Roma, 12 Luglio 2000

Pirelli: nasce la e-fabbrica

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Societá che cambia

 

Pirelli: nasce la e-fabbrica

Mille miliardi di investimenti nei prossimi tre anni per creare la prima fabbrica on line. Dopo quasi cinque anni di studi e ricerche la Pirelli ha messo in funzione ieri alla Bicocca il primo stabilimento produttivo di pneumatici basato sul processore Mirs (acronimo di Modular integrated robotized system). La ha presentata il presidente e amministratore delegato della Pirelli Marco Tronchetti Provera che, riferisce il Corriere della Sera, ha dichiarato: “Con questa iniziativa la new economy abbraccia la old economy”. L’operazione di automazione della fabbrica e’ comunque di piu’ ampia portata prevedendo la gestione integrata on line dell’intero ciclo di vita aziendale, dagli acquisti alla commercializzazione, dalla ricerca alla progettazione, dalla produzione alla logistica.

 

Yahoo! trascina al ribasso il Nasdaq

Scende Yahoo! (-4,1%) e con lui i titoli tecnologici statunitensi, facendo segnare ieri una flessione del comparto anche in Europa. Come riportato dal Sole 24 Ore hanno subito un calo societa’ “storiche” della new economy: -10,5% per Compaq, -8,6 per E-bay e una flessione del 5,5 % per Amazon. La tendenza al ribasso ha avuto ripercussioni nel vecchio continente dove sono scesi i titoli degli Internet service provider. Un’inversione di rotta, rispetto all’euforia degli scorsi mesi, che gia’ aveva dato corpose avvisaglie la scorsa settimana quando i titoli della Computer Associates e della Intel avevano portato ad un ribasso del 3,2% del Nasdaq (l’indice Usa dei titoli tecnologici).

 

“Internet sta esplodendo”. Societa’ Usa lancia l’allarme

Sette milioni di pagine al giorno. Per un totale, attuale, di oltre 2,1 miliardi di pagine. La crescita vertiginosa del Web ha spinto gli analisti di una societa’ Usa, La Cyveillance a denunciare il rischio collasso (denuncia riportata oggi sulle pagine della Stampa). Secondo i ricercatori, nei primi mesi del 2001 il numero di pagine Internet superera’ i quattro miliardi . Di questi ben l’85% sono fatte negli Stati Uniti. Una grande mole di informazioni la cui utilita’ va rapidamente decrescendo: se fino a pochi mesi fa infatti la percentuale di pagine utili per un cittadino medio era dello 0,1 per cento, attualmente e’ scesa di un decimo allo 0,01%.