INTERVIEW:
Domanda 1
Ci può parlare della televisione tematica?
Risposta
La televisione tematica nasce all'interno del mondo della televisione a pagamento, della
Pay TV, di cui, in Italia, unico esempio, oggi, è TelePiù. Sono dei canali dedicati ad
un tema specifico, o genere specifico; facendo un riferimento alla realtà italiana, a
TelePiù1, si tratta di un canale monotematico dedicato al genere dei film; TelePiù 2 è
dedicato allo sport. In realtà, la rivoluzione digitale che sta investendo anche la
televisione e il mondo della televisione a pagamento, consentirà di avere a disposizione,
come capacità tecnologica di trasmissione, molti più canali di quanto la tecnologia oggi
consenta. Ed è, quindi, possibile, sviluppare dei canali realmente monotematici che si
dedichino ad un aspetto particolare della realtà. Una società editrice italiana, la
Giunti Multimedia, sta producendo un canale monotematico dedicato all'insegnamento della
lingua inglese.
Domanda 2
La Stream sta investendo in modo consistente, in questo periodo, per lanciare dei canali a
pagamento, alcuni dei quali stanno andando già in onda. Quali sono i rischi a cui si può
andare incontro rispetto alla TV generalista gratuita?
Risposta
Intanto vorrei chiarire che la Stream è, come diciamo noi, un Video Service Provider.
Questo significa che la Stream non fa televisione nel senso classico della parola, non
produce direttamente oggetti televisivi, si limita, e, in realtà, è un lavoro, questo,
già abbastanza impegnativo, a costituirsi come "ponte" tra il mondo dei content
provider, di coloro che producono i contenuti, ed il mercato, utilizzando, oggi, la
infrastruttura cavo che Telecom Italia sta dispiegando sul territorio nazionale. Il nostro
compito, dunque, consiste nel portare unofferta che ci viene messa a disposizione
dai content provider, e di veicolarla sia in termini tecnologici che in termini
commerciali verso il mercato residenziale. Certamente, questo significa investire molto
denaro. La piattaforma che abbiamo realizzato in via Salaria, a Roma, è una piattaforma
digitale, che, a detta di molti, è la più avanzata al mondo. E questo richiede denaro,
la tecnologia richiede denaro, come anche la costruzione di una rete commerciale. Portare
a casa dei potenziali abbonati questa offerta che ci viene messa a disposizione dai
content provider, sicuramente richiede un investimento commerciale. Stream lo sta facendo.
Domanda 3
E, allora, come farete per convincere il pubblico, cosa offrirete in più rispetto alla
televisione generalista. In fondo, è un grosso rischio, questo.
Risposta
Certamente. Ma il rischio è insito in qualunque iniziativa imprenditoriale. Nessuna
iniziativa imprenditoriale nasce avendo in sé la certezza della riuscita. Credo che di
questo vada dato merito al gruppo STET che, in un mercato e per un business che,
oggettivamente, ha redditività non assicurata, ha assunto la decisione di dar vita a
Stream e di investire in Stream. In realtà Stream non vuole portare delle cose in più
rispetto alla televisione generalista, vuole portare dei contenuti da affiancare alla
televisione generalista. Possiamo ricorrere all'esempio del mercato americano, dove la Pay
TV è molto diffusa, o anche agli esempi inglese e francese dove pure la Pay TV è molto
diffusa. Sia in Francia che in Inghilterra vi sono circa cinque o sei milioni di abbonati
alla televisione a pagamento. Ebbene, la televisione a pagamento, pur offrendo dei canali
monotematici, dedicati a specifici generi, in realtà non ha bloccato lo sviluppo della
televisione generalista. La televisione generalista in Francia, in Inghilterra, ma anche
negli Stati Uniti, dove il fenomeno è vecchio di almeno venti anni, comunque fa profitto,
cresce, ed ha il suo pubblico. Quindi, si tratta di nuovi bisogni addizionali che la
televisione a pagamento crede e ritiene di potere soddisfare.
Domanda 4
Dunque: rispondere ai bisogni dell'utente e ritagliare una televisione quasi su misura per
ogni utente.
Risposta
Esattamente. La televisione digitale, oggi, assomiglia molto alla televisione a pagamento,
assomiglia molto alla televisione come la conosciamo oggi. Ma la tecnologia e le
opportunità che la tecnologia consente, a mio avviso, modificheranno profondamente gli
oggetti che poi la televisione digitale riuscirà a portare a casa degli abbonati. Si
tratta di costruire, là dove non siano già disponibili, dei contenuti che si adattino a
dei bisogni particolari, specifici, di nicchia. Negli Stati Uniti, canali monotematici
molto di nicchia sono diffusissimi. C'è un canale dedicato al golf, c'è un canale
dedicato all'home and garden, ci sono canali dedicati alle donne, e così via. Certamente,
sono dei bisogni molto particolari, sono delle aspettative molto particolari, ma la
creatività, da questo punto di vista, veramente, non ammette confini, proprio perché la
digitalizzazione e la piattaforma che Stream possiede, consente la trasmissione di
centinaia di canali.
Domanda 5
La Telecom sta cablando varie città italiane per portare, poi, la TV a pagamento nelle
case degli italiani. A che punto è il cablaggio?
Risposta
Il cablaggio serve, sicuramente, a portare a casa delle famiglie la televisione a
pagamento, ma, in realtà, il disegno che sta dietro al cablaggio è un disegno ben più
ambizioso, ben più ampio, e va molto al di là della televisione a pagamento. Telecom sta
cablando le principali città italiane; le città a cui sta lavorando oggi, sono: Genova,
Torino, Milano, Brescia, Bergamo, Venezia, Trento, Bolzano e anche Roma, Firenze, Bologna,
Napoli, Bari, Palermo, Catania; poi, il cablaggio si estenderà man mano anche ad altre
città. Si tratta di una operazione che va condotta fisicamente, vanno aperte le strade e
va stesa questa fibra ottica, fino a un certo punto; poi, da un certo punto in poi la
fibra ottica è sostituita dal cavo. Successivamente bisogna arrivare nelle case degli
italiani. E' un'operazione abbastanza delicata, non bisogna disturbare i cittadini più di
tanto, non bisogna rovinare l'aspetto dei condomini perché, altrimenti, non consentono il
cablaggio e cose di questo genere. Quindi, è un'operazione che richiede i suoi tempi e ha
il suo metabolismo. Il programma di Telecom è di avere cablate a fine '97, quindi a fine
di questo anno, un milione e trecentomila case. Poi, il cablaggio continuerà negli anni
successivi e si adeguerà anche nella tecnologia.
Domanda 6
Voi utilizzerete anche il satellite per trasmettere i canali a pagamento?
Risposta
Il satellite, oggi, è lo strumento forse più usato al di fuori degli Stati Uniti per
trasmettere canali a pagamento. In Inghilterra, per esempio, la presenza del satellite
come mezzo per la trasmissione della televisione a pagamento è una presenza di assoluto
primo piano, anche se il cablaggio sta venendo fuori con numeri molto significativi e poco
a poco sta togliendo spazio al satellite. Il satellite possiede un vantaggio rispetto al
cablaggio: essendo una specie di specchio riflettente, una volta che sta su, riesce a
coprire con il proprio segnale tutta l'Italia e, quindi, ad illuminare tutte le venti
milioni di famiglie italiane. Quindi, da questo punto di vista possiede un vantaggio
nellimmediatezza. Nei programmi di Stream esiste, al livello di ipotesi di studio,
il progetto di utilizzare anche il satellite; poi, però, man mano che il cablaggio va
avanti, di sostituire al satellite il cablaggio, perché bisogna sempre tenere presente
che il cablaggio, in realtà, nella visione di Telecom, rappresenta una implementazione
della rete attuale e quindi è il primo passo per avere un'unica rete su cui possano
viaggiare, usando un termine che adesso è di moda, non solo la fonia, ma anche i dati,
anche le immagini full motion con dei meccanismi di interattività.
Domanda 7
Voi avete già un certo numero di abbonati. Che tipo di canali offrite ai vostri utenti?
Risposta
Noi, al momento, non abbiamo abbonati, anche se tutta la macchina commerciale è pronta
per partire. Siamo in attesa che le emittenti che ci forniscono i contenuti perfezionino
il loro iter secondo una procedura che il ministero PT ha definito. Abbiamo chiuso degli
accordi con alcuni operatori internazionali o multinazionali come Eurosport ed Euronews, e
possiamo veicolare i canali di TelePiù1, TelePiù2 e TelePiù3. Euronews, tra l'altro, è
una iniziativa che, in qualche maniera, è figlia del mondo RAI. Abbiamo fatto degli
accordi con Cecchi Gori per la trasmissione di film in modalità "pay per view".
Fin qui, noi abbiamo parlato della modalità pay, quindi di abbonamento al canale. La
piattaforma che abbiamo messo in piedi consente anche di comprare il singolo evento, e
quindi di vedere il film e di pagare per il film che si preferisce; oppure, di vedere un
grande evento sportivo o anche la prima della Tosca che si è tenuta a Napoli, e così
via. Abbiamo anche stretto un accordo con National Geographic per avere, in prima
assoluta, i suoi documentari da distribuire con modalità "pay per view", e
abbiamo ancora degli altri accordi che stiamo cercando di finalizzare sia sul versante dei
canali che sul versante degli eventi.
Domanda 8
Voi state lavorando anche molto sulla tele didattica?
Risposta
Stiamo lavorando molto sui canali di servizio. Riprendendo un poco il discorso che lei ha
introdotto all'inizio rispetto ai canali monotematici, è mia personale convinzione che
esistano dei bisogni specifici che oggi non trovano corrispondenza nell'offerta attuale.
Uno dei bisogni che emerge, molto forte, dalle ricerche di mercato, è lo studio della
lingua inglese. Noi abbiamo accolto di molto buon grado la proposta che Giunti ci ha
espresso sul canale di insegnamento delle lingue. Giunti sta producendo questo canale, che
sarà attivo per sedici-diciotto ore, che si proporrà di insegnare la lingua inglese
attraverso un linguaggio semplice, con delle lezioni costruite in una certa maniera se si
tratta di bambini in età prescolastica o scolastica. Oppure, di costruire delle lezioni
particolari se si tratta di manager. Questo è il primo esempio di canale di servizio. Di
servizio perché, in realtà, Giunti non ha l'ambizione di fare televisione, ma di
costruire qualche cosa che agevoli l'insegnamento della lingua inglese o l'apprendimento
della lingua inglese. Se questo esperimento andrà bene, alla lingua inglese potremo
affiancare canali che insegnino o aiutino nell'apprendimento di altre lingue, come il
tedesco o il francese. A fianco a questo progetto c'è anche un'altra iniziativa sui
viaggi: gli italiani, oggi, sono un popolo di grandi viaggiatori. Se si leggono le
statistiche si nota che in Egitto, o a Vienna, o a Praga, o a Parigi, dopo la lingua
locale, forse, la lingua che si ascolta e si sente di più è proprio la lingua italiana.
Quindi, vogliamo creare un canale che cerchi di mettere insieme tutte quegli aspetti del
viaggio che possono suscitare interesse o soddisfare delle curiosità attorno a questo
oggetto, che è diventato parte integrante del nostro modo di vivere.
Domanda 9
Ma la Stream, un giorno, potrà anche produrre la televisione?
Risposta
No, la Stream oggi non può produrre. Esiste, credo, un vincolo di legge preciso. Poi, la
STET, in quanto azienda del gruppo IRI, e, quindi, a partecipazione statale, non può
ambire ad avere una concessione televisiva. Io credo, tuttavìa, che non sia nemmeno
nostro interesse o nostra voglia produrre televisione, poiché questa attività richiede
un know how molto particolare, richiede conoscenze molto specifiche che non sono tipiche
di una società, che, come Stream, nasce sul tronco delle telecomunicazioni. Credo che,
viceversa, Stream possa aiutare molto nel far nascere delle realtà editoriali nuove che
producano oggetti nuovi, e, certamente, da questo punto di vista, possiamo dare dei grossi
contributi: conoscenze del mercato, commercializzazione, ricerche di mercato, azioni di
marketing e cose di questo genere. Possiamo offrire anche un aiuto nel definire, grazie
alla nostre conoscenze del mercato, una linea editoriale precisa. Ma, certamente, il
produrre l'oggetto poi appartiene ad altri, appartiene ad un altro mondo. Noi ci
dedichiamo al nostro mestiere di video service provider. Questo, indipendentemente dal
vincolo legislativo che, come lei sa, forse decadrà una volta che si è approvato il
disegno di legge Maccanico.
Domanda 10
Voi avete sperimentato anche la televisione interattiva?
Risposta
Noi abbiamo sperimentato la televisione interattiva, il cosìddetto VOD: il video on
demand, così come lo hanno sperimentato tutte le grandi società di telecomunicazioni
negli Stati Uniti ed in Europa, come la Deutche Telecom, la France Telecom, la Nynex (che
è la società telefonica dello stato di New York), la Bell Atlantic, la Pacific Telesis,
eccetera. Il VOD nasceva da una visione tipica delle società di telecomunicazioni: quella
di usare il doppino per realizzare altre cose. Da questo è nato il progetto video on
demand, l'idea di avere centralizzata una grande libreria di titoli entro cui l'abbonato
potesse navigare e scegliere il titolo a proprio piacimento. In realtà, la tecnologia si
è dimostrata molto costosa e con degli "economics" che non consentono,
oggi, il decollo di questo tipo di applicazione. Infatti, tutti gli esperimenti che sono
stati messi in piedi, ivi compreso quello di Stream, sia in Germania che in Italia, in
Francia, negli Stati Uniti, sono stati chiusi, proprio perché la tecnologia ha dei limiti
che non rendono profittevole l'intera operazione. La lezione che noi abbiamo imparato,
però, è molto utile dal punto di vista della conoscenza del mercato. C'è desiderio,
c'è attesa da parte dei consumatori, delle famiglie, di potere operare nell'ambito di una
offerta più ricca, e, quindi, di potere avere dei margini e dei gradi di libertà più
ampi di quello che oggi la televisione consente. Sembra strano, ma questo è il risultato
più importante che è emerso. E dico che sembra strano in Italia, perché, come sappiamo
tutti, in Italia c'è la più ricca offerta di televisione che esista in tutto il mondo
occidentale. La nostra offerta televisiva, nostra nel senso di Paese, è indubbiamente
più ricca di quella francese, di quella spagnola, di quella inglese, ma anche di quella
americana. Nonostante questo, esiste un fortissimo desiderio di potere ampliare l'ambito
delle proprie scelte. Quindi, questa è la lezione più forte che esce fuori
dall'esperimento VOD. E, peraltro, la pay per view e la televisione digitale, quella
rivoluzione digitale cui facevo cenno un attimo fa, moltiplicando i canali, rendendo
possibile centinaia di canali, di fatto, renderà possibile, un giorno, alla famiglia, di
navigare all'interno di questo universo e scegliere il canale che in quel momento soddisfi
una esigenza molto particolare. Oggi, con il cavo e con la digitalizzazione, emerge il
problema di chi produrrà tutti quei contenuti, tutti quei canali. Io credo sia una grande
chance, per l'Italia, quella di recuperare nel settore della produzione dell'audiovisivo.
Domanda 11
E a Suo avviso, quanto dovremo aspettare per potere veramente avere l'occasione di
accedere a tutti questi canali da casa?
Risposta
Io credo che dove il quadro generale lo consenta, già sul finire del '97, l'offerta può
ampliarsi di un paio di dozzine di canali. Naturalmente di diversi contenuti: non tutti di
film, non tutti di sport; ma ci si può arrivare con un ambito di affidabilità piuttosto
elevato. E poi, bisogna aspettare che si inneschi il mercato di produzione di questi nuovi
contenuti, perché ove non si sviluppasse, l'alternativa sarebbe quella, solita, di andare
a comprare all'estero; e non credo sia la migliore chance che il sistema italiano può
augurarsi.
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