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E' allora un
errore considerare multimediale un CD-ROM? In un certo senso,
possiamo rispondere di sì: si tratta indubbiamente di un medium
nuovo, ma si tratta appunto di un medium, non di molti-media.
D'altro canto, potremmo scegliere di porre l'accento, anziché
sul supporto fisico o sul linguaggio di codifica utilizzato, sul
tipo di informazione che viene convogliata. E certo un CD-ROM
può integrare informazioni di tipo diverso, tradizionalmente
collegate a media diversi: testo, suono, immagini, spezzoni
video.
La maggior parte
delle definizioni, in genere implicite, di multimedialità,
utilizzano evidentemente questo criterio per definire
'multimediale' un CD-ROM. Ma non corriamo allora il rischio di
dover definire 'multimediale' anche una rivista illustrata, che
unisce e integra testo e immagini? Nel caso della rivista
illustrata questa integrazione è ormai divenuta abituale, ha
conquistato col tempo le proprie convenzioni, i propri stilemi
specifici. Forse un CD-ROM ci sembra 'multimediale' perché
l'integrazione fra diversi linguaggi, fra diverse convenzioni
espressive, è ancora nuova e imperfetta? Gli interrogativi,
come vedete, si moltiplicano. Proviamo a sentire il parere
proprio da un esperto di usi della multimedialità per la
didattica, Roberto Maragliano.
Maragliano,
allora, cosa si intende per multimedialità? "Ma, si
intendono diverse cose, e io credo che bisogna stare attenti a
non operare una sorta di corto circuito tra multimedialità e
computer, perché questo sarebbe molto penalizzante. Un corto
circuito di questo tipo sarebbe penalizzante per, diciamo così,
l'aspetto culturale. Cioè c'è una multimedialità che deve
essere assolutamente pensata, che deve essere valutata, che deve
essere apprezzata, che ha a che fare con l'incrocio tra i
diversi media, tra i diversi mezzi che veicolano variamente dei
messaggi. Se io penso all'edicola trovo, appunto, lì, una gran
quantità di prodotti all' "incrocio", di prodotti
"misti", dove il fascicolo si associa alla
videocassetta, il giornale si associa all'audio cassetta, al
"floppy disk", eccetera. Ecco, quella è una
multimedialità di tipo fisico. E' importante - dicevo - pensare
questa multimedialità perché bisogna rendersi conto che lì
dentro l'utente non ha dei percorsi definiti d'uso dei vari
mezzi. Non è come avviene dentro un ambiente monomediale, cioè
il libro, dove bene o male c'è un'indicazione di percorso, c'è
una struttura di tipo lineare. Lì invece non c'è una struttura
di tipo lineare. L'utente può iniziare da un mezzo, proseguire
con un altro, incrociare elementi dell'uno con elementi
dell'altro. Praticamente l'utente sta al centro, diciamo, delle
operazioni di uso, è il regista dell'uso, e questo valuta
enormemente appunto il ruolo dell'utente. Solo se si parte da
questa idea più ampia di multimedialità, entro la quale
confluiscono appunto gli incroci tra i diversi linguaggi, tra i
diversi temi, tra i diversi media, ecco, solo se si parte di
qui, allora si può capire cosa potrà essere e che cosa in
parte è la multimedialità di tipo elettronico, quella
veicolata dai computer, quella che troviamo nei CD Rom o,
talvolta e con qualche difficoltà, in rete, in Internet. E'
appunto un "incrocio": un incrocio tra diversi
linguaggi, tra diversi media in senso culturale. La natura di
questo incrocio è ancora tutta da valutare, ancora tutta da
pensare. Noi abbiamo una deformazione di tipo gutemberghiano,
basata appunto sulla nostra formazione libresca, che ci porta a
proiettare, diciamo, quel tipo lì di struttura, quel tipo lì
di conoscenza, nell'ambiente multimediale. E lì sbagliamo. Io
credo assolutamente che facciamo dei grossi, dei grossi errori,
perché l'ambiente multimediale, quello, diciamo, di tipo
informatico, va pensato con categorie diverse da quelle
tradizionali."
L'intervento di
Maragliano ci suggerisce in sostanza di distinguere fra due tipi
di multimedialità: quella che Maragliano chiama 'fisica', e che
qui a MediaMente abbiamo in altre occasioni definito 'centrifuga',
legata all'uso contemporaneo e integrato di media diversi, di
supporti diversi, ad es. libro e CD-ROM. E quella 'linguistica',
o centripeta, legata all'uso di linguaggi e codici espressivi
diversi all'interno di un unico medium. Come abbiamo visto, un
CD-ROM, in genere considerato il prodotto multimediale per
eccellenza, è multimediale solo in questo secondo senso, mentre
dal punto di vista del supporto è un singolo medium.
Qual è allora la
multimedialità che serve nella scuola? Basta davvero introdurre
l'uso del computer perché la didattica diventi automaticamente
multimediale? Noi di MediaMente, con la collaborazione del
Ministero, siamo andati in alcune scuole del progetto Multilab,
un progetto del quale ci occuperemo più ampiamente in una delle
prossime puntate, e abbiamo provato ad individuare due
esperienze-campione, una orientata maggiormente verso la
multimedialità centripeta, l'altra verso la multimedialità
centrifuga. Vediamo innanzitutto di cosa si tratta, poi
proveremo a confrontare fra loro queste esperienze e a
rifletterci sopra.
Bene, abbiamo
visto due esempi un po' diversi - e tutti e due interessanti -
di uno delle nuove tecnologie per la didattica. Nel primo caso,
abbiamo visto l'uso didattico di un CD-ROM. Come abbiamo visto,
il linguaggio espressivo, le modalità di comunicazione
utilizzate in un CD-ROM didattico sembrano funzionare bene allo
scopo. Quella che abbiamo chiamato 'multimedialità centripeta',
la multimedialità del CD-ROM, può dunque rappresentare
effettivamente un aiuto alla didattica. Ma siamo davvero davanti
a una multimedialità solo centripeta?
Se ci pensate,
nell'esempio che abbiamo visto il CD-ROM è usato in una
situazione di lavoro collettivo, e con la supervisione
dell'insegnante, che interviene, orienta, aiuta lo studente. Il
CD-ROM, insomma, viene usato all'interno di un progetto
didattico complessivo, non come uno strumento isolato. Anche nel
semplice uso didattico di un CD-ROM, insomma, si pone il
problema dell'integrazione fra media diversi.
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alla seconda parte
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