INTERVISTA:
Domanda 1
Karl Popper, campione del Liberalismo occidentale, e Alexander Solzhenitsyn, campione del
conservatorismo, del tradizionalismo orientale, usano quasi le stesse parole per
condannare la televisione. Parlano di "veleno", di uno strumento che distrugge
la civiltà. E' abbastanza paradossale che due espressioni di culture così distanti
dicano la stessa cosa. Come giudica queste prese di posizione?
Risposta
E' molto interessante considerare che queste critiche vengono da punti di vista diversi.
Sono colpito da questo straordinario mezzo, detto televisione che dovrebbe essere un modo
per avvicinarsi alla realtà. Questo mezzo offre molto a chi lo usa, ma può anche
diventare uno schermo fra lo spettatore e la realtà. E' un mezzo dove la falsificazione,
le deformazioni e le accelerazioni del ritmo possono intervenire a tal punto da
allontanare la realtà, in modo da presentare allo spettatore una realtà sostitutiva.
Quando si tratta di giovani spettatori, che non hanno una sufficiente esperienza del mondo
circostante, si può accusare la televisione di offrire un universo fantasmagorico che non
educa gli spiriti ad affrontare la realtà, ma ne presenta loro un'altra. E in base
all'incontro con le circostanze della vita, tale realtà si rivelerà deludente o
traumatizzante. In molti film televisivi la morte non conta o conta così poco che i
bambini che sono stati "nutriti" di televisione uccidono i loro coetanei,
credendo che possano rinascere. C'è un fattore detto "schermo" fra lo
spettatore e la realtà che sfocia in un risultato, denunciato dalla rivista americana
"Daedalus " dedicata ai problemi dell'infanzia, una rivista che conosce bene il
mondo dell'infanzia americano. "La televisione rende infantili gli adulti e
precocemente adulti i bambini". Non è a questo che dovrebbe servire. Da un altro
punto di vista, non accuserei la televisione più di altri media o di altri
"eccitanti" del mondo contemporaneo. La mia opinione è che la massa di
informazioni contraddittorie che circolano, gli stimoli che arrivano alla coscienza, alla
mente, attraverso la vista e l'udito, sono così caotici, si sovrappongono fra loro, al
punto da creare un rumore assordante. Non è più un messaggio percettibile che viene
comunicato, ma un colpo di manganello, un qualche cosa di asfissiante, una serie di
messaggi contraddittori, assolutamente opposti fra loro, che, nella maggior parte dei
casi, l'individuo non riesce a sbrogliare, a separare. Tutto viene assorbito
dall'individuo e la somma è uguale a zero o all'infinito.
Domanda 2
Recentemente un campione del liberalismo, come Karl Popper, ha proposto, per arginare
questa tendenza, la creazione di un organo di autocontrollo da parte degli operatori
televisivi. Lei che cosa ne pensa?
Risposta
Dal punto di vista del liberalismo al quale tengo, direi che non dovrebbe esistere nessun
tipo di censura, ma per non avere censura, gli spiriti devono essere educati a decidere se
vogliono continuare a percepire un messaggio, se vogliono comprare una rivista
pornografica o no. Per me l'educazione a giudicare è il corollario di un liberalismo
senza frontiere. Un liberalismo senza l'educazione a giudicare, è un qualcosa di dannoso.
Del compito di educare si erano fatti carico i liberali durante la Rivoluzione francese e
tutti quelli che potevano considerarsi tali nel periodo che va dal Rinascimento alla
Rivoluzione. A questo compito di educare non si può rinunciare. Nel mondo contemporaneo
c'è una specie di disperazione davanti all'impossibilità di educare l'individuo prima
che sia sommerso da messaggi incoerenti che lo lasciano completamente disorientato.
Domanda 3
Il paradosso è che proprio la televisione è il mezzo che dovrebbe educare.
Risposta
Credo che ci siano delle iniziative felici. In Francia si parla di un canale
dell'informazione e del sapere. Questa presenza del sapere, questa presenza della storia,
senza filtri ne deformazioni, deve diventare una cosa possibile grazie alla televisione.
Non bisogna trascurare questo mezzo, ma utilizzarlo in modo efficace e selettivo, e creare
poco alla volta, senza scoraggiarsi, gli spettatori che sapranno giudicare e dire no al
flusso ininterrotto di immagini.
Domanda 4
L'educazione per noi implica il dialogo, mentre la fruizione della televisione è
passiva...
Risposta
Allora bisogna servirsi della televisione o del CD ROM in classe, in una situazione di
dialogo, prendendo come testimone l'immagine della televisione, o di mezzi come il video o
il CD ROM. Penso che c'è un'enorme ricchezza potenziale se non si cerca il successo
finanziario immediato. Bisogna farlo in modo libero e disinteressato. Forse per il momento
è un'utopia.
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