Internet mette il prefisso

Parte oggi il primo servizio di telecomunicazioni interamente dedicato all'accesso ad Internet. Utilizzando un apposito prefisso, il 709, gli Internet provider potranno evitare il collegamento attraverso le linee Telecom. L'Autorità per le comunicazioni ha infatti approvato una nuova offerta di Telecom Italia per gli Isp (internet service provider) che permetterà di ridurre sensibilmente i prezzi di accesso al web. I provider potranno raccogliere il traffico dei propri abbonati al costo di 20 lire per minuto, fatturando direttamente i propri clienti per tale servizio.
Fino ad oggi, spiega il Sole 24 Ore, ci si poteva collegare in Rete solo chiamando un numero urbano e Telecom "girava" al provider una parte dei proventi della telefonata.
Con l'approvazione della nuova offerta - ha sottolineato a nome dell'Authority Tlc il commissario Paola Manacorda - ''gli internet provider avranno un nuovo strumento per competere in piena parità con Telecom sul mercato di Internet''. L'offerta di Telecom riguarda, naturalmente, tutti gli isp e dunque - osserva l'Authority Tlc - crea le condizioni per una migliore concorrenza. Con l'offerta avviata oggi - secondo Paola Manacorda - si sono anche create ''le condizioni per un accordo conciliativo tra Telecom e Galactica divise da mesi da un contenzioso sul contratto di tariffa flat sottoscritto tra Telecom e l'internet provider, che l'ex monopolista non ha poi voluto rinnovare''.

Tecnologici alla riscossa

Giornata altamente positiva ieri per i titoli legati al Nuovo Mercato: a Piazza Affari Vitaminic sfiora un rialzo del 30 per cento e Tiscali guadagna oltre il 10. Anche negli Stati Uniti l'indice Nasdaq e' in netto rialzo, sull'onda dell'ottimismo espresso da Craig Barrett, il numero uno di Intel.
Gli esperti però mettono in guardia dai facili entusiasmi. In un'intervista alla Stampa, Elserino Piol si dichiara convinto che una vera e propria ripresa arriverà solo in autunno, anche se "la crisi non cambia la tendenza di fondo, che farà di Internet e delle telecomunicazioni il futuro dell'economia".
Anche per Carlo Maria Mascheroni, banchiere del gruppo Ras, l'attuale rimbalzo dei titoli tecnologici ha il fiato corto e, dalle colonne di Repubblica, consiglia ai risparmiatori di essere cauti sul Nuovo Mercato: il movimento dei tecnologici può acquisire maggior respiro soltanto con un miglioramento del contesto generale.
Allora meglio puntare sulle blue chip e i titoli esteri?
Secondo l'inchiesta di Panorama, anche se la crisi continuerà ci sono società che a medio termine possono dare buone soddisfazione, come Datalogic, Euphon, Reply, Inferentia e la sempreverde Tiscali.

In tribunale la "Regina di Internet"

Mary Meeker, la regina degli analisti finanziari specializzati nelle società Internet finisce sotto accusa. Analista di punta della banca d'affari Morgan Stanley, è stata denunciata presso una corte federale di New York da vari azionisti di Amazon ed eBay. L'accusa contro Meeker, spiega la Stampa, è di aver continuato a consigliare l'acquisto di azioni delle due società benché consapevole del loro prossimo declino, spinta da una busta paga legata alla capacita' di attirare investimenti per Morgan Stanley. Lo scorso mese la banca d'affari Merrill Lynch aveva dovuto pagare 400 mila dollari (circa 900 milioni di lire) per chiudere un procedimento penale legato ai giudizi sballati di Henry Blodget, divenuto una vera e propria superstar di Wall Street durante il periodo del Nasdaq a quota 5.000 punti. Quando pero' la galassia Internet è implosa, sia Blodget che Meeker hanno continuato a emettere giudizi positivi sui titoli. Gli azionisti di Amazon ed eBay cercano ora di ottenere in tribunale una compensazione dei capitali da loro investiti andati in fumo. Secondo gli avvocati dell'accusa, che cercano di ottenere lo status di causa collettiva, lo stipendio di 15 milioni di dollari (circa 33 miliardi di lire) ricevuto da Meeker nel 1999 era legato direttamente alla sua capacita' di assicurare commissioni sugli investimenti a Morgan Stanley.

Nuovo stop per Microsoft

Si profila una grossa battuta d'arresto per Microsoft. La Corte d'appello del distretto di Columbia ha respinto la richiesta del gigante informatico di riconsiderare la sentenza secondo cui la società di Bill Gates avrebbe esercitato uno schiacciante monopolio nel mercato del software. A partire da metà agosto, quindi, una corte di grado inferiore dovrà decidere quali sanzioni applicare alla multinazionale. (La Repubblica)


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