Globalizzazione, linguaggio, conoscenza, economia:
idee a confronto
Una cosa è certa: senza il G8 a Genova e senza le problematiche
sollevate dal popolo dei manifestanti, probabilmente i quotidiani
italiani non si sarebbero trasformati in tribune dove discutere
sui temi della globalizzazione.
Sulla Repubblica, parla il sociologo Ivan Illich,
che negli anni 70 illuminò le menti sul sul futuro globale
che stava nascendo e oggi guarda con ironico distacco la realtà
da lui immaginata. Da anni rifiuta di apparire nei media, perché
non vuole che sia l'immagine a dare peso alle idee. Per Illich,
lo sforzo per sfuggire alla globalizzazione del pensiero, inizia
dalle parole : bisogna eliminare le 'parole di plastica' che sterilizzano
il senso dei discorsi e inquinano la profondità delle conversazioni.
Contro l'abuso di termini generici, ci vuole un continuo sforzo
di precisione. Per esempio, i termini "globofilia" e "globofobia"
descrivono meglio gli atteggiamenti degli opposti shieramneti che
si trovano a Genova, entrambi però aspetti della modernizzazione
e degli eccessi moderni.
"La globalizzazione è nata con lo sbarco dell'uomo
sulla luna" afferma sulle colonne del Sole 24 Ore Ezio
Andreta, economista e direttore alla Competitività e
allo Sviluppo sostenibile alla Commissione europea. "In quel
momento per la prima volta sono state usate tecnologie globali,
cioè capaci di interagire in tempo reale e allo stesso tempo
dalla Luna abbiamo visto con un solo colpo d'occhio il nostro mondo
più integrato". E' stato allora che si sono rovesciati
i parametri spazio tempo ed è cominciato il disagio, prosegue
Andreta, anche perché mentre all'inizio il controllo della
conoscenza, cioè le tecnologie trainanti, dal nucleare, all'aeronautica,
allo spazio erano tutte in mano ai poteri pubblici, oggi non è
più così. "Oggi sono i laboratori delle grandi
industrie private a controllare la conoscenza e la globalizzazione
separa il Nord del mondo, che ha il sapere, dal Sud, che dispone
solo di risorse naturali".
Ma la globalizzazione ha anche i suoi sostenitori. "Questa
novità della globalizzazione non mi pare in prospettiva una
novità affatto. Anzi ho il sospetto che coincida con la progressiva
conquista del pianeta Terra da parte della razza umana". E'
la posizione espressa dal liberale Sergio Ricossa in un articolo
che apparirà a giorni nell'ultimo numero della rivista Nuntium,
e anticipata oggi dalla Stampa. "La New Economy c'era
già all'inizio del Novecento, ma fondata sull'automobile
e non sull'informatica" prosegue Ricossa.
Economia Usa ancora depressa
Niente ripresa economica fino al 2002: il presidente della Federal
Reserve Alan Greenspan ha comunicato ieri una pessimistica previsione
al ribasso dell'economia americana. Immediato l'effetto sui mercati:
il dollaro è calato, facendo risalire sensibilmente l'euro
e il mercati valutari hanno segnato un indice nettamente negativo.
Giù soprattutto il Nasdaq, l'indice dei titoli tecnologici,
che ha trascinato al ribasso anche le borse europee. Nell'analisi
del Sole 24 Ore, il mercato della new economy ha sofferto
sia delle parole di Greenspan sulla criticità della fase
congiunturale, sia dei bilanci deludenti delle imprese hi-tech:
le flessioni più pesanti sono quelle dei titoli del software,
dei produttori di chip, di fibre ottiche e di personal computer.
Vederci al buio
Occhiali "bionici" per la rieducazione alla vista delle
persone ipovedenti e un sistema satellitare per consentire a chi
non ci vede, o è perduto in città, di sapere in quale
zona si trova. Sono le due innovative soluzioni tecnologiche presentate
oggi nella rubrica Scienze del Giornale.
Gli occhiali derivano da quelli utilizzati dai militari durante
le azioni belliche notturne: sono provvisti di una micro telecamera
tra le due lenti, che sono in realtà due piccoli schermi
a raggi infrarossi che riproducono le immagini come in un film.
In Italia è appena partita la sperimentazione su 20 pazienti
all'istituto Chiassone di Genova e sono emersi due limiti: l'ingombro
(le dimensioni sono quelle di una maschera da sub) e il campo visivo
ridotto (30 gradi invece che i normali 120).
Passi in avanti invece per il sistema satellitare, per ora utilizzato
solo negli Usa: ora il meccanismo di ricezione del segnale è
miniaturizzato e si può portare anche in tasca.
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