Biblioteca digitale (intervista) RAI Educational

Philip Glass

Napoli 6/11/98

"Musica tridimensionale per 'Monsters of Grace'"

SOMMARIO:

  • Un'immagine digitale proiettata sulla scena teatrale, vista dagli spettatori in tre dimensioni grazie all'uso di particolari occhialini. Il tutto accompagnato dalla musica. Questa l'idea che sta dietro alla creazione dello spettacolo "The Monster of Grace" di Philip Glass. Il musicista racconta come è nato questo spettacolo di musica tridimensionale e il motivo per cui ha utilizzato i versi del poeta Gialâl ad-Dîn Rumi.(1)(2).
  • Glass fa un'analisi del proprio percorso artistico e individua nel diverso uso della voce e dei testi la principale differenza fra opere come "Einstein on the Beach", composto 24 anni fa e le sue recenti creazioni come "The Monster of Grace". (3)
  • Glass riconosce nella tecnologia uno strumento al servizio dell'estetica e del valore emotivo di un'opera. In particolare le immagini tridimensionali contribuiranno, secondo l'artista, a creare un nuovo linguaggio teatrale per fare del teatro qualcosa "di diverso da un museo". La tecnologia è quindi per il compositore uno strumento ulteriore a sevizio della creazione artistica ma questo non vuol dire che non si possa continuare a comporre in maniera tradizionale. Glass dice infatti di lavorare sia con la tecnologia che in modo tradizionale.(4)(5)(6).
  • Il rapporto con il pubblico è fondamentale per l'autore.(7)
  • Il minimalismo è secondo Glass un'esperienza conclusa e superata (8)
  • La tecnologia elettronica permette un ampia scelta di strumenti, per esempio in "Monster of Grace" si sentono dei suoni di strumenti che vengono dalla Turchia, dalla Persia ma che sono prodotti da semplici tastiere.(9)
  • Glass si sofferma sul rapporto tra artista e pubblico(10). La spiritualità ha spesso accompagnato il lavoro dei musicisti. Secondo Glass il misticismo che sta dietro la New Age non si può considerare un fatto particolarmente innovativo. (11)

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INTERVISTA:

Domanda 1
Come e perché ha creato lo spettacolo di musica tridimensionale Monsters of grace

Risposta
Ho cominciato a lavorare con Bob Wilson circa quattro anni fa, a parlare delle idee generali sullo spettacolo, che avrebbe dovuto essere una combinazione di suoni e immagini, senza raccontare una storia in particolare. L'idea era di usare un'immagine digitale che potesse venire proiettata da una telecamera e vista attraverso occhialini speciali per renderla tridimensionale. In parte avevamo pensato di farlo così per poterci spostare facilmente da una città all'altra con lo stesso pezzo, che sarebbe apparso identico ad ogni rappresentazione. Inoltre, questo serviva a modificare le dimensioni della scena, perché la scena appariva molto più estesa in profondità, e l'effetto era quello di oggetti che comparivano di fronte agli spettatori. E così il rapporto tra il pubblico e l'immagine della scena risulta molto diverso da quello che si ha di solito in un teatro normale.Bob Wilson e io abbiamo scritto parecchi pezzi in tanti anni, la maggior parte per grandi teatri, il che ha reso difficile trasportare altrove gli spettacoli. Io volevo comporre un pezzo che potesse viaggiare facilmente in diverse città. Uno spettacolo che si potesse trasportare, che si potesse portare con sé, con qualche musicista e pochi cantanti. L'idea era quella di fare uno spettacolo teatrale e musicale che si potesse facilmente portare in tanti posti diversi.

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Domanda 2
Come mai ha scelto Rumi? Lo considera un poeta attuale?

Risposta
Ho scelto i versi di Rumi perché il suo modo di pensare mi sembra molto vicino al nostro. Sembra così moderno. Parla di trasformare il mondo in una specie di luogo magico, parla di amore, dell'amore fra gli esseri umani, parla di una sorta di amore divino, parla di cose comuni in maniera molto semplice, accessibile a tutti, e allo stesso tempo ne dà un'interpretazione quasi mistica che oggi ci attrae molto. Le traduzioni che ho usato sono state fatte da un poeta americano di grande talento che si chiama Coleman Barks, che è riuscito a rendere le idee in uno stile molto attuale.

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Domanda 3
Che differenza c'è fra questo lavoro e i precedenti, in particolare fra Monsters of grace e Einstein on the Beach, per esempio?

Risposta
Quando paragono quest'opera a una come Einstein on the Beach, per esempio, prima di tutto devo dire che Einstein è stata scritta circa 24 anni fa. Quindi c'è una bella distanza nel tempo. Penso che la differenza principale stia nel modo di usare la voce e il testo. In quest'ultimo lavoro, le varie serie di scene che si susseguono sono come delle canzoni, e la voce diventa lo strumento principale dell'opera. Lo strumento vocale diventa protagonista dell'opera, mentre in Einstein la voce viene usata come uno strumento qualsiasi, senza alcuna particolare attenzione per il suo aspetto vocale. Inoltre, per Einstein non c'era un testo specifico, c'erano dei testi che erano stati scritti apposta per quello spettacolo. Qui invece il testo è proprio tutto basato sull'idea del mondo normale e della sua trasformazione.

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Domanda 4
Lei pensa che l'arte renda la tecnologia più calda, più vera, che le dia vita, le dia un'anima?

Risposta
Lavorare con la tecnologia è una vera sfida perché da una parte è un gran dono, in un certo senso, ma allo stesso tempo dobbiamo utilizzarla per migliorare la qualità dell'opera. In altre parole, io penso alla tecnologia come a uno strumento che sta al servizio del messaggio di un'opera, al servizio del suo valore estetico, o, se vogliamo, del suo valore emotivo. Se non fossero queste le cose principali, la tecnologia non ci sarebbe di nessun aiuto. Ma, utilizzata in questo senso, la tecnologia - in questo caso l'immagine tridimensionale- può avere un grandissimo impatto sul pubblico.

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Domanda 5
Quindi lei pensa che la tecnologia informatica, con le immagini tridimensionali, possa trasmettere nuovi significati, creare nuovi linguaggi artistici?

Risposta
Io penso che la tecnologia tridimensionale sia sicuramente uno strumento nuovo per creare un nuovo linguaggio teatrale. Non penso che sia l'unico, e credo che nei prossimi anni ci sarà moltissimo sperimentalismo per cercare di far entrare il teatro nella vita di oggi. Per farne qualcosa di diverso da un museo che ci presenta opere antiche, qualcosa che stia all'avanguardia nella creazione di un linguaggio artistico, che esprima il mondo in cui viviamo. Quindi penso che la tecnologia tridimensionale sia uno di questi strumenti nuovi, ma ne scopriremo molti altri.

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Domanda 6

Pensa che gli artisti contemporanei siano influenzati in modo determinante dalle nuove tecnologie?

Risposta
Non sempre. Io faccio anche concerti per pianoforte, in cui lo strumento tecnologico è il pianoforte. Ora, il pianoforte a coda è uno strumento di altissima tecnologia, ma non lo vediamo come uno strumento tecnologico perché non ha cavi al suo interno e non funziona a elettricità. Ma ho anche composto delle opere per un teatro convenzionale, senza usare per niente la tecnologia. Questo è solo uno dei miei modi di comporre, ma mi piace spaziare dalla forma tradizionale a una forma ad alta tecnologia. Penso di poter lavorare in entrambi i modi.

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Domanda 7
Che impatto ha sul pubblico la sua opera? Che impressione ha lei?

Risposta
Sento molto l'intensità del pubblico quando suono in questo spettacolo. Credo che sia importante dire che io faccio parte dello spettacolo, suono il piano. Quindi ogni sera che si fa lo spettacolo io sono lì. Io sono lì, e c'è il pubblico, quindi posso valutare molto bene l'impatto che lo spettacolo ha sul pubblico. È una cosa che faccio da circa trent'anni, quindi sono diventato particolarmente sensibile alle reazioni del pubblico.

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Domanda 8
Lei crede sempre nel minimalismo? È ancora la musica del futuro?

Risposta
No! Penso di no. Credo che l'ultimo pezzo minimalista che ho scritto sia stato Einstein on the Beach, nei primi anni Settanta. Penso che quello sia stato un periodo storico molto interessante ma ormai sono passati forse 25 anni da quando il minimalismo era un movimento importante.

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Domanda 9
E come vede il futuro della musica elettronica? Intendendo per musica elettronica la musica suonata con strumenti elettronici…

Risposta
La tecnologia elettronica ci ha consentito una amplissima scelta di strumenti che prima non esistevano. Per esempio in Monsters of Grace si sentono degli strumenti che non sono sulla scena. Abbiamo preso dei suoni di strumenti che provengono dalla Persia, dalla Turchia, dal Medio Oriente, che nel pezzo si sentono ma che vengono prodotti da semplici tastiere, tastiere elettroniche. E questo è solo un esempio di come la tecnologia ha ampliato la nostra tavolozza di suoni. E ci sono tanti altri modi in cui la tecnologia può allargare il mondo sonoro del compositore.

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Domanda 10
In Monsters of Grace, il pubblico si trova all'interno di un mondo sensoriale che sembra quasi palpabile. È per questo che lei pensa che l'arte appartenga più al pubblico che al suo creatore?

Risposta
Beh, penso che il rapporto fra l'artista, il creatore, e il pubblico sia importantissimo. Penso che l'opera che creiamo sia il canale attraverso il quale avviene la comunicazione. In un certo senso viene scritta apposta per il pubblico. Se non ci fosse il pubblico, sarebbe inutile che io scrivessi queste opere. Questo non significa che io renda un'opera il più facile possibile per il pubblico. A volte i pezzi costituiscono una vera sfida per il pubblico, e gli spettatori devono imparare a guardare in modo diverso o ad ascoltare in modo diverso. Ma la cosa più importante è l'interazione tra il pubblico e l'opera, e questo è il mio scopo principale.

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Domanda 11
Cosa pensa del bisogno di valori nuovi, di spiritualità, del misticismo, per esempio del fenomeno new age nel mondo d'oggi?

Risposta
Beh, oggi si parla di una nuova corrente spiritualista nell'arte o della new age. A me sembra che ci sia sempre stata. Se penso a Bruckner o a Bach, Mahler o Stravinsky, beh, questi uomini erano tutti profondamente religiosi nel loro atteggiamento: Mahler aveva una sorta di devozione, direi, verso la natura, verso il mondo naturale; Bruckner considerava il suo lavoro come un atto religioso. Recentemente sono stato a Roma e sono andato alla Cappella Sistina. Questa idea della spiritualità non è una particolare invenzione degli artisti contemporanei. Un mio carissimo amico, Ravi Shankar, un grande musicista che suona il sitar, uno strumento tradizionale indiano, adesso è un signore anziano che ha dedicato tutta la vita alla musica, ma che considera la sua musica come un fatto essenzialmente religioso. Quindi la possiamo anche chiamare "new age", ma in realtà esiste da parecchio tempo.

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