Roma, 25 Luglio 2000

Deutsche Telekom conquista VoiceStream

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Deutsche Telekom conquista VoiceStream

Colpo grosso di Deutsche Telekom negli Usa -cosi' apre la notizia il Sole 24 Ore che, con un offerta pari a circa 101 miliardi di lire, si aggiudica il controllo di VoiceStream, l'astro nascente del Gsm americano. L'acquisizione di VoiceStream da parte di Deutsche Telekom ha sollevato tra i parlamentari americani una consistente opposizione dal momento che la legge stabilisce che una societa' telefonica controllata da un Governo straniero non puo' possedere piu' del 25% del capitale di un concorrente americano, a meno che la fusione non sia di interesse pubblico. Proprio per prevenire, in qualche misura, lo scontro sul tema della pubblica proprieta' la Deutsche Telekom ha strutturato la propria offerta in modo da coprire tutti i possibili scenari, fino a ridurre la quota di capitale detenuta dal governo tedesco. Il cuore del problema americano non e' pero' costituito tanto dall'interesse a salvaguardare gli operatori nazionali quanto, piuttosto, dall'esigenza di garantire che le imprese americane abbiano in Europa le stesse opportunita' che hanno negli Usa le aziende europee. Il caso Deutsche Telekom-VoiceStream diventa, quindi, campo di battaglia da parte degli americani per costringere sia la compagnia tedesca che, piu' in generale, le aziende europee, ad effettuare concessioni sull'apertura dei propri mercati domestici.

Politiche. Il digital che divide

Uno dei temi su cui il vertice del G8 si e' impegnato e' costituito dal problema della diffusione tecnologica. Il profondo divario tecnologico-digitale che, di fatto, separa i paesi in via di sviluppo da quelli altamente industrializzati aumenta le difficolta' di decollo in una economia ancora claudicante e, sotto molti aspetti, improntata a fonti di investimento tradizionali. Gli scambi commerciali e le transazioni finanziarie si effettuano sempre di piu' attraverso la Rete. Risulta percio' evidente che i Paesi che non ne fanno parte sono destinati a rimanere emarginati dal mercato. E' il Sole 24 Ore a precisarlo, con un semplice esempio. Nei nuovi mercati elettronici spesso le aziende comprano e vendono materie prime e semilavorati, proprio i prodotti dai quali i Paesi in via di sviluppo traggono la maggiore linfa vitale per la loro economia. In tal modo, venendo meno la possibilita' di partecipare al mercato elettronico, questi paesi non potranno piu' puntare su quella fonte di reddito per la loro economia. Una riflessione sulla globalizzazione economica, come quella che ha avuto luogo nei giorni del summit ad Okinawa, deve tenere in debito conto le ricadute del mercato elettronico e delle telecomunicazioni sui Paesi del terzo mondo con una strategia politica sensibile soprattutto a questi ordini di problemi.

Politica economica. Spazi italiani per Internet

E' della prima pagina della Stampa la riflessione sulla necessita' di unificazione dei canali di comunicazione che percorrono, come arterie vitali, le societa' avanzate. L'integrazione multimediale insieme ad una maggiore facilita' di collegamenti per le telecomunicazioni si accompagnera' ad un aumento della quantita' di informazioni, oltre che ad un miglioramento della qualita' tecnica di diffusione dei programmi. In questo quadro politico economico si capisce perche' risulti cosi' necessario realizzare fusioni tra imprese che dispongono del 'contenitore' e societa' che si occupano dei 'contenuti'. L'intreccio tra il politico e l'economico, cosi' come tra l'informazione e la forma in cui essa viene mediata e' espressione di un nodo cardine di questa tappa del capitalismo. Se l'Italia non si lancia nell'acquisizione di contenitori italiani sara' poi difficile diffondere contenuti sia sul piano politico che su quello culturale legato all'identita' del Paese. La fusione tra Telecom e Telemontecarlo riflette, dunque, la spinta ad una adattamento delle culture e delle economie nazionali in un ambiente globale in rapida evoluzione. "sarebbe un vero peccato se -conclude La Stampa- cio' che riguarda l'Italia venisse conosciuto nel mondo solo attraverso i programmi della Cnn o di qualche altra rete americana o tedesca".

Nuove tecnologie. Viva il cuore che non batte

Entro breve tempo una sorta di microturbina, ora usata come apparecchio di assistenza ventricolare, potra' sostituire completamente i pesanti e scomodi organi artificiali del passato grazie ad una tecnologia che permette di sfruttare i principi delle turbine aerospaziali della Nasa. Questo strumento pesa quindici volte meno degli usuali cuori artificiali e introduce l'innovativo concetto del flusso continuo, senza pulsazioni cardiache. Il paziente dopo l'intervento non avra' piu' polso ne' tantomeno pressione, mentre il sangue entra ed esce dal muscolo cardiaco senza che questo si muova. A concepire questo mirabile gioiello tecnico e' stato un chirurgo americano, De Bakey, che ha pensato bene di copiare in piccole dimensioni il modello delle turbine della Nasa. Se un domani vi capitasse di incontrare un partner il cui muscolo cardiaco non emette pulsazioni, non pensate che sia, necessariamente, "senza cuore"!