Anche l’open source finisce in tribunale

Oggi sul supplemento della Repubblica , Affari e Finanza, la notizia che la comunità dell’open source nata intorno al sistema operativo aperto insorge contro il fondatore Linus Torvalds accusato di gestione accentrata del potere e di porre ostacoli allo sviluppo della tecnologia.
La grande fetta della new economy che poggia le fondamenta sul Web continua a trarre sostentamento dai “sistemi aperti” inventati da Torvalds in contrapposizione ai “sistemi chiusi” della Microsoft modificando sempre più i modelli di business relativi all’industria informatica.
Gli affari sono affari, comunque, anche per i sostenitori del software libero che cominciano a chiedersi se lo sviluppo del sistema Linux non possa soffrire del potere di Torvalds che decide tutte le strategie di espansione della piattaforma influendo, positivamente o negativamente, sulle società distributrici, aziende del calibro di Red Hat, Va Linux Systems, Suse ed altre.
Cominciano, quindi, a sorgere le prime controversie sui brevetti: per tutelare i software open source nascono ad esempio Open patent e I.p. com, un’organizzazione che promuove l’istituzione di un ufficio brevetti internazionale interamente dedicato ai progetti di tipo free software.
Il caso più eclatante, finito in tribunale, è quello di Gracenote che, dopo aver costituito, con l’apporto di migliaia di utenti, un database con dati su brani musicali ed autori seguendo il modello open source, ha fatto proprio l’intero archivio lasciando gli sviluppatori che avevano contribuito alla sua realizzazione con un pugno di mosche.

Satelliti, idranti e tv nascoste: il Viminale si prepara al G8

Su tutti i giornali oggi le notizie sul G8 e sulla Repubblica quella relativa alle misure dell’Italia per controllare l’assalto delle tute bianche e dei “no global” al fortino dei G8. Saranno soprattutto telecamere, elicotteri ed aerei che, dall’alto, controlleranno ogni movimento sospetto. Un dossier di decine di pagine e relative mappe con particolari ingranditi del centro di Genova, preparato dal Dipartimento di pubblica sicurezza e direttamente dal capo della polizia Gianni De Gennaro, che, spiegherà, in un war game, gli scenari , le tattiche, le tecniche antisommossa e antiguerriglia per far si che Genova non diventi Goteborg. Oggi, o al massimo entro la settimana, verrà comunicato se queste misure basteranno a lasciare il summit a Genova o se invece verrà spostato altrove. Una delle soluzioni ventilate è quella di ospitare i lavori del summit non più nel palazzo Ducale ma nella Stazione Marittima che affaccia sul mare, nel cuore del blindatissimo Porto Antico dove una pista di atterraggio per elicotteri consentirebbe ai capi di stato di arrivare direttamente nel luogo dei lavori e di trasferirsi a piedi nel vicinissimo centro stampa. Avendo alle spalle il mare blindato da navi da guerra e davanti almeno tre, quattro chilometri di zona rossa, sarebbe un luogo inarrivabile per i manifestanti.


Fallisce l’alleanza Microsoft-Aol


La santa alleanza del software per i personal computer finisce in soffitta. Sabato notte Microsoft e America Online-Time Warner hanno annunciato la fine delle trattative fra i due gruppi che avrebbero portato Windows Xp, il nuovo sistema operativo di Microsoft che uscirà nell’ottobre del 2001, ad integrare l’accesso a Internet di Aol. Questo potrebbe danneggiare la crescita di Aol ma soprattutto bloccare il tentativo di Microsoft di stabilire uno standard di fatto in uno dei settori di maggior interesse di Internet: la riproduzione di file video e audio. Un nuovo accordo tra i due colossi avrebbe segnato una rinnovata supremazia nel settore dei pc. Per anni, infatti, gli utenti americani di Windows hanno avuto incorporato nel loro sistema operativo l’accesso con America Online ma, da gennaio, l’accordo è terminato. Per Aol il nodo della questione e uno: Microsoft aveva posto come condizione all’intesa che Aol abbandonasse il software Real Player, quello con cui si ascoltano i file mp3 e si possono vedere i file video per adottare, invece, il suo Windows Media. Sulla Stampa.

Morto Faedo: creò il computer italiano

È morto a 87 anni Alessandro Faedo, pioniere italiano dell’informatica. Questa la notizia sulla Stampa. Fu lui a guidare la costruzione del Cep, Calcolatore elettronico pisano, un computer con 3500 valvole che occupava lo spazio di un intero alloggio, era alimentato con 80 Kw ma aveva le caratteristiche di una calcolatrice tascabile dei giorni nostri. Nel 1960, anno della sua inaugurazione, la macchina assunse un significato politico e simbolico: era la dimostrazione che l’Italia del miracolo economico non rimaneva indietro nella corsa alle nuove tecnologie. Dietro le quinte anche molti ingegneri e manager dell’Olivetti oltre al ruolo guida di Faedo.

Kutaragi, il papà della PlayStation

Kutaragi all’inizio degli anni 90 fu messo a capo dell’innovazione dalla Sony con uno staff di cento ricercatori a sua disposizione. La missione era quella di inventare qualcosa di nuovo per rinfrescare l’immagine e i conti del colosso di Tokyo. I risultati furono molteplici: nuove microfotocamere, digitali, cineprese tascabili, walkman avanzati e altro ancora. Il suo chiodo fisso, però, era sempre quello dei videogame e per questo ottenne una squadra di creativi che lo avrebbe aiutato a sviluppare il suo progetto. Nel 1994 uscì la PlayStation in Giappone e nel corso dell’anno successivo anche in America e in Europa. Nonostante sul mercato ci fossero già console per videogiochi di Nintendo e Sega, la PlayStation guadagnò immediatamente il favore del pubblico dei più giovani soprattutto per la qualità della grafica e il potenziamento della multimedialità di quello che è diventato un vero e proprio computer. Su Affari e Finanza di Repubblica.

Niente età dell’oro per la musica su Internet

È certo, la musica si paga. Napster, non sarà più gratuita e non offrirà ai suoi futuri abbonati tutto lo scibile musicale. Si limiterà a distribuire solo materiali di alcune case discografiche. Tre delle grandi major, Bgm, Emi e Warner, consociate in MusicNet assieme alla Real Networks e Aol hanno deciso di lavorare con Napster per distribuire la loro musica tramite un abbonamento. La Universal e la Sony invece hanno scelto di formare la Pressplay, di servirsi della Microsoft per il software e di distribuire la loro musica attraverso un altro sito celebre, Mp3. com recentemente acquistato da Universal. Questo per un appassionato di musica significherà pagare almeno due abbonamenti e non trovare su un unico sito tutto ciò che sta cercando. Su Affari e Finanza di Repubblica.

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