Arte ex machina

Il Manifesto inaugura oggi una serie di articoli dedicati alla ricognizione del panorama artistico nell'era del trionfo informatico. Ormai il rapporto tra gli artisti e le nuove tecnologie è un dato di fatto e si moltiplicano le istituzioni per la net-art, come lo Zkm o lo Icc di Tokyo, il Walker Art Center di Minneapolis, il Dia Center for the Arts e il Moma di New York. Ma emergono alcuni nodi filosofici che meritano di essere affrontati. Prima questione: immaginazione e creatività offrono ancora delle resistenze a lasciarsi imbrigliare nella logica binaria del computer? La risoluzione dell'esperienza artistica nei linguaggi digitali azzera il senso di una domanda rivolta a interrogarne l'autonomia? In quale misura l'arte si sottrae alla deriva conformistica che la ridurrebbe a licenza poetica della Tecnica? E, in definitiva, come orientarsi criticamente senza cedere al ricatto di apparire antimoderni? Il dibattito è aperto.

De Benedetti: "Hi-tech, ripresa lontana"

"La new economy ha sofferto di ipervalutazioni per diverso tempo ma ora forse siamo nell'eccesso opposto. Anche se per una ripresa di Internet in Borsa i tempi non sono ancora maturi". Intervistato dal Sole 24 Ore, Carlo De Benedetti, azionista di controllo di Cdb Web Tech, a poco più di un anno del suo ingresso tra i grandi investitori dell'hi-tec, resta prudente sulle porspettive del settore. "Credo che i grandi collocamenti non ripartitranno prima del 2002, in America come qua. Del resto chi oggi va in Borsa o in banca per chiedere soldi per un'azienda tlc o hi-tec viene trattato come un appestato". Una ripresa del mercato per De Benedetti avverrà quando "si tornerà a guardare ai fondamentali delle aziende e non alle speculazioni sulle loro prospettive di crescita". E comunque non nei prossimi sei mesi: "La recessione è già una realtà in Giappone e una probabilità in Europa e negli Usa. Non vedo una ripresa vera e propria ma un galleggiamento sulla tenuta dei consumi".


Robot casalinghi, la nuova rivoluzione femminile

L'aspirapolvere compie 100 anni: il 30 agosto 1901 veniva presentato un macchinario per pulire gli scompartimenti dei treni, per essere trasportato lungo il pavimento richiedeva l'opera di almeno quattro persone. Oggi gli elettrodomestici, sempre più piccoli e maneggevoli, sono diventati protagonisti delle nostre case e i sociologi non esitano a definirli "strumenti per l'evoluzione della società". Per Paolo de Nardis, preside della facoltà di Sociologia dell'Università di Roma La Sapienza e studioso del femminismo, "l'invenzione degli elettrodomestici `e stato il primo passo verso l'emancipazione femminile". Intervistato da Repubblica, il professore si spinge ancora più in là: "Uscita di casa grazie alla tecnologia, la donna vi tornerà con il telelavoro". E questa volta non in posizione subalterna rispetto all'uomo, perché le faccende domestiche smetteranno di assillarla. I robot e gli apparecchi elettronici infatti, prosegue De Nardis, "svolgeranno tutte le mansioni di una casalinga. E la donna potrà dedicarsi alle proprie aspirazioni umane e professionali".


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