Un pianeta chiamato Internet
Qual è lo stato di Internet nel mondo? A questa domanda
cerca di rispondere il sondaggio condotto dalla Tyler Nelson Sofres
in 36 paesi, i cui risultati sono ampiamente analizzati oggi nell'inserto
New Economy del Sole 24 Ore. Il dato più significativo
è che la diffusione della Rete è meno veloce rispetto
agli anni passati ma il fenomeno sta diventando enormemente grande
e, dopo aver connesso interi corpi sociali nei paesi industrializzati,
sta guadagnando terreno e si diffonde sempre meno marginalmente
anche nei paesi a medio reddito dell'Asia e dell'America Latina.
Quindi, mentre per esempio gli Stati Uniti appaiono ormai "saturi",
la penetrazione di Internet in Europa è sempre più
invasiva. E l'Italia è primatista continentale per incremento
dei navigatori nel 2000-2001, passando dal 17 al 30 per cento della
popolazione, soprattutto grazie alla formula del "Free Internet",
che ha portato nelle case di milioni di italiani i collegamenti
a basso costo. Per quanto riguarda l'e-commerce, anche questo è
in buona salute e su scala globale la crescita è sostenuta
dal matrimonio tra old e new economy.
Talebani contro Internet
In Afghanistan navigare in Rete è immorale e anti-islamico.
Ieri i Talebani, i miliziani islamici che controllano il paese,
hanno deciso di proibire l'accesso ad Internet ai funzionari pubblici
e ai cittadini. Secondo una dichiarazione del ministro degli esteri
Maulvi Wakil Ahmad riportata dal Messaggero, l'iniziativa
sarebbe stata presa solo in attesa che esista una rete afghana di
telecomunicazioni, attraverso la quale tenere sotto sorveglianza
"tutte le cose sbagliate, oscene, immorali e contro l'Islam".
Allo stato attuale, il numero degli utenti della Rete in Afghanistan
è piuttosto ridotto: solo sette abitanti su mille possiedono
un telefono, in alcune regioni manca completamente l'elettricità
e i pochissimi navigatori si connettono a dei provider pakistani.
Rodotà, allarme privacy
Siamo tutti spiati. Troppo. Questa in sostanza la sintesi della
relazione annuale alle Camere del Garante per la privacy Stefano
Rodotà. Bancomat, carte di credito, commercio online, videocamere,
apparecchi per il controllo, la sicurezza e la comunicazione: la
privatezza dei nostri dati personali registrati da questi strumenti
rischia di non essere nell'immediato futuro adeguatamente tutelata.
Per esempio, sottolinea Repubblica, le società telefoniche
conservano per 5 anni i dati risultanti dai circa 30 milioni di
Sms che si scambiano ogni giorno in Italia, una quantità
che consente di ricostruire l'intera rete di relazioni personali.
Inoltre, entro breve tempo i nuovi software renderanno possibile
inviare cento milioni di e-mail al giorno, mentre centinaia di migliaia
di sistemi di controllo sono già operanti. In questo quadro,
Rodotà ha invocato l'intervanto del Parlamento per completare
il quadro legislativo in materia di nuove tecnologie, arrivando
magari a un testo unico per la privacy da realizzare entro il 2002
con nuovi decreti delegati.
Seat blocca l'acquisto di Matrix
Il consiglio di Seat Pagine Gialle ha bloccato ieri l'acquisto
del 40 per cento di Webfin (società che controlla il 66 per
cento della Internet Company Matrix) dalla De Agostini, stabilito
per contratto nel settembre 2000. L'operazione avrebbe dovuto portare
nelle casse della De Agostini circa 900 miliardi. Secondo un comunicato
Seat riportato da Repubblica, l'azienda del gruppo Telecom
ha fatto saltare l'accordo a causa "dell'imprevedibile perdita
di valore delle società operanti nel settore Internet".
Intesa per la Rete tra Wind ed Ericsson
Ericsson realizzerà per Wind la rete completa di dorsale
a pacchetto che permetterà all'operatore telefonico di implementare
rapidamente soluzioni per il traffico Ip con una maggiore ampiezza
di banda. L'Unità riporta un comunicato della Ericsson,
che spiega come la dorsale Ip verrà utilizzata per trasportare
tutti i nuovi servizi a larga banda, sia wireless che wireline.
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