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Il messaggio dei terroristi è arcaico nei contenuti, ma forse è una traduzione dall'inglese



I pareri di Federico Rampini, Andrea Purgatori sul comunicato di rivendicazione delle Bierre

Storicamente le BR i gruppi armati dell'eversione rivendicavano le loro azioni attraverso dei volantini che venivano lasciati nei cassonetti dei rifiuti e usavano telefonisti e targhe false. Le nuove Bierre invece usano la posta elettronica, rivendicano un comunicato mandandolo attraverso i nuovi mezzi di comunicazione. E' semplicemente un adeguamento al tempo che è passato, Vogliono dare il senso della "contemporaneità'' delle loro azioni o implica qualcosa di diverso?


RAMPINI: Per il momento mi sembra che sia soltanto un adeguamento, un utilizzo delle nuove tecnologie dietro a contenuti che non mi sembrano affatto aggiornati. Anzi mi ha colpito proprio questo aspetto arcaico del messaggio dei terroristi. Per esempio è sorprendente che nella stessa logica di un gruppo terroristico non ci sia nessun tentativo di stabilire in qualche modo un dialogo, un collegamento, rilanciare dei messaggi al mondo dei No-global che è uno dei movimenti sociali più interessanti che sono nati in Italia, in Europa e nell'Occidente negli ultimi tre anni. Quindi ho avuto l'impressione di un terrorismo molto fossilizzato, legato a delle incrostazioni del passato della storia del terrorismo italiano, capace però effettivamente di muoversi con disinvoltura nel mondo delle nuove tecnologie e di usare la posta elettronica. Ma d'altra parte questa è vita corrente ormai, è un fenomeno di massa talmente diffuso sarebbe da stupirsi del contrario.

Forse l'unica cosa che può stupire è il fatto che notoriamente attraverso la posta elettronica si corre il rischio di lasciare delle tracce, chiunque la usa lo sa

RAMPINI: E' vero che ogni posta elettronica corrisponde a un indirizzo a cui si può risalire, però è come fare una telefonata da un telefono pubblico del bar della stazione in un'ora affollata. La probabilità che qualcuno, qualche testimone si ricordi di una persona che è passata nell'Internet Caffè in un certo momento per utilizzare i servizi offerti dall'Internet Caffè è purtroppo una possibilità non molto elevata.

Il tuo primo impatto con la nuova emergenza del fenomeno BR attraverso il mondo delle nuove tecnologie qual è stato invece?

PURGATORI: non mi ha stupito molto la qualità del testo quindi da questo punto di vista sono d'accordo con Rampini, contiene una serie di informazioni e anche un modo di esporre estremamente arcaico. C'è una cosa molto interessante sul sito di Oikos , un'organizzazione di volontariato internazionale - che ha una piccola nicchia nella quale si fanno delle riflessioni sul terrorismo e la lotta armata e le BR in particolare-, viene fatta un'analisi del comunicato di rivendicazione delle Brigate Rosse sul delitto Biagi. Attraverso una serie di esempi molto articolati sembra di capire che una parte consistente di questo testo sia in realtà una traduzione dall'inglese, con l'uso di termini che vengono tradotti in modo improprio ma indicativi del passaggio da una lingua all'altra. Ci sono alcune parti che sembrano assolutamente tradotte da un testo inglese. E tradotte in modo talmente improprio da essere appunto così evidente questa percezione della lingua straniera.
Un testo inglese come un collage di alcuni brani che fanno riferimento alle questioni della globalizzazione, alle questioni della lotta armata e del capitale. Brani che possono essere stati presi in Rete da testi che sono a disposizione di tutti.

Fai pensare che ci sia una fonte ispirativa, una matrice che non sia solo italiana?

PURGATORI: anche la scelta di mettere in rete il comunicato da' il senso di un passaggio di tempo all'interno dell'organizzazione delle Brigate Rosse, non c'è più il vecchio comunicato con la stella a cinque punte. C'è un indirizzario con 500 destinatari scelti sulla rete, che però potrebbe anche essere un punto di debolezza dal punto di vista delle indagini.

In America la situazione è evidentemente molto diversa, per esempio, tutto il caso dell'antrace si disse che era legato a un fenomeno nazionale e non internazionale. Se ne è mai più saputo nulla? E nulla di tutto questo è transitato come fonte di informazione o di rivendicazione attraverso Internet?

RAMPINI: No, purtroppo il caso dell'antrace è un'altra tragica sconfitta delle forze di polizia, dei servizi segreti, dell'FBI negli Stati Uniti. Nel senso che sono passati mesi e le indagini sono allo stallo assoluto. Il terrorismo dell'antrace è stato attribuito a qualche gruppo interno. Potrebbe trattarsi anche soltanto di un singolo ricercatore, di un biologo molto esperto nell'antrace che avrebbe potuto agire da solo o con pochissimi complici; una cellula, quindi, anche di dimensioni molto ridotte. Non hanno mai utilizzato Internet per le rivendicazioni come è noto anzi l'antrace usava il più antico sistema di comunicazione, cioè la posta, per trasmettere la malattia. Questo forse è stato anche un elemento di forza e di difficoltà per gli inquirenti, ma sicuramente si è trattato di un terrorismo ad altissima tecnologia; poiché la capacità di maneggiare l'antrace poteva essere attribuita soltanto a delle persone tecnicamente molto sofisticate, probabilmente dei biologi con accesso a centri di ricerca militari o comunque legati alle commesse dell'esercito americano.

Abbiamo capito che le Brigate Rosse italiane agiscono in fondo come agivano quelle di 20-30 anni fa, cioè uccidono. Lasciano un comunicato, lo mandano via mail ma in fondo non fanno un'operazione molto diversa da quella di una volta. Nel frattempo però esiste tutto un cyber-terrorismo che passa attraverso l'hackeraggio; sono mondi separati rispetto alle Bierre?


PURGATORI: Questo è difficile da dire. Certamente l'idea di portare sulla rete, attraverso la rete, un messaggio di rivendicazione significa anche tentare di saldare un'area di consenso che in questo momento le nuove Brigate Rosse non hanno rispetto a quelle di 20 anni fa.

RAMPINI: Io escluderei la possibilità di una saldatura tra mondo delle Brigate Rosse e quello degli Hackers. Perché secondo me sono due mondi diversissimi, agli antipodi, rappresentano culture incomunicabili tra di loro. Sicuramente gli americani sono molto preoccupati che il prossimo attacco terroristico possa essere un attacco che utilizzi anche mezzi di cyber-terrorismo. Per esempio che oltre a colpire un obiettivo fisico importante e strategico, come ad esempio una centrale nucleare, tenti anche di paralizzare alcuni gangli vitali di comunicazione, per impedire ad esempio l'arrivo dei soccorsi. Questo è uno scenario che viene preso molto sul serio, cioè uno scenario che congiunge l'11 settembre e il baco del millennio, tanto per intenderci. E su questo stanno investendo molto in dispositivi di cyber-sicurezza. Va detto però che l'attacco dell'11 settembre è stato un attacco assolutamente a bassa tecnologia. E' vero che i terroristi potrebbero anche usare nuovi mezzi, ma non dimentichiamoci che l'attacco dell'11 settembre è stato tipicamente un attacco condotto contro un sistema complesso e sofisticato com'è' il sistema del trasporto aereo, utilizzando armi, strumenti e organizzazioni, invece, di una semplicità primordiale.