Rivoluzione in casa Telecom

Indiscrezioni, voci, smentite si sono accavallate per tutta la giornata di sabato 28 luglio. Poi, in serata, l'annuncio ufficiale: Roberto Colaninno, amministratore delegato di Telecom Italia, ha accettato l'offerta di Marco Tronchetti Provera (numero uno di Pirelli) e della famiglia Benetton, per acquisire il controllo della Bell, la holding lussemburghese, azionista di riferimento, con il 22% del capitale, di Olivetti, che a sua volta controlla Telecom. E' una rivoluzione nelle Tlc e nella mappa del potere economico in Italia.

In meno di una settimana Agnelli ha conquistato Montedison e Tronchetti la Telecom. "Un'estate così rovente la finanza italiana se la ricorderà a lungo", osservava Franco Locatelli nel fondo sul Sole 24 Ore di domenica 29 luglio. Sarebbero tre i motivi principali all'origine di tale dinamismo nel capitalismo italiano. Innanzitutto l'intenzione dei gruppi italiani di giocare di anticipo "rispetto alla prevedibile
calata degli americani e tedeschi sul nostro mercato dopo la bocciatura dell'Opa europea". Poi, la debolezza dei titoli telefonici, anche per effetto del debito che si sono sobbarcati per partecipare all'asta delle licenze Umts, che "rappresentano un occasione irripetibile per fare shopping". Ultimo punto: la stabilità politica uscita dalle ultime elezioni e i conseguenti provvedimenti che agevolano il reinvestimento degli utili favorisce operazioni di più ampio respiro.

Il pacchetto Bell è stato acquistato per 14 mila miliardi e consente ora alla cordata Pirelli-Benetton il controllo di un gruppo che vale 500 mila miliardi.
Il governo era stato informato dell'operazione e si è proclamato ufficialmente neutrale, secondo quanto ha dichiarato Antonio Marzano, ministro delle attività produttive, che ha caldo ha anche commentato di apprezzare l'intervento di un forte azionista nazionale. Positive anche le reazioni dell'opposizione e dei sindacati. Secondo Giulietti, responsabile per la comunicazione dei DS, ''il permanere del gruppo di Telecom nelle mani di forti e autorevoli gruppi industriali nazionali e' un fatto positivo e rassicurante. Ora e' necessario, tuttavia, che i segnali rassicuranti arrivino in primo luogo alle migliaia e migliaia di lavoratori del sistema Telecom e alla loro organizzazioni sindacali''.
Meno entusiasti gli azionisti di minoranza, che hanno visto sfumare la possibilità di un'Opa.

E adesso si attendono le reazioni dei mercati finanziari. Per il momento, all'avvio di Piazza Affari, sono rimasti fermi ai nastri di partenza i titoli coinvolti nell'operazione Pirelli-Olivetti (Pirelli&C, Pirelli, Camfin, Olivetti, Telecom, Tim e Seat Pg). Borsa spa ne ha infatti comunicato la sospensione in attesa della conference call con gli analisti e della conferenza stampa dei vertici Pirelli che si terranno, in successione, questa mattina.

Tutti i quotidiani dedicano anche oggi ampio spazio all'intera vicenda, con approfondimenti sul nuovo gruppo dirigente.

Repubblica apre con la presentazione del nuovo vertice di Telecom, che vede Tronchetti Provera al posto di Colaninno. In un'intervista, Gilberto Benetton, nuovo vice-presidente, racconta il "blitz" contro la holding dei telefoni e del futuro della società.

Sul Corriere della Sera, Roberto Colaninno spiega i retroscena dell'operazione che lo ha visto uscira da Telecom: "Ho capito che sarebbe finita quando i titoli Olivetti sono scesi a due Euro". L'ex numero uno si dice deluso dai soci della Bell, che hanno deciso di vendere la loro quota: "Il patto tra i soci era fino al 2002, c'era tutto il tempo per portare avanti il piano di gestione. Era un grande progetto, avrebbe funzionato". Apprezzamento tuttavia per Tronchetti Provera e Gilberto Benetton "due granii industriali molto importanti e seri". Sul quotidiano milanese interviene anche l'ex premier Giuliano Amato, che analizza il sistema produttivo italiano dopo le operazioni Montedison e Telecom: due casi che mostrano forse un'inversione di tendenza rispetto all'andamento classico dell'industria nostrana, che fino ad ora ha prodotto "un capitalismo con tanti ricchi e pochi imprenditori, con piccoli gruppi interessati solo ai patrimoni personali".

L'Unità riporta l'auspicio del segretario della Cgil, Sergio Cofferati (che tra l'altro è ancora dipendente Pirelli in aspettativa) : "L'operazione non deve avere solo un pur comprensibile carattere finanziario ma deve guardare finalmente anche alle potenzialità produttive del paese in un settore importante come quello delle telecomunicazioni".

Continua su Internet la battaglia di Genova

A una settimana dagli scontri di piazza durante il vertice del G8, si susseguono su Internet le testimonianze di chi ha partecipato alle "giornate di Genova" e si moltiplicano i forum di discussione. Il Messaggero si interroga sulla veridicità delle dichiarazioni, che arrivano in Rete senza filtro: "Nessuna censura, nessun taglio, nessuna valutazione di opportunità: ma sarà poi vero? C'è da domandarsi se qualcuno degli improvvisati cronisti o degli acrobatici cineamatori non abbia resistito alla tentazione di personalizzare il proprio contributo alla storia?"
Sulla stessa pagina del Messaggero però si legge anche che le forze dell'ordine hanno cercato di intrufolarsi all'interno dei computer che gestivano la controinformazione, per cercare di acquisire informazioni ed elementi di prova. L'allarme è scattato a Indymedia quando un cyberpoliziotto si presenta in chat con il soprannome "Crudelia". Riconosciuto l'indirizzo Ip e il nome dell'host come appartenenti alla polizia, il tentativo di blitz telematico è stato neutralizzato calamitando l'attenzione degli investigatori su false piste.

Uno psicologo tra gli "smanettoni"

Si è regolarmente iscritto a Webb.it, la cinque giorni di Padova dedicata ai genietti dell'informatica; si è presentato con il suo pc e il sacco a pelo come gli altri giovani partecipanti. Ma Luca Pezzullo è in realtà uno psicologo dell'Università di Padova, autore di saggi su Internet, che ha voluto setacciare capacità, quozienti di intelligenza, rischi e malattie presenti alla Woodstock degli internauti. Mettendo in luce una realtà variegata. In prima pagina sul Giornale.

In Francia è allarme "Yescard"

Allarme carte di credito in Francia, dove gli hacker hanno messo a punto una carta pirata che non ha bisogno dei codici segreti personali per essere riconosciuta da sportelli Bancomat e casse dei negozianti. Pare che la tessera sia resa imbattibile da un software chiamato "gZeroLee". L'hacher che ha messo a punto questa "yescard", a cui si dice sempre di si, ha dichiarato di averlo fatto solo per dimostrare la clamorosa vulnerabilità del sistema su cui si basano le carte di credito. (La Repubblica)

Internet contro i traumi infantili da divorzio

Un giudice Usa ha stimato che Internet sia una via efficace per evitare i traumi di figli di separati che vivono in paesi lontani. Il caso, riportato dalla Stampa, è quello di una famiglia in cui, dopo il divorzio, la moglie aveva rapito il figlio, che abitava in Spagna, per portarlo con sé in America. Una volta ritrovato, il bambino è stato affidato al padre ma c'era il problema delle visite della madre, che potrebbe di nuovo tentare di rapire suo figlio. E così il giudice stabilisce che il papà deve installare una webcam sia nel suo pc che in quello della ex-moglie e permettere così il contatto madre-figlio online. E creare un sito attraverso cui la madre possa vere notizie del bambino quando vuole.

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