INTERVISTA:
Domanda 1
La mia prima domanda è: pensa che la biotecnologia cambierà veramente la nostra vita?
Risposta
Ci troviamo di fronte a uno dei cambiamenti più grossi nella storia della civiltà.
Stiamo passando dalla rivoluzione industriale al secolo della biotecnologia. Per 40 anni
due tecnologie d'avanguardia si sono sviluppate parallelamente: l'informatica e
l'ingegneria genetica, la scienza dell'informazione e le scienze naturali. Ora si stanno
unendo, i computer e i geni, per gettare le fondamenta di un'era completamente nuova nella
storia mondiale. Sempre più, il computer viene usato come un linguaggio per organizzare i
geni, decifrarli, registrare le loro informazioni, per gestirli e sfruttarli. E il grande
cambiamento che sta avvenendo nell'economia globale è il passaggio dai combustibili
fossili, dai metalli e dai minerali - le materie prime della rivoluzione industriale - ai
geni, al commercio genetico, le materie prime del secolo della biotecnologia. Esistono
geni per l'alimentazione, nuovi metodi di elaborazione di geni per prodotti farmaceutici e
medicine, ma anche per costruire materiali; è possibile usare i geni e la manipolazione
genetica per la costruzione di fibre e perfino per nuove risorse di energia. Questo è un
grosso cambiamento nella storia. Ora abbiamo nuovi potenti strumenti a disposizione delle
società che operano nel campo delle scienze biologiche e della biologia molecolare, che
permettono all'uomo di agire come Dio in laboratorio. Possiamo cominciare a riconfigurare,
riprogettare, milioni di anni di evoluzione per soddisfare le esigenze del mercato e della
generazione attuale. Questo è il più grosso intervento sulla natura mai compiuto in
tutta la storia, e solleva grosse questioni ambientali, etiche e sociali.
Domanda 2
Qual è il significato della "biotecnologia" e qual è il cambiamento radicale
che porterà: cos'è che si può fare adesso con i geni che non si poteva fare in passato?
Risposta
Questa tecnologia è diversa dalle tecnologie tradizionali di allevamento e selezione. Per
migliaia di anni abbiamo creato allevamenti selezionati, fin dagli albori della
rivoluzione agricola del Neolitico. Ma nell'allevamento classico, si possono solo far
accoppiare specie che sono molto vicine nel regno animale. Per esempio, si può far
accoppiare un asino con un cavallo perché sono strettamente vicini, e si può ottenere un
mulo. Ma nell'allevamento classico, non si può fare un incrocio di asino con un melo e
ottenere qualcosa. Con i nuovi strumenti della biologia, la manipolazione del DNA, la
fusione cellulare e altre tecnologie, si può prelevare l'informazione genetica di
qualunque specie e ricollocarla all'interno del codice genetico di altre specie. Per
esempio, degli scienziati hanno preso i geni umani dell'ormone della crescita e li hanno
iniettati nell'embrione di topi: sono nati dei topi con geni umani replicati in ogni
cellula del loro corpo. E questi topi crescono due volte di più e più velocemente di
qualunque altro topo nella storia. E trasmettono questi geni umani della crescita in tutte
le successive generazioni. Questo è straordinario: abbiamo la capacità di inserire
materiale genetico umano nel codice biologico di un roditore. Farò un altro esempio.
Degli scienziati hanno preso il gene dell'emissione della luce nelle lucciole e l'hanno
iniettato in una pianta di tabacco: la pianta si illumina 24 ore su 24. Questo non si può
fare con la selezione classica. E c'è un caso ancora più interessante. Anni fa degli
scienziati hanno prelevato cellule embrionali di pecore e capre. Ora, queste sono specie
non imparentate, non si possono accoppiare. Ma in laboratorio hanno fuso insieme queste
cellule e hanno creato una specie del tutto nuova che non esisteva. Si chiama
"geep" [da goat, capra e sheep, pecora], ha la testa di capra e il
corpo di pecora. Questo non si può fare in un allevamento classico. E, infine, la pecora
clonata. Per la prima volta nella storia abbiamo aggirato la necessità della presenza di
maschio e femmina, abbiamo aggirato la riproduzione normale tra lo sperma maschile e
l'ovulo femminile, e ora possiamo duplicare in massa copie identiche di organismi viventi
con lo stesso tipo di controlli di qualità e standard di produzione che nel ventesimo
secolo applichiamo alla catena di montaggio nella produzione di massa. Così abbiamo
questi nuovi potenti strumenti che consentono alle società che operano nel campo delle
scienze biologiche di creare una seconda genesi, di rifare l'evoluzione, di agire come
Dio, di diventare gli architetti di un nuovo futuro. Certo, se ci sono molti vantaggi,
bisogna anche fermarsi a pensare alle implicazioni ambientali, sociali e etiche di questo
salto straordinario della storia, questo balzo verso un 'nuovo mirabile mondo biologico'
un Brave new world biologico.
Domanda 3
È possibile applicare i risultati della biotecnologia agli esseri umani?
Risposta
Abbiamo già i primi tentativi di terapia genetica negli USA. Più di seicento persone
hanno fatto parte di un gruppo di sperimentazione medica in cui i geni vengono inseriti
nel loro corpo in modo da cambiare il loro codice genetico per tentare di eliminare dei
disturbi. Finora, nessuna terapia è stata efficace. Non hanno funzionato, ma ci stanno
provando. La cosa ancor più radicale è che il mese scorso negli USA uno dei nostri
migliori biologi molecolari, W. Andersen, ha chiesto al Governo Federale il permesso di
fare il primo esperimento su un feto umano, in cui la sua équipe di ricerca cambierà il
codice genetico di un feto concepito da poco per cambiare il suo codice genetico. E certo
il prossimo passo è programmare neonati su misura, anche prima del concepimento,
nell'ovulo e nello sperma. I bambini che ora hanno 4 o 5 anni, quando avranno 25 o 30 anni
e vorranno avere un bambino, potranno andare in una clinica col marito o la moglie, e lì
potranno avere una mappa del loro intero codice genetico, sapere esattamente che geni
hanno e a che cosa essi li predispongono. Così marito e moglie sapranno come sarà il
loro bambino quando lo spermatozoo incontrerà l'ovulo. Avranno in realtà una palla di
vetro, se si vuole, per conoscere il codice genetico del loro figlio. Ora, se fra 25 anni
lei fosse un genitore e sapesse ancor prima del concepimento che trasmetterà la leucemia
a suo figlio, non vorrebbe eliminare questa possibilità all'interno dell'ovulo e dello
sperma? Se lei sapesse di trasmettere il morbo di Huntington (H's chorea), l'anemia
falciforme o la fibrosi cistica? La maggior parte dei genitori, tutti i genitori vogliono
fare del loro meglio per i loro figli. Il problema è che una volta cominciato questo
viaggio, in cui i genitori diventano architetti dei loro figli ancor prima del
concepimento, il legame genitori-figli cambia in maniera radicale nella storia. I genitori
adesso sono nella posizione di poter programmare il loro figlio, e il figlio diventa
l'ultima esperienza di shopping. Dov'è che si può tracciare un limite? Se uno in
quanto genitore sapesse che può trasmettere geneticamente la predisposizione per la
depressione maniacale, l'obesità, il nanismo, la dislessia, non farebbe le alterazioni
corrispondenti nell'ovulo e nello sperma? Quindi il problema, una volta che abbiamo dato
il via a questa costruzione dei nostri stessi figli, è che stiamo andando pericolosamente
verso una civiltà eugenico-commerciale in cui costruiamo la nostra progenie sulla base di
una specie di standard di costruzione come quello che usavamo nell'era industriale con i
prodotti chimici. Come fa un genitore a decidere come dovrebbe essere il figlio perfetto?
E che ne è di te se sei un bambino e crescendo non ti piace il programma genetico che i
tuoi genitori hanno stabilito per te? Sei intrappolato, sei fissato, non ci puoi fare
niente. E che ne è del bambino che nasce nel modo tradizionale, senza essere stato
costruito geneticamente?
Domanda 4
Quali problemi e limiti etici si pongono?
Risposta
Che ne è del bambino nato senza essere stato 'costruito geneticamente', senza essere
stato programmato dai genitori? Che succede se un bambino non rientra nello standard
culturale accettato? O come dovrebbe essere un bambino perfetto? Che succede se questo
bambino non costruito ha un handicap? Saremo tolleranti verso questo bambino? O saremo
inclini a essere meno tolleranti e a dire che è stato uno sbaglio, che questo bambino è
un errore che si sarebbe potuto evitare con una buona programmazione e controlli di
qualità? La variabile più grande nel programmare i bambini, nel creare bambini perfetti,
è l'empatia. L'empatia è quel filo emotivo sottile che ci mantiene legati agli altri
esseri umani. Noi creiamo empatia verso le fragilità altrui, le nostre incongruità, i
nostri tentativi di essere umani. Ma quando cominciamo a considerare tutti i nostri figli
come dei prodotti, un'esperienza di shopping, uno standard di costruzione, è probabile
che saremo molto meno tolleranti verso qualunque bambino nasca con qualche forma di
"anormalità" o "difetto". Quindi penso che ci troviamo di fronte a
una nuova era; ci troviamo nel momento in cui dobbiamo farci una domanda: "Per il
semplice fatto che si può fare, significa che si deve farlo?" Ora
abbiamo la possibilità, di qui a 20 anni, di programmare i nostri figli, di progettarli
ancor prima del concepimento con l'ovulo e lo spermatozoo. Vogliamo usare questa nuova
capacità per dare inizio a una civiltà eugenetica? O forse dovremmo pensarci su due
volte, e magari rinunciare? Abbiamo il diritto di intervenire nell'evoluzione futura della
nostra specie? Per me, la prospettiva più agghiacciante è che l'evoluzione futura della
nostra specie possa essere decisa dalla scelta del singolo consumatore sul mercato. Io
credo nel mercato. Il mercato funziona bene per le decisioni a breve termine ma è
l'ultimo luogo in cui uno prenderebbe una decisione che coinvolge le generazioni future,
perché loro non ci sono qui per farsi sentire. Quindi penso che non si dovrebbe ricorrere
alla terapia di tipo genetico, non dovremmo cominciare questo processo di manipolazione
dell'ovulo e dello spermatozoo, perché non abbiamo ancora la saggezza sufficiente per
determinare il corso dell'evoluzione. Essa è un dono. Non dovrebbe essere un prodotto
stabilito dai genitori come se fossero dei consumatori nel mercato biologico.
Domanda 5
Nel suo libro Il secolo biotech Lei parla del rischio dell'affermarsi di un sistema
di caste biologiche e della sostituzione della meritocrazia con la genetocrazia. Cosa
intende dire?
Risposta
Siamo agli inizi di una nuova era di discriminazione. Di solito si pensa alla
discriminazione basata sul sesso o la razza o l'etnia o la religione. Ma ora con la
capacità di analizzare gli individui in base al loro codice genetico si comincia a
intravedere una nuova e più insidiosa forma di discriminazione basata sulla
genotipizzazione delle persone. Nel mio libro, Il secolo biotech, ho inserito uno
studio fatto dall'Università di Harvard che mostra che c'è già una discriminazione
diffusa da parte delle istituzioni che si basa sui dati genetici delle persone. Le
compagnie d'assicurazione, le agenzie d'adozione, le scuole e i datori di lavoro
cominciano a fare discriminazioni sulla base di informazioni genetiche. Per esempio, i
datori di lavoro potrebbero voler sapere se assumere un uomo o una donna, qual è la loro
predisposizione genetica per il cancro o la depressione o qualsiasi altra caratteristica
fisica, emozionale o comportamentale. Potrebbero dire: "perché dovremmo assumere uno
che ha una predisposizione genetica per il cancro al seno o alla prostata quando dobbiamo
spendere un sacco di soldi per la sua formazione e poi magari si ammala?" Il problema
è che non per forza uno che ha una predisposizione genetica per una malattia si ammalerà
di quella malattia. E anche se si ammalasse, la si potrebbe tenere sotto controllo. Per
esempio, un datore di lavoro potrebbe dire: "Beh, non vogliamo assumere uno che ha
una predisposizione genetica per la mania depressiva in un lavoro delicato come quello di
controllore di volo". Tuttavia, quella persona potrebbe tenere sotto controllo la
mania depressiva con un adeguato trattamento farmacologico. Anche qui, uno che non ha una
predisposizione alle manie depressive potrebbe subire un trauma terribile nella sua vita e
andare in tilt. Voglio dire che giudicare le persone solo in base alle loro
predisposizioni genetiche è una discriminazione, perché il gene non è onnipotente. Il
gene interagisce con l'ambiente, subisce mutazioni col cambio di ambiente, quindi non
racconta la storia completa di un essere umano. Ho paura che vedremo una nuova forma di
discriminazione che dividerà le persone per il loro codice genetico. Sarà pericoloso e
insidioso. Ci saranno reazioni. Nei prossimi dieci anni vedremo sorgere un movimento per i
diritti genetici, così come c'è stato un movimento per i diritti umani e uno per i
diritti civili negli ultimi 50 anni. A mano a mano che le persone in tutto il mondo
diventeranno vittime della discriminazione genetica si batteranno per il diritto alla
privacy genetica e chiederanno una legislazione che tuteli la privacy anche per quanto
riguarda la genetica. Affermeranno che nessuna istituzione dovrebbe avere il diritto di
usare, manipolare o abusare delle loro informazioni genetiche. Quindi la battaglia per i
diritti genetici dominerà sulla politica della prossima generazione e sicuramente in
maniera tanto forte quanto le battaglie per i diritti civili e per i diritti umani negli
ultimi 50 anni.
Domanda 6
Cosa significa che il materiale vivente può essere brevettato?
Risposta
Il nome del gioco è "geni". Chi controlla i geni controlla il secolo della
biotecnologia. Stiamo passando dalla fonte energetica costituita dai combustibili fossili
e minerali a quella dei geni. Geni per ogni attività economica. Ora, il pubblico sarà
sorpreso di sapere che le fusioni che si fanno nel campo delle telecomunicazioni, del
software e dell'industria dello spettacolo sono poca cosa in confronto con le fusioni che
avvengono nel campo dell'industria delle scienze naturali. E quello che vediamo è che un
certo numero di società che operano nel settore delle scienze biologiche in tutto
il mondo cominciano a controllare tutte le mappe genetiche sulle quali è basata la nostra
sopravvivenza. Dai semi delle piante commestibili alle fibre al materiale da costruzione
alla medicina, tutto è nelle mani di poche società. Nei prossimi 8 anni, virtualmente
tutti i 60.000 geni che costituiscono la mappa del genere umano saranno identificati.
Ognuno di questi 60.000 geni diventerà virtualmente proprietà registrata di una
società. A mano a mano che le società individuano questi geni, come il gene del cancro
al seno, il gene della fibrosi cistica, del morbo di Huntington, accampano diritti su di
essi come se fossero loro invenzioni. Così tra meno di dieci anni, poche società come
Monsanto, Novartis, Smith Kline Beecham e Hoechst Chemical, saranno in possesso della
mappa genetica del genere umano, il che darà loro un potere commerciale senza precedenti,
tale da dettare i termini entro i quali viviamo le nostre vite, e forse per dettare i
termini della futura evoluzione del genere umano. Inoltre, le stesse società stanno
analizzando i paesi del Sud del mondo perché è lì che si trovano le risorse genetiche
rare. La biodiversità del pianeta, le ricche risorse genetiche si trovano nei paesi in
via di sviluppo. Così queste società vanno laggiù, fanno ricerche, individuano dove si
trovano i geni che potrebbero avere un valore commerciale e li registrano: possono essere
microbi che si trovano nelle piante e negli animali e anche nella popolazione indigena. I
paesi del Sud gridano alla biopirateria. Dicono: "Sono risorse nostre, come il
petrolio nel Medio Oriente. Dovremmo averne un compenso economico". Il mio parere, e
quello che io esprimo in Il secolo biotech, è che il serbatoio genetico deve
rimanere aperto. È un patrimonio comune. Fa parte della comune eredità dell'evoluzione.
Non dovrebbe essere ridotto a proprietà politica dei governi o proprietà intellettuale e
commerciale delle società. Se riduciamo il serbatoio genetico a una proprietà privata
che può essere sfruttata commercialmente avremo guerre genetiche nei prossimi secoli,
esattamente come le guerre che ci sono state per il petrolio e i metalli e minerali rari
nell'era industriale. Quindi ci vuole un accordo internazionale per mantenere aperto
questo serbatoio. L'Antartide è un buon esempio. L'ultimo continente è tenuto aperto
come un patrimonio comune. Secondo il trattato possiamo esplorarlo scientificamente, ma
non lo si può sfruttare commercialmente o possedere. Ci vuole un accordo internazionale
simile per mantenere aperto il serbatoio genetico, in modo che possa essere esplorato
scientificamente ma condiviso come eredità per le generazioni future.
Vorrei aggiungere una cosa. Ogni genitore dovrebbe porsi questa domanda: i vostri figli
crescerebbero meglio o peggio in un mondo in cui dovessero considerare ogni aspetto della
vita, le mappe, i geni, i cromosomi, le cellule, gli organi, come delle semplici
proprietà intellettuali, come valore commerciale, come invenzioni registrate i cui
diritti appartengono a società enormi? Mi sembra che abbiamo da combattere una bella
battaglia con i genitori. La vita ha un valore intrinseco o solo un valore commerciale e
un valore d'uso? Sono convinto che vedremo sorgere un grosso movimento, una reazione alla
pratica delle grandi società di mettere un marchio registrato alla vita, a mano a mano
che le persone cominciano a affermare il loro diritto di mantenere i geni come proprietà
comune per proteggere le generazioni future.
Domanda 7
Cosa si intende per 'inquinamento genetico'?
Risposta
Nei prossimi due o tre anni sentiremo un termine nuovo: "inquinamento genetico".
L'inquinamento genetico sarà una questione tanto grave per la prossima generazione quanto
lo è stata l'inquinamento petrolchimico e nucleare per la generazione precedente. Queste
enormi imprese stanno immettendo nell'ambiente scorie di organismi creati dall'ingegneria
genetica in laboratorio. Nei prossimi anni sperano di immettere centinaia, migliaia di
questi organismi geneticamente manipolati in tutto il mondo sul nostro suolo, nelle nostre
acque, per creare nuovi vegetali, nuove fonti di energia, un intero settore di attività.
Siamo di fronte all'esperimento più radicale sulla natura mai concepito dall'essere
umano. Riseminare la terra con una seconda genesi artificiale. Ora, il problema è questo.
Quando si cominciano a introdurre centinaia e poi migliaia di organismi progettati
geneticamente in ambienti ai quali non sono stati adattati in precedenza, alcuni di essi
possono diventare dannosissimi, rimanere nell'ambiente e provocare una destabilizzazione a
lungo termine. Le farò qualche esempio. Negli ultimi tre anni la Monsanto, una
società americana, ha cercato di introdurre una pianta che produce plastica, e che si
raccoglie come il cotone, in milioni di acri in tutto il mondo. Altre società stanno
cercando di creare piante che fungono da impianti chimici e secernono prodotti
farmaceutici e prodotti chimici e vaccini. Ora, immagini milioni di acri in tutto il mondo
con piante che producono plastica e prodotti chimici e farmaceutici e vaccini. Che succede
agli uccelli e agli insetti e ai microrganismi e agli animali che per nutrirsi vengono in
contatto con piante che producono plastica e prodotti chimici e farmaceutici? Non ci sono
precedenti di questo tipo di cambiamenti radicali nei nostri ecosistemi. In questo stesso
momento, le grosse società stanno immettendo sementi di cibo manipolato geneticamente.
Qui in Italia e in tutto il mondo è in corso un dibattito su queste piante. Queste piante
sono potenzialmente molto pericolose. Contengono geni che rendono le piante resistenti
agli erbicidi e geni che le rendono resistenti a insetti e virus. Il problema è questo:
abbiamo studi che mostrano come questi geni speciali possono sfuggire al controllo durante
l'impollinazione, e così ci può essere un gene resistente all'erbicida o agli insetti
che schizza via durante l'impollinazione e si fissa al codice genetico delle erbe
infestanti: le erbe infestanti diventerebbero resistenti agli erbicidi e agli insetti. Le
erbe infestanti naturalmente si riproducono, proliferano, si diffondono. Immagini il
problema su grosse estensioni di terreno, con erbe infestanti che contengono geni
resistenti ai virus e agli insetti e agli erbicidi. Quello che il pubblico italiano deve
sapere, e in particolare i vostri rappresentanti in parlamento, è che non c'è un
risarcimento assicurativo a lungo termine contro eventuali perdite nel caso in cui uno di
questi organismi diventasse nocivo. C'è solo un'assicurazione a breve termine per i danni
all'agricoltura e per negligenza. Il motivo per cui il sistema assicurativo non farebbe
mai assicurazioni per queste perdite a lungo termine è che dicono che nessuna scienza è
in grado di valutare i potenziali rischi. Quindi la mia domanda è: non è un atto di
irresponsabilità da parte dei governi permettere che vengano introdotti nell'ambiente
organismi manipolati geneticamente, di qualunque tipo? Se non ci sono responsabilità per
potersi assicurare contro le perdite a lungo termine, chi sarà responsabile? Queste
società non potrebbero mai pagare i danni. Se un organismo diventa nocivo, il danno
potrebbe ammontare a centinaia di milioni di dollari, forse a miliardi. Chi pagherà i
danni? Gli agricoltori italiani? O i proprietari di case o i contribuenti? Sarà il
governo italiano ad assumersi per generazioni milioni di dollari di danni in quanto
responsabile della tragedia? Dobbiamo imparare una lezione dalla rivoluzione petrolchimica
e nucleare. Sollevare subito le questioni scottanti. Assicurarsi di non introdurre nella
biosfera niente che possa compromettere le generazioni presenti e quelle future.
Sospendere le emissioni di qualsiasi tipo nell'ambiente, finché non venga discussa in
parlamento la questione di una valutazione scientifica dei rischi e delle responsabilità.
Domanda 8
Esistono dei limiti entro cui si dovrebbe mantenere lo sviluppo degli esperimenti di
biotecnologia?
Risposta
Qui non è in questione la scienza. Stiamo andando verso il secolo della biologia, della
biotecnologia. La scienza ha un valore quando non viene usata in maniera riduzionista.
Stiamo imparando molte cose sui geni, come funzionano, cosa fanno, come si comportano
nell'ambiente. Questa è ottima scienza. Non è la scienza che è in questione. É in
questione il tipo di tecnologia commerciale e sociale che useremo nelle applicazioni di
questa nuova scienza nel secolo della biotecnologia. C'è una linea dura e una linea
morbida nell'applicare questa nuova scienza che si sta sviluppando. Ciascuna ha dei
parametri molto diversi, valori molto diversi. Quanto alla linea dura, le farò qualche
esempio: gli alimenti geneticamente trattati. Creare alimenti manipolati geneticamente che
resistono agli ecosistemi locali, che sono potenti: questo fa parte della linea dura. La
stessa scienza può però anche adottare in agricoltura la linea morbida: è l'agricoltura
organica. Potremmo usare questa nuova scienza per creare nei prossimi secoli una
produzione agricola a sviluppo sostenibile, su base organica, molto sofisticata. Invece di
manipolare i semi in isolamento, fuori dall'ecosistema, potremmo trovare il modo di capire
come le nostre specie tradizionali interagiscono con gli ecosistemi locali, in modo da
poter integrare al meglio milioni di anni di sapiente evoluzione e creare approcci
organici, sostenibili, per rendere le nostre piante compatibili con le dinamiche
dell'ecosistema. L'approccio duro consiste nell'agire come Dio, essere l'architetto,
l'ingegnere della seconda Genesi. La linea morbida, l'agricoltura organica, consiste
nell'agire come un collaboratore e un amministratore. Non manipolare e riprogettare, ma
piuttosto trovare metodi di precisione e integrare la saggezza che sta dietro al processo
evolutivo con gli ecosistemi locali. Lo stesso nel campo della sanità. La linea dura
sarebbe aspettare il momento in cui uno è malato e a quel punto iniettargli i geni per
farlo guarire, o, ancor più radicalmente, modificare le istruzioni genetiche nello sperma
e l'ovulo in modo da eliminare le potenziali malattie, ma a quel punto rischiamo di creare
la nostra propria genesi e una cultura eugenetica. C'è una linea morbida per usare la
stessa scienza in medicina, ossia la medicina preventiva: capire meglio come i geni
interagiscono con l'ambiente per mantenere la gente in buona salute. Sa che per la maggior
parte delle nostre malattie gravi, come l'infarto e il cancro al seno, al colon, alla
prostata, il diabete e gli attacchi ischemici c'è una forte componente ambientale. Ognuno
ha una diversa predisposizione verso queste malattie, ma l'ambiente che noi creiamo può
scatenarli. Se uno fuma molto, beve molto, non fa movimento, mangia grassi e vive
nell'aria inquinata, ci sono delle probabilità che soffra di questi disturbi. Possiamo
prevenire queste situazioni con la nuova scienza della medicina preventiva. Fra dieci anni
saremo in grado di analizzare un neonato e conoscere il suo intero codice genetico e
sapere a quali disturbi sarà predisposto nel corso della sua vita. Stiamo anche rilevando
il codice genetico di tutti gli alimenti che mangiamo. Così saremo in grado di adattare
alimenti specifici che hanno proprietà tali da impedire a certe persone di contrarre
certe particolari malattie . Così saremo capaci di venire incontro a ogni essere umano
fin dalla nascita con un regime alimentare particolare in modo che i suoi geni non mutino
causando malattie. C'è una maniera molto più sottile, elegante, intelligente, di usare
questa nuova scienza: la linea morbida. Non implica il trasformarsi in Dio, progettare la
vita, ma al contrario il collaborare e comprendere come integrare meglio il nostro senso
del benessere all'interno di milioni di anni di sapiente evoluzione.
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