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Nel secondo caso,
poi, quella che potremmo definire l'apertura verso l'esterno
dell'esperienza multimediale è ancora maggiore: il lavoro
condotto dai ragazzi confluisce verso un nucleo comune -
l'ipertesto da inserire in rete - ma parte dall'uso e
dall'integrazione di materiali di origine diversa: pensate al
ragazzo che spiegava il suo lavoro di raccolta delle immagini, e
pensate a come questo lavoro l'avrà messo in contatto con
diversi tipi di materiale visivo, di fonti. In questo caso, il
lavoro svolto è fortemente creativo, e studenti e insegnante
sono certo molto più 'liberi' di costruire un percorso
attraverso media diversi, di quanto non accada davanti a un
singolo CD-ROM. L'insegnante accorto saprà in questo caso dar
prova anche di un certo eclettismo, saprà accettare il gusto
per la sperimentazione e la curiosità degli allievi, e saprà
sfruttarli a fini didattici.
L'uso di
strumenti multimediali può dunque avvenire in molti modi
diversi, attraverso molte strade, senza che debba esserci
necessariamente un unico percorso giusto. E ci pare che questa
sia proprio l'impostazione del Ministero. Sentiamo, infatti,
cosa ci dice a questo proposito l'ispettore Mario Fierli.
(Mario
Fierli) "Abbiamo
già capito che gli 'strumenti' multimediali che possono essere
utilizzati nell'insegnamento sono moltissimi. In primo luogo,
naturalmente, c'è il computer: proprio per la sua funzione di
strumento dedicato alla gestione di ogni tipo di informazione in
formato digitale, il computer è un po' al centro di quella
convergenza al digitale della quale abbiamo parlato nella prima
puntata. Ma accanto al computer troviamo anche strumenti più
tradizionali. Innanzitutto i libri, che fanno parte a pieno
titolo di questa vera e propria 'orchestra' multimediale.
Sarebbe del tutto sbagliato accantonare i libri come se si
trattasse di strumenti sorpassati e ormai inutili: al contrario,
l'interazione con media diversi può accrescere la funzione e il
ruolo specifico del libro come strumento di studio,
approfondimento, riflessione. Poi giornali, riviste, materiali
audio e video, trasmissioni radiofoniche e televisive. In
quest'ultimo caso, è bene tener presente che la televisione via
satellite, e in particolare la televisione digitale via
satellite, offre ormai una programmazione estremamente varia, in
molte lingue diverse, che può rivelarsi didatticamente
preziosa.
L'offerta
digitale della RAI ad esempio conta già adesso quattro canali
tematici che trasmettono ventiquattr'ore su ventiquattro - uno
dedicato ai bambini e ai ragazzi, uno dedicato alla cultura e
allo spettacolo, uno dedicato all'educazione e uno, specifico,
destinato alle lezioni universitarie del progetto Nettuno. La
dotazione di un'antenna parabolica, un ricevitore satellitare
digitale e un videoregistratore - una dotazione specificamente
prevista dai progetti ministeriali - può così permettere con
facilità ad ogni scuola di arricchire in maniera continua ed
economica il materiale disponibile presso il proprio laboratorio
linguistico e multimediale. E nei prossimi anni si potrà andare
anche più avanti: sappiamo infatti che l'integrazione fra TV e
computer sta procedendo a passi velocissimi. Già adesso, con
l'aiuto di una sempolice scheda di digitalizzazione video, è
possibile visualizzare ed acquisire attraverso il computer
immagini video e lavorarvi sopra, magari per inserirle
all'interno di una propria 'opera' multimediale. Infine, le reti
telematiche, e in primo luogo Internet, forniscono non solo un
medium ulteriore dalle notevolissime possibilità didattiche, ma
anche un ambiente ideale nel quale integrare e 'pubblicare', con
facilità e senza grosse spese, il lavoro svolto attraverso
l'uso di altri strumenti. Anche per questo, sempre più spesso,
i progetti di uso di strumenti multimediali in ambito didattico
prevedono anche la realizzazione di pagine per il Word Wide
Web."
Proprio di questo
ci parla David Kolb, del Bates College, che ha promosso
alcuni esperimenti estremamente interessanti di uso didattico di
Internet. A Kolb avevamo domandato quali caratteristiche devono
avere gli strumenti informatici utilizzabili per
l'insegnamento.
(David Kolb)
"Servono
almeno due qualità. Prima di tutto una tecnologia affidabile. E
bisogna sempre aspettarsi che non funzioni, purtroppo. E è
necessario un software che non sia troppo difficile da imparare.
Ci vuole qualcosa che gli studenti possano imparare velocemente.
E d'altra parte qualcosa che possa stimolare la creatività
degli studenti. Ecco perché il web va bene. Una volta che hanno
imparato le basi di come fare una pagina web, possono cominciare
a scoprire da soli nuovi modi di farlo e poi uscire nella rete e
riportare molte cose con cui ornare le loro pagine, è una cosa
aperta e incoraggia la creatività. Quindi cercherei
l'affidabilità, la facilità e l'apertura in modo da permettere
agli studenti di far emergere la loro creatività. Il peggior
tipo di media è il tipo delle semplici esercitazioni, in cui si
usa il computer semplicemente per far ripetere le cose agli
studenti fino all'esasperazione. Si è provato molto bene che
questo non funziona, a meno che non venga usato come uno
strumento per uno stile più aperto e creativo."
Bene, su questi
punti dovremo tornare, per vedere concretamente come si fa, ad
esempio, a organizzare in un ambiente scolastico una redazione
capace di realizzare un sito Internet. Lo faremo nella quinta
puntata di questa serie di trasmissioni, dedicata proprio
all'analisi di alcuni casi concreti. Ma prima di concludere la
trasmissione di oggi vorremmo dire due parole, come avevamo
promesso in apertura, su un'altra delle 'parole magiche' che si
usano tanto ma che a volte significano poco: 'interattività'.
Tutta la nostra esperienza nasce dall'interazione con la
realtà; da questo punto di vista, qualunque oggetto e qualunque
fenomeno è per noi 'interattivo'. Questo vale, a maggior
ragione, per gli atti di comunicazione, anche quando essi si
concretizzano in un 'oggetto comunicativo' dall'apparenza fissa
e immutabile. Solo chi non è abituato a leggere può pensare
che un buon libro non sia in qualche senso 'interattivo';
sappiamo bene che il libro modifica il lettore, e sappiamo anche
che, in un senso tutt'altro che banale, il lettore modifica e
addirittura crea il libro che sta leggendo.
Di cosa parliamo,
allora, quando parliamo di interattività a proposito dei nuovi
media? A noi piacerebbe che a questo termine fosse dato un
significato un po' più ampio di quello abituale: non solo la
capacità di uno strumento di comunicazione di modificare in
maniera esplicita l'informazione emessa a seconda delle scelte
di chi lo sta utilizzando, ma anche la capacità di far
interagire fra loro strumenti di comunicazione (e strumenti
didattici) diversi, e, attraverso di essi, di far interagire fra
loro in modi sempre più ricchi le persone che utilizzano questi
strumenti. Speriamo che questa serie di trasmissioni aiuti a far
capire che è da questa interattività - dall'orchestra
multimediale più che dal singolo strumento tecnologico - che il
mondo della scuola può trarre i maggiori benefici.
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