Arriva
la casa tecnologica
Si trova a Milano, a due passi dal Duomo, la
"Internet Home", la casa cablata
in fibra ottica, che ha un sistema di
gestione integrata e automatica degli
elettrodomestici e degli impianti di
illuminazione e apparecchiature televisive e
informatiche all'avanguardia. Attraverso
Internet è possibile programmare e
comandare gli elettrodomestici, creare
scenari di illuminazione (cena, notte,
giorno, lettura) e comandare luci e
tapparelle, controllare le camere nelle
quali sono disposte delle webcamere. La
cablatura a fibra ottica, inoltre, consente
di utilizzare la rete a banda larga a una
velocità 200 volte superiore a quella
attuale. Come sottolinea oggi il Corriere
della Sera, per ora la "Internet
home" milanese è solo un esempio, ma
in primavera sarà un appartamento come un
altro, affittato a circa 60 milioni l'anno.
E presto saranno molte le case tecnologiche
disponibili sul mercato.
Ibm
apre un centro per sviluppare idee destinate
all'e-com
Nasce
a Milano la fabbrica dell'e-business del
futuro: si chiama Centre for Ibm e-business
innovation ed è targata Big-Blue. Come si
legge sul Sole 24 ore di oggi, il centro è
destinato a fornire aiuto alle aziende che
intendono trasformare in realtà i propri
progetti in materia di e-business, con
l'obiettivo di integrare le competenze nei
campi della strategia aziendale, del
marketing, dell'incentive design e della
tecnologia. L'attività del centro copre
comunque l'intera catena dei servizi legati
al Web, dalla creazione di un sito o di un
portale, alla realizzazione di un sistema
logistico e amministrativo sincronizzato con
le attività online. Nel nuovo centro, al
fianco di Ibm collaborano, in qualità di
partner, aziende impegnate nella Net economy
specializzate in differenti settori: Cisco
system, Click.it, Giornalisti associati, Mp
esperia, Ogilvy e Quadrante. Tra i primi
progetti completati vi sono Giacomini,
FashionWeb.net, Unora.it, e TuttoPmi di
Telecom Italia wireline services.
Soru
traccia un bilancio della sua avventura
imprenditoriale
Intervistato
da Repubblica, Renato Soru traccia un
bilancio della sua attività
imprenditoriale, a dodici mesi dal debutto
in Borsa. Soru si dice tranquillo perché le
azioni della Tiscali, nonostante questo
autunno nero per il mercato azionario,
valgono sempre sette volte oltre il prezzo
del collocamento, e soprattutto sottolinea
il fatto che oggi esiste un'azienda, che un
anno fa non c'era, che dà lavoro a 700
persone, nata senza alcun aiuto, se non
quello del mercato. E per il futuro? Soru
dichiara che la sua partecipazione
diminuirà sempre più, fino a che l'azienda
potrà vivere di vita propria; e in merito
alle polemiche sulle stock option dice:
"Visto che sono azionista, oltre che
manager, di questa azienda, non troverei
corretto presentarmi in consiglio di
amministrazione per farmi assegnare una
stock option. Se sarò bravo, se saprò
creare valore, io avrò già il mio ritorno:
la valorizzazione della mia
partecipazione".
Napster
dà una mano alla ricerca
Ispirati
dal programma per scaricare gratuitamente
musica da Internet, scienziati e aziende si
preparano a entrare nei computer di tutti:
si legge oggi su Internazionale, che
riporta un articolo apparso su The Boston
Globe negli Stati Uniti. È possibile
utilizzare migliaia di comunissimi computer
privati, in modo che passino le ore di
inattività elaborando pezzettini di un
grande problema. Come il famoso programma
Napster, che riunisce la potenza di computer
collegati a Internet per creare una sorta di
discoteca globale, il nuovo sistema utilizza
questa potenza per trattare problemi di
calcolo troppo complessi per essere gestiti
da singoli computer. Il nuovo servizio è
rivolto alle grandi aziende che pagherebbero
per poter accedere ai Pc. Questa modalità
si chiama distributed computing ed è
stata introdotta dalla Planetary Society,
un’ organizzazione senza fini di lucro che
ha diffuso un programma chiamato Seti@home
(da Search for Extra-Terrestre
Intelligence), per contribuire alla ricerca
di esseri intelligenti su altri pianeti.
Grazie al programma vengono utilizzati più
di due milioni di computer in 226 paesi per
analizzare miliardi di bit di dati raccolti
dal più grande radiotelescopio del mondo.