Archeologia e
informatica: oggi Gis, domani Hdm
Il ruolo dell'informatica nei modelli della ricerca
archeologica. Esperienze e prospettive in un convegno dei Lincei.
di Georgia Garritano
Le antiche civiltà si studiano sempre di più con le moderne
tecnologie. Lo dimostrano i risultati di alcune ricerche archeologiche
presentati al convegno internazionale organizzato la scorsa settimana a
Roma dall'Accademia dei Lincei sul
tema "I modelli della ricerca archeologica. Il ruolo
dell'informatica".
Senza il Gis (Geographic information system), un sistema
informatizzato per l'acquisizione, la memorizzazione, l'elaborazione e
la rappresentazione dei dati riferiti alla superficie terrestre, non
avremmo aggiunto, ad esempio, alcuni elementi preziosi alle nostre
conoscenze sulle civiltà anelleniche del meridione italiano. Gli studi
su queste civiltà, infatti, si basano essenzialmente sui dati delle
necropoli, dati che "per quanto importanti, non sono sufficienti
per formulare ipotesi sull'organizzazione sociale", come spiega il
professor Francesco D'Andria, responsabile del Laboratorio
di informatica per l'archeologia dell'Università di Lecce. Grazie
al Gis è stato possibile svolgere una dettagliata analisi del
paesaggio, dei cambiamenti geologici e morfologici. La rilevazione dei
dati territoriali ha permesso di analizzare lo spazio dal punto di vista
delle risorse (fertilità del terreno, disponibilità idrica, clima) e
di costruire una base più solida per elaborare congetture sulla
distribuzione degli insediamenti e sulle attività socialmente
rilevanti.
Questo sistema permette, inoltre, di combinare dati di diversa
provenienza e di gestire i documenti di scavo. Nel "Progetto Caere",
tuttora in corso presso l'Istituto di
archeologia etrusco-italica del Cnr, il Gis si è rivelato un
potente strumento informativo per integrare i dati provenienti dalle
attività di ricerca nel territorio di Cerveteri. Sono stati realizzati
dei modelli digitali del territorio in formato sia vettoriale sia raster.
Nel primo caso gli oggetti sono rappresentati come punti nello spazio e
l'archiviazione dei dati ha, pertanto, una forma molto compatta; nel
secondo lo spazio geografico è rappresentato mediante una griglia di
celle, modalità che aumenta le possibilità analitiche. Il progetto
prevede, inoltre, la codifica ipertestuale dei diari di scavo mediante
il linguaggio Sgml (Standard generalized markup language).
L'informatica incide, quindi, già attivamente sulla ricerca
archeologica offrendo soluzioni tecniche ai problemi della
rappresentazione e della gestione dei dati archeologici: modello
relazionale delle banche dati, ambienti operativi integrati,
procedimenti statistici, linguaggi di codifica. Essa costituirà sempre
di più un terreno comune sul quale far convergere i risultati ottenuti
con diverse metodologie, mediante la costruzione di modelli. Saranno
modelli costituiti da oggetti informatici dinamici, che non si limitano
a rappresentare i dati ma ricostruiscono anche i possibili rapporti
esistenti fra loro.
Se, dunque, il Gis è un sistema ormai consolidato, il modello del
futuro potrebbe essere l'Hdm (Hypermedia design model). Si tratta di un
linguaggio, di recente elaborazione, per la progettazione di
applicazioni ipermediali in grado di descrivere sia l'organizzazione
delle informazioni così come viene percepita dall'utente, sia la
dinamica delle applicazioni, cioè quello che succede durante l'uso
dell'applicazione stessa. Lo sviluppo di ambienti tridimensionali e
interattivi appare, infatti, quanto mai funzionale al trattamento dei
dati archeologici.
Mercoledì 29 Novembre 2000
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