Copertina del libro (foto di Silvio Sosio)

Roberto Genovesi: biografia

Brano tratto dal romanzo "Inferi on net"

L'autore: "Internet strumento di libertà degli scrittori, ma il libro resisterà a qualunque rivoluzione tecnologica".

Preti esorcisti: virus informatici al posto dell'acqua santa

In anteprima ,"Inferi on net", il nuovo romanzo di Roberto Genovesi edito da Mondadori. Appello agli hacker: sabotate i siti pedofili, nuovi "diavoli" sulla Rete.

di Eleonora Giordani

Se Faust vivesse nel 21° secolo sarebbe probabilmente un genio dell'informatica e farebbe i suoi esperimenti in un sofisticatissimo laboratorio virtuale, in compagnia del diavolo Ma cosa succederebbe se le forze del male volessero sferrare un attacco massiccio?

In un'epoca in cui le attività umane si trasferiscono on line, i demoni sarebbero costretti a cacciare le anime su Internet. Questo è lo scenario immaginato da Roberto Genovesi per il suo nuovo romanzo, Inferi on Net. Nella realtà virtuale, si possono provare tutte le sensazioni senza mettere a repentaglio il proprio corpo. Ma è proprio in condizione di simulazione che non si riesce a distinguere nitidamente il reale dall'immaginario, il bene dal male. Una ghiotta opportunità per i cyberdiavoli. Per combatterli, l'acqua santa non basta. Nel romanzo, il Vaticano addestra uno sparuto gruppo di esorcisti all'uso delle più avanzate tecnologie informatiche. Uno di loro è il protagonista della storia. Si chiama Elifas Mandai, e se volete conoscerlo meglio potete leggere un brano estratto dal romanzo, che l'autore ha gentilmente concesso in anteprima al nostro sito. Oltre a scrivere romanzi di fantascienza, Roberto Genovesi è anche giornalista, sceneggiatore di fumetti, e creatore di videogiochi. L'uscita del libro* è un'occasione per parlare con lui di Internet, di narrativa cyberpunk, ma anche della sua esperienza di scrittore che si confronta con le nuove tecnologie.

Come è nata l'idea di "Inferi on Net"?

La fantascienza, al di là dei luoghi comuni relativi alle astronavi e ai marziani, ha sempre avuto come compito fondamentale quello di 'speculare' sugli sviluppi sociali, tecnologici e scientifici della società. Non c'è dubbio che la Rete sia oggi il cuore dell'evoluzione umana nel terzo millennio, almeno dal punto di vista tecnico, economico e ludico. Ho solo cercato di capire, e sviluppare attraverso un romanzo, uno scenario nel quale l'uomo, pur proteso verso un universo virtuale che diventa sempre più una sorta di mondo alternativo e non più di riserva rispetto a quello reale, conservi la sua natura trascendente e metafisica. Per questo ho provato ad immaginare cosa succederebbe se il diavolo fosse costretto ad andare a cercarsi le anime delle sue prede on line.

Il romanzo si apre con una scena di esorcismo virtuale. Significa che in questo nostro mondo telematico c'è ancora spazio per le antiche paure dell'uomo?

Le paure dell'uomo sono ancestrali. Rappresentano il retaggio di antiche tradizioni e, nella maggior parte dei casi, sono anche uno strumento di difesa. Internet è una sorta di secondo mondo per l'uomo. E' importante che egli tenga sempre presente il suo fardello di paure e di incertezze anche in un contesto di realtà virtuale perché è un modo per distinguere ciò che è vero da ciò che è solo una manipolazione del vero. Altrimenti il rischio - che poi è la premessa del romanzo - è che abbandoni il mondo vero per rifugiarsi in un universo virtuale che permetta di tutto senza in cambio chiedere alcun sacrificio in termini di fatiche ed emozioni.

In mancanza di preti tecnologici, come ci si difende dai pericoli nascosti nella Rete?

E' difficilissimo rispondere a questa domanda. Bisogna prima di tutto capire cosa intendiamo per ''pericoli''. Se parliamo di diffusione incontrollata di informazioni, prodotti creativi e altro, credo che la fase attuale di confusione lascerà il posto ad un processo di assestamento accettabile anche attraverso mirate leggi di difesa del copyright e la deontologia professionale che, nonostante quello che si pensi dall'esterno, non ha mai abbandonato la classe dei giornalisti professionisti. Se ci riferiamo, come invece credo, al problema della pedofilia in rete, la faccenda si fa più complicata. Internet è un esempio eccellente di libertà della circolazione delle idee. Limitare questo interscambio costante tra utenti, che poi è alla base del successo di Internet, sarebbe controproducente per tutti. Ma un conto è la diffusione delle idee e un conto sono i reati che restano tali sia nel mondo reale che in quello virtuale. Contro la pedofilia on line valgono le stesse regole che le forze dell'ordine e la magistratura mettono in atto off line: controlli severissimi, pene pesanti e certe. Gli utenti, soprattutto quelli che hanno attivato il collegamento in rete ''perché ce l'hanno tutti ormai'' o ''perché così mio figlio impara tante belle cose gratis'' devono comprendere che Internet non è una moda passeggera ma uno strumento che ci condizionerà fortemente nel prossimo futuro. Quando un bambino naviga in Internet è come se uscisse da solo la sera. Fino a quando non raggiunge un'età giusta per difendersi da solo, bisogna accompagnarlo e non lasciarlo solo davanti al monitor. Per ora è tutto quello che possiamo fare. Se poi gli hacker, che sono tanto bravi a violare siti di aziende od organismi politici, e si dedicassero al sabotaggio sistematico dei siti dei pedofili non mi dispiacerebbe…

Perché Internet nei romanzi fa spesso la parte del "cattivo"? Un po' come gli indiani nei primi film western o i marziani degli anni '50…

Non direi. Soprattutto la narrativa cyberpunk di matrice americana ha sempre considerato la rete come uno strumento di fuga, di libertà, di protesta nei confronti dei grandi sistemi economici e politici che bramano di conquistare il mondo attraverso la globalizzazione dell'economia e delle idee. E poi, proprio come nel caso degli indiani, primo o poi si scoprirà che i cattivi sono ''gli altri''.

In Italia il cyberspazio è ancora poco sfruttato in letteratura. Quali sono, se ci sono, gli autori che hanno alimentato questa sua passione?

Io scrivo fantascienza da quando avevo 18 anni e mi occupo di Internet e multimedialità come giornalista da almeno una decina d'anni. Ho solo fatto due più due tentando di trovare uno spazio comune per le due mie maggiori passioni. Quanto agli autori, il filone cyberpunk dei vari Gibson, Robinson, Shepard ma anche prima di loro Dick hanno sicuramente sollecitato la mia fantasia. Ma Inferi On Net è anche un romanzo che risente molto di un nuovo modo di scrivere caratteristico di una generazione di autori che si occupano anche di cinema e videogiochi: un nuovo e più immediato ritmo narrativo e stilsitico. Credo che sia questa la formula vincente per avvicinare le nuove generazioni cresciute a colpi di videoclip, videogame e fumetti.

Internet è uno strumento eccezionale per i creativi e per la circolazione delle idee. Si è parlato molto del caso di Stephen King e di altri autori che mettono online i loro romanzi e li vendono al pubblico scavalcando gli editori. Qual è il suo rapporto di scrittore con la Rete?

Io credo che il contenitore ottimale per un romanzo resti ancora il volume cartaceo. In un vecchio racconto di fantascienza un computer veniva interrogato per trovare un supporto ideale capace di raccogliere dati, resistere al tempo senza avere bisogno di fonti secondarie d'energia. La risposta del computer fu: il libro. La rete è molto utile per raccogliere informazioni per la realizzazione di un romanzo o, come nel mio caso, per accelerare i tempi di produzione attraverso l'editing on line in tempo reale con la Mondadori. Ma il fascino di un libro resisterà a qualunque rivoluzione tecnologica. Io faccio lo scrittore e il giornalista, due attività che mi prendono quasi tutta la giornata. Non ho il tempo, per ora, di fare anche il libraio virtuale anche se gli scenari dell'editoria sono in continua evoluzione.

Fantascienza e multimedia sono i due poli della sua attività professionale, che va dalla letteratura, ai fumetti, ai videogiochi. E adesso il suo libro è pubblicato da un editore, Mondadori, che punta molto sull'e-book. A quando un romanzo elettronico?

Devo dire che proprio in questi giorni il mio agente mi ha sottoposto una serie di proposte proprio sul fronte dell'e-book. Ci sto riflettendo. Vorrei capire qual è il potenziale pubblico. Magari sarebbe interessante proporre un prodotto creativo su direttrici parallele e non alternative. Almeno per il momento.

*La presentazione di "Inferi on Net" è fissata per il 4novembre alle 18 a Roma presso la Biblioteca Rispoli di piazza Grazioli 4.

Giovedi' 26 Ottobre 2000

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