte di ingresso senza serratura, chiunque può entrare e rubare quello che c'è. La soluzione, per Coffee, tuttavia non è chiudere ogni accesso libero ad Internet, ma la crescita di una consapevolezza sui pericoli e sui rischi che la Rete comporta e lo stabilirsi di un equilibrio tra libertà totale e totale chiusura. Insomma un nuovo contratto sociale per difendere il Web e per vivere nella società della Rete.

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