Digital library (interview) RAI Educational

Mario Canali

Milano - Facoltà di architettura, 25/10/95

"Art and virtual reality"

SUMMARY:

  • For Mario Canali passing from painting to electronic art means a more direct connection between idea and creation (1).
  • Art can also be a privileged point of view for understanding technology and its evolution, because the artists can move without the constraints and limits of a particular discipline (2).
  • With virtual reality the artist becomes a real creator of new worlds (3).
  • The "Ulysses Project" offers the user the possibility to see his self projected (4).
  • While new technologies are, on the one hand, heading towards global communication, on the other hand they allow us to reach equally vast internal spaces (5).

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INTERVIEW:

Domanda 1
L'artista di solito crea con le proprie mani, ma di Mario Canali, artista elettronico, si conosce soprattutto la mano virtuale. Che cosa significa essere un artista elettronico?

Risposta
Io vengo dalla pittura, quindi la mano la usavo veramente ed è stato un grandissimo cambiamento il fatto di non guardare più la propria mano mentre si crea. Inizialmente avevo anche dei problemi, era come se mi mancasse qualche cosa. Poi invece ho scoperto che comunque si creava un collegamento più diretto tra quello che era l'idea, l'intenzione, l'intuizione e la creazione. Quindi se qualche cosa si è perso da una parte, molto si è acquistato dall'altra. Avere uno strumento che rende in modo più diretto e più completo quella che è la propria idea, sicuramente è un guadagno.

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Domanda 2
L'arte può rappresentare anche un punto di vista privilegiato per capire le tecnologie e la loro evoluzione, il loro impatto sul mondo?

Risposta
L'essere artista consente di muoversi senza il vincolo e il limite di una disciplina. Ormai le discipline sono talmente fissate, che per un ricercatore è difficilissimo fare degli "excursus" al di fuori della propria disciplina, perché non ha proprio le parole per poterlo fare. L'artista invece si può muovere molto più liberamente e quindi utilizzare le tecnologie a pieno raggio. Non dimentichiamo che il computer serve a tutti e per qualsiasi cosa, per cui non può essere collocato all'interno di una disciplina. Serve allo scienziato, al matematico, all'astrofisico, come serve al ragioniere, allo scrittore, e così via. L'artista, proprio per il suo non essere fissato in nessuna disciplina, trova finalmente uno strumento per potersi muovere alla pari con gli altri, però in modo molto più libero.

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Domanda 3
E la realtà virtuale, per l'artista, che cos'è?

Risposta
E' proprio un nuovo modo di fare arte. Tanti mi dicono: "Sì , ma in questo modo l'artista non può più esprimere veramente se stesso". E' vero, ma è proprio questo il guadagno, nel senso che l'artista diventa veramente creatore. Il poter creare un nuovo mondo, quindi non solo le architetture, gli scenari, ma anche le regole di comportamento, i giudizi, che avvengono in questo nuovo mondo, fa dell'artista un vero e proprio creatore di mondi, che è il massimo che un artista può immaginare.

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Domanda 4
Ci può parlare del suo "Progetto Ulisse"?

Risposta
E' un vero e proprio azzardo. L'esperienza che abbiamo avuto con la realtà virtuale, soprattutto del pubblico che provava la realtà virtuale, ci ha fatto capire che potevamo affrontare e tentare qualche cosa di più, e cioè collegare la macchina-computer direttamente al corpo e quindi in qualche modo anche alle emozioni della persona. Adesso ci sono dei sensori potentissimi e molto precisi, che individuano la tensione superficiale della pelle, che varia a seconda dell'emozione, o il battito cardiaco, che è quello che abbiamo usato, o i movimenti che si hanno sulla poltrona, di postura, di cambio di peso, o le vibrazioni di una mano. Possiamo insomma cogliere non solo i moti volontari di una persona, ma anche quelli involontari, e quindi possiamo cogliere di una persona non solo la sua azione, ma veramente il suo modo d'essere. Nel momento in cui restituiamo alla persona, con musica e immagine, il suo modo d'essere, in effetti gli stiamo dando la possibilità di accedere a un mondo che è il proprio sé. L'installazione è stata creata come un trono, appunto perché ci sembrava giusto sottolineare il fatto che ognuno è re all'interno del proprio mondo, e che così deve essere, perché questo è alla base di ogni possibile libertà. La persona si siede su un trono e vede davanti a sé un percorso, un mondo, che si trasforma a seconda di come cambia la sua emozione, quindi il suo battito cardiaco, i suoi movimenti, anche involontari, e questo gli dà la possibilità di sapere molto di più di se stesso, perché è una specie di specchio, molto più elaborato e oltre tutto interiore, non solamente esteriore.

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Domanda 5
Interagire con se stessi, quindi, attraverso le macchine. E' un filone di ricerca artistica, questo, perché anche Monika Fleishmann ha ripreso il mito di Narciso.

Risposta
Se da un lato le nuove tecnologie vanno verso la comunicazione globale - quindi Internet, le reti - dall'altro però consentono di accedere agli spazi interiori, che sono altrettanto vasti. Se da un lato l'astrofisica si occupa di big-bang, di buchi neri, dall'altro lato la neuro-fisiologia sta scoprendo che è altrettanto vasto, altrettanto insondabile lo spazio interno, il che ripropone la divisione, che c'è sempre stata nella nostra tradizione occidentale, tra macrocosmo e microcosmo.

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