Deutsche
Telekom conquista VoiceStream
Colpo grosso
di Deutsche Telekom negli Usa -cosi' apre la
notizia il Sole 24 Ore che, con un
offerta pari a circa 101 miliardi di lire,
si aggiudica il controllo di VoiceStream,
l'astro nascente del Gsm americano.
L'acquisizione di VoiceStream da parte di
Deutsche Telekom ha sollevato tra i
parlamentari americani una consistente
opposizione dal momento che la legge
stabilisce che una societa' telefonica
controllata da un Governo straniero non puo'
possedere piu' del 25% del capitale di un
concorrente americano, a meno che la fusione
non sia di interesse pubblico. Proprio per
prevenire, in qualche misura, lo scontro sul
tema della pubblica proprieta' la Deutsche
Telekom ha strutturato la propria offerta in
modo da coprire tutti i possibili scenari,
fino a ridurre la quota di capitale detenuta
dal governo tedesco. Il cuore del problema
americano non e' pero' costituito tanto
dall'interesse a salvaguardare gli operatori
nazionali quanto, piuttosto, dall'esigenza
di garantire che le imprese americane
abbiano in Europa le stesse opportunita' che
hanno negli Usa le aziende europee. Il caso
Deutsche Telekom-VoiceStream diventa,
quindi, campo di battaglia da parte degli
americani per costringere sia la compagnia
tedesca che, piu' in generale, le aziende
europee, ad effettuare concessioni
sull'apertura dei propri mercati domestici.
Politiche.
Il digital che divide
Uno dei temi
su cui il vertice del G8 si e' impegnato e'
costituito dal problema della diffusione
tecnologica. Il profondo divario
tecnologico-digitale che, di fatto, separa i
paesi in via di sviluppo da quelli altamente
industrializzati aumenta le difficolta' di
decollo in una economia ancora claudicante
e, sotto molti aspetti, improntata a fonti
di investimento tradizionali. Gli scambi
commerciali e le transazioni finanziarie si
effettuano sempre di piu' attraverso la
Rete. Risulta percio' evidente che i Paesi
che non ne fanno parte sono destinati a
rimanere emarginati dal mercato. E' il Sole
24 Ore a precisarlo, con un semplice
esempio. Nei nuovi mercati elettronici
spesso le aziende comprano e vendono materie
prime e semilavorati, proprio i prodotti dai
quali i Paesi in via di sviluppo traggono la
maggiore linfa vitale per la loro economia.
In tal modo, venendo meno la possibilita' di
partecipare al mercato elettronico, questi
paesi non potranno piu' puntare su quella
fonte di reddito per la loro economia. Una
riflessione sulla globalizzazione economica,
come quella che ha avuto luogo nei giorni
del summit ad Okinawa, deve tenere in debito
conto le ricadute del mercato elettronico e
delle telecomunicazioni sui Paesi del terzo
mondo con una strategia politica sensibile
soprattutto a questi ordini di problemi.
Politica
economica. Spazi italiani per Internet
E' della
prima pagina della Stampa la
riflessione sulla necessita' di unificazione
dei canali di comunicazione che percorrono,
come arterie vitali, le societa' avanzate.
L'integrazione multimediale insieme ad una
maggiore facilita' di collegamenti per le
telecomunicazioni si accompagnera' ad un
aumento della quantita' di informazioni,
oltre che ad un miglioramento della qualita'
tecnica di diffusione dei programmi. In
questo quadro politico economico si capisce
perche' risulti cosi' necessario realizzare
fusioni tra imprese che dispongono del
'contenitore' e societa' che si occupano dei
'contenuti'. L'intreccio tra il politico e
l'economico, cosi' come tra l'informazione e
la forma in cui essa viene mediata e'
espressione di un nodo cardine di questa
tappa del capitalismo. Se l'Italia non si
lancia nell'acquisizione di contenitori
italiani sara' poi difficile diffondere
contenuti sia sul piano politico che su
quello culturale legato all'identita' del
Paese. La fusione tra Telecom e
Telemontecarlo riflette, dunque, la spinta
ad una adattamento delle culture e delle
economie nazionali in un ambiente globale in
rapida evoluzione. "sarebbe un vero
peccato se -conclude La Stampa- cio'
che riguarda l'Italia venisse conosciuto nel
mondo solo attraverso i programmi della Cnn
o di qualche altra rete americana o
tedesca".
Nuove
tecnologie. Viva il cuore che non batte
Entro breve
tempo una sorta di microturbina, ora usata
come apparecchio di assistenza ventricolare,
potra' sostituire completamente i pesanti e
scomodi organi artificiali del passato
grazie ad una tecnologia che permette di
sfruttare i principi delle turbine
aerospaziali della Nasa. Questo strumento
pesa quindici volte meno degli usuali cuori
artificiali e introduce l'innovativo
concetto del flusso continuo, senza
pulsazioni cardiache. Il paziente dopo
l'intervento non avra' piu' polso ne'
tantomeno pressione, mentre il sangue entra
ed esce dal muscolo cardiaco senza che
questo si muova. A concepire questo mirabile
gioiello tecnico e' stato un chirurgo
americano, De Bakey, che ha pensato bene di
copiare in piccole dimensioni il modello
delle turbine della Nasa. Se un domani vi
capitasse di incontrare un partner il cui
muscolo cardiaco non emette pulsazioni, non
pensate che sia, necessariamente,
"senza cuore"!