Copertina del libro (foto di Silvio Sosio)

Roberto Genovesi: biografia

Roberto Genovesi: intervista

 

L'autore: "Internet strumento di libertà degli scrittori, ma il libro resisterà a qualunque rivoluzione tecnologica".

L'esorcista e il suo palmare


Estratto da: Roberto Genovesi, Inferi on Net, Mondadori, Collezione Urania, novembre 2000

E così, Elifas Mandai si trovò seduto in un punto qualunque di uno spazio completamente bianco del quale non riusciva a distinguere i confini. Si guardò intorno e vide il notebook palmare a pochi centimetri dalle sue gambe: era caduto su qualcosa di molto simile ad un limite fisico con l'aspetto d'un pavimento incolore, ma in buone condizioni. Era rimasto perfino acceso dal momento in cui il prete lo aveva attivato. Il pennino era sparito, ma il prete si fidò della sensibilità dei suoi polpastrelli per chiamare la formula che era stato sul punto di pronunciare di fonte al ragazzo e alla domestica, prima di accorgersi che fossero neurosimulazioni. L'esorcista scandì le parole in aramaico come fossero i versi di una poesia. Sembrava ispirato e aveva chiuso gli occhi, mentre il respiro gli sollevava il torace con la cadenza delle rime. Ma l'alcool che aveva in corpo era troppo e a tratti la memoria non lo assisteva, la voce perdeva colpi. A quel punto le note di un pianoforte a coda invasero l'aria. Apparve dal nulla, sollevato nell'etere come un'enorme bolla di sapone. Roteava come un'elica impazzita, e il pianista faceva l'eco ai suoi versi. Ma era per scherno, e li traduceva simultaneamente con una bocca senza labbra che copriva tre quarti di un volto privo di occhi e lineamenti. Un virus-specchio, pensò Mandai. Banale ma efficace. Raccoglieva le sue sollecitazioni, le rielaborava privandole di qualunque effetto letale e le risputava nell'ambiente virtuale sotto forma di innocue stringhe di testo che diventavano polvere informatica nel giro di qualche istante. Il confronto, in quelle condizioni, sarebbe potuto andare avanti all'infinito, se non fosse stato per le quattro pareti trasparenti che nel frattempo avevano dato un limite convenzionale all'ambiente, procedendo una contro l'altra verso il punto centrale. Il punto in cui era seduto il prete con il suo palmare. Il pianoforte continuava a fluttuare nel vuoto e ad emettere una cantilena dolcissima, dalle sonorità quasi ipnotizzanti, mentre l'esorcismo del prete veniva riconvertito in tempo reale come vino in acqua. Le pareti procedevano stolidamente l'una contro l'altra, a velocità sempre maggiore. E il pianoforte continuava nella performance grazie alle abili dita del pianista senza braccia. Mandai tentò di cambiare la formula dell'esorcismo e ricominciò a parlare. Ma questa volta in sanscrito. L'unico effetto che la nuova strategia riuscì a ottenere, fu un consistente aumento di volume nella melodia prodotta dallo strumento che fluttuava a un paio di metri dalla sua testa. Ora il pianista recitava in aramaico, e alla traduzione dei versi del prete intercalava frasi originali. "I sette sigilli sono stati rotti - capì a malapena l'esorcista - e le sette trombe hanno fatto sentire le loro melodie, ma il drago è giunto tra noi e ha trasmesso il suo potere alla bestia". Poi il movimento delle pareti si bloccò improvvisamente e il pianoforte smise di suonare. Un sibilo acuto precedette una fase di assoluto silenzio, quindi seguirono frasi scomposte e senza senso, imprecazioni, bestemmie. Il pianoforte e il pianista implosero, assumendo la forma di microscopiche goccioline prima di essere riassorbiti dall'ambiente virtuale. "Sei intelligente - disse Mandai, smettendo di recitare la cantilena - ma non fino al punto di distinguere una formula esorcistica da un programma mimetico di autodistruzione che si attiva nel momento in cui viene rilanciato…anche se attraverso un codice di transcodifica differente!". Le pareti bianche scomparvero. Elifas Mandai si trovò seduto sulle ginocchia nel centro dell'atrio di casa Edom, col notebook palmare che fluttuava come una trottola davanti ai suoi occhi. Ad un tratto si fermò, mostrando al suo proprietario lo schermo a cristalli liquidi. C'era un messaggio.

Giovedi' 26 Ottobre 2000

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