Biblioteca digitale (intervista) RAI Educational

Jean Starobinski

Roma - Accademia dei Lincei, 15/11/94

"Popper e la televisione"

SOMMARIO:

  • Per Jean Starobinski la televisione è un mezzo straordinario, che tuttavia diviene un diaframma tra spettatore e realtà, al punto da proporre una realtà sostitutiva all'utente, con ovvie pericolose conseguenze per i più giovani (1).
  • Unica difesa è un'educazione del giudizio, corollario di un liberalismo senza frontiere (2).
  • La televisione, e i nuovi media come i CD ROM, possono, se ben usate, servire da supporto ad un'educazione basata sul dialogo (3) (4).

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INTERVISTA:

Domanda 1
Karl Popper, campione del Liberalismo occidentale, e Alexander Solzhenitsyn, campione del conservatorismo, del tradizionalismo orientale, usano quasi le stesse parole per condannare la televisione. Parlano di "veleno", di uno strumento che distrugge la civiltà. E' abbastanza paradossale che due espressioni di culture così distanti dicano la stessa cosa. Come giudica queste prese di posizione?

Risposta
E' molto interessante considerare che queste critiche vengono da punti di vista diversi. Sono colpito da questo straordinario mezzo, detto televisione che dovrebbe essere un modo per avvicinarsi alla realtà. Questo mezzo offre molto a chi lo usa, ma può anche diventare uno schermo fra lo spettatore e la realtà. E' un mezzo dove la falsificazione, le deformazioni e le accelerazioni del ritmo possono intervenire a tal punto da allontanare la realtà, in modo da presentare allo spettatore una realtà sostitutiva. Quando si tratta di giovani spettatori, che non hanno una sufficiente esperienza del mondo circostante, si può accusare la televisione di offrire un universo fantasmagorico che non educa gli spiriti ad affrontare la realtà, ma ne presenta loro un'altra. E in base all'incontro con le circostanze della vita, tale realtà si rivelerà deludente o traumatizzante. In molti film televisivi la morte non conta o conta così poco che i bambini che sono stati "nutriti" di televisione uccidono i loro coetanei, credendo che possano rinascere. C'è un fattore detto "schermo" fra lo spettatore e la realtà che sfocia in un risultato, denunciato dalla rivista americana "Daedalus " dedicata ai problemi dell'infanzia, una rivista che conosce bene il mondo dell'infanzia americano. "La televisione rende infantili gli adulti e precocemente adulti i bambini". Non è a questo che dovrebbe servire. Da un altro punto di vista, non accuserei la televisione più di altri media o di altri "eccitanti" del mondo contemporaneo. La mia opinione è che la massa di informazioni contraddittorie che circolano, gli stimoli che arrivano alla coscienza, alla mente, attraverso la vista e l'udito, sono così caotici, si sovrappongono fra loro, al punto da creare un rumore assordante. Non è più un messaggio percettibile che viene comunicato, ma un colpo di manganello, un qualche cosa di asfissiante, una serie di messaggi contraddittori, assolutamente opposti fra loro, che, nella maggior parte dei casi, l'individuo non riesce a sbrogliare, a separare. Tutto viene assorbito dall'individuo e la somma è uguale a zero o all'infinito.

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Domanda 2
Recentemente un campione del liberalismo, come Karl Popper, ha proposto, per arginare questa tendenza, la creazione di un organo di autocontrollo da parte degli operatori televisivi. Lei che cosa ne pensa?

Risposta
Dal punto di vista del liberalismo al quale tengo, direi che non dovrebbe esistere nessun tipo di censura, ma per non avere censura, gli spiriti devono essere educati a decidere se vogliono continuare a percepire un messaggio, se vogliono comprare una rivista pornografica o no. Per me l'educazione a giudicare è il corollario di un liberalismo senza frontiere. Un liberalismo senza l'educazione a giudicare, è un qualcosa di dannoso. Del compito di educare si erano fatti carico i liberali durante la Rivoluzione francese e tutti quelli che potevano considerarsi tali nel periodo che va dal Rinascimento alla Rivoluzione. A questo compito di educare non si può rinunciare. Nel mondo contemporaneo c'è una specie di disperazione davanti all'impossibilità di educare l'individuo prima che sia sommerso da messaggi incoerenti che lo lasciano completamente disorientato.

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Domanda 3
Il paradosso è che proprio la televisione è il mezzo che dovrebbe educare.

Risposta
Credo che ci siano delle iniziative felici. In Francia si parla di un canale dell'informazione e del sapere. Questa presenza del sapere, questa presenza della storia, senza filtri ne deformazioni, deve diventare una cosa possibile grazie alla televisione. Non bisogna trascurare questo mezzo, ma utilizzarlo in modo efficace e selettivo, e creare poco alla volta, senza scoraggiarsi, gli spettatori che sapranno giudicare e dire no al flusso ininterrotto di immagini.

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Domanda 4
L'educazione per noi implica il dialogo, mentre la fruizione della televisione è passiva...

Risposta
Allora bisogna servirsi della televisione o del CD ROM in classe, in una situazione di dialogo, prendendo come testimone l'immagine della televisione, o di mezzi come il video o il CD ROM. Penso che c'è un'enorme ricchezza potenziale se non si cerca il successo finanziario immediato. Bisogna farlo in modo libero e disinteressato. Forse per il momento è un'utopia.

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