Altro che popolo di Seattle, il G8 teme Bin Laden
Cresce l'allarme per la sicurezza del G8 di Genova. Questa volta
la preoccupazione non è causata dai contestatori antiglobalizzazione
ma da una segnalazione dei servizi segreti tedeschi. L'informazione
è stata data dal quotidiano "Bild" che si è
così espresso: "Bnd mette in guardia contro un attentato
al presidente Bush". Secondo il Bundes-nachrichten-dienst,
omologo del Sisde italiano, è lo sceicco saudita Osama bin
Laden, capo del terrorismo islamico, a volere la morte del presidente
degli Stati Uniti: sarebbe stato previsto un attentato dal cielo,
con velivoli telecomandati imbottiti di esplosivo lanciati contro
palazzo Ducale, sede del vertice, e contro la nave-albergo destinata
alla delegazione americana. I numerosi gruppi del movimento antiglobale
hanno reagito alla notizia mostrando in anteprima il loro repertorio
di armi: bomboloni alla crema, missili di carta e vernice rossa.
La notizia ha ampio risalto sulla Repubblica, la Stampa,
Il Giornale e Libero. Solo quest'ultimo quotidiano
parla di "terrorismo targato Seattle" e di "inediti
legami" tra realtà e personaggi diversi: "Terrorismo
internazionale, movimento antiglobalizzazione, gruppi legati a cause
tra le più disparate (dai zapatisti messicani alla contestazione
anti McDonald's di José Bové, all'associazione di
consumatori messa in piedi dall'americano Ralph Nader): tutti uniti
in nome degli attacchi antiUsa, antiEuropa, antitutto insomma".
"La galassia degli antiglobalizzatori" - prosegue l'articolo
- "appare ormai capace di attirare personaggi e gruppi tra
i più eterogenei...L'agenzia stampa Executive intelligence
review, l'Eir, americana, ha fatto una sorta di 'mappatura' del
movimento riuscendo a collegare personaggi e campi di azione lontanissimi...
tra i tanti 'volti emergenti' di questo movimento terroristico emerge
Teddy Goldsmith, i cui 'Giacobini' (così vengono definiti)
sono i responsabili del fallimento del summit delle Americhe a Quebeq,
il 20-22 aprile scorso".
La difesa di Colaninno
È stata un'assemblea fiume, durata ben 12 ore, quella che
ha riunito ieri gli azionisti di Telecom Italia per ascoltare le
relazioni dell'amministratore delegato Roberto Colaninno e dei membri
del collegio sindacale sulle ultime scottanti questioni che hanno
investito la compagnia: l'operazione Seat-Tin.it, l'inchiesta Telecom
Serbia, il premio di 170 miliardi per il numero uno di Pagine Gialle
Lorenzo Pelliccioli, l'acquisto di azioni della controllata Tim.
Il chiarimento era stato sollecitato dalla Consob, l'organo di controllo
sulla Borsa. Dall'accusa di conflitto di interessi nell'acquisto
di Pagine Gialle - Colaninno e il consigliere Emilio Gnutti avevano
una partecipazione indiretta in Seat - il presidente si è
difeso dicendo che la partecipazione non solo era minima (0,034
per cento del capitale) ma non gli garantiva poteri gestionali.
Il caso più delicato, quello di Telecom Serbia, non riguarda
direttamente la gestione di Colaninno in quanto risale al 1997;
resta però qualche dubbio su alcune mediazioni e consulenze
sulle quali sta indagando anche la magistratura; la relazione sembra
counque rassicurante sull'assenza di rischi di passività
legati alla partecipazione nella compagnia serba. Quanto alla stock
option multimilardaria incassata da Pelliccioli, della quale Telecom
non aveva informato gli azionisti, il vertice sostiene che la società
era semplicemente subentrata in accordi precedenti. Infine, riguardo
gli acquisti di titoli Tim (66 milioni di azioni comprate tra aprile
e maggio 2000 per quasi 1700 miliardi, prezzo che comporta una minusvalenza
superiore a 800 miliardi), per i quali quattro consiglieri si sono
opposti e due dimessi (Benessia e Siniscalco), il collegio sindacale
ha spiegato che l'1 per cento del capitale Tim è stato acquistato
"per rafforzare la partecipazione in vista di diluizioni conseguenti
alla stipula di eventuali accordi che prevedevano lo scambio di
azioni Tim" e per questo è stato contabilizzato al costo
di bilancio.
La notizia è in prima pagina su alcuni quotidiani e ha grande
risalto su tutte le pagine economiche. Il contenuto delle 12 cartelle
di Colaninno e delle 59 dei sindaci è ricostruito in modo
dettagliato dal Sole 24 Ore.
L'Unità riferisce la valutazione della banca internazionale
Salomon Smith Barney su Telecom. La compagnia di telecomunicazioni
italiana è stata segnalata tra le prime sei del mondo per
redditività. Nonostante l'oscillazione dei listini azionari
negli ultimi mesi e la crisi delle società telefoniche e
Internet, l'azienda mostra una resistenza superiore ai suoi concorrenti:
mentre la flessione media del settore in Borsa è stata del
45 per cento (con perdite ancora superiori per Deutsche telekom,
British telecom e France telecom) la compagnia italiana ha perso
solo il 14 per cento. Gli obiettivi per il 2001, inoltre, sono molto
ambiziosi, traguardi che poche società possono prefiggersi:
crescita del fatturato del 14 per cento e raggiungimento di un margine
operativo lordo pari a 15 miliardi di euro.
Bloomberg alla conquista di New York
Il magnate delle news finanziarie Michael Bloomberg in una settimana
di campagna per le primarie repubblicane in vista delle elezioni
comunali di New York ha speso due miliardi di lire in spot. Ed è
solo l'inizio: secondo Vittorio Zucconi, inviato di Repubblica,
per diventare sindaco di una città tradizionalmente democratica,
il proprietario della Bloomberg television, il canale finanziario
i cui spettatori hanno un reddito medio di 700 milioni l'anno, dovrà
spenderne ancora molti. L'impero di Bloomberg, che ha settemila
dipendenti e un'ottantina di uffici in tutto il mondo, si articola
su vari media: una tv satellitare in sette lingue che vanta quasi
180 milioni di telespettatori; 2000 stazioni radio; wire service
che forniscono servizi giornalistici per testate come "New
York Times", "Washington Post" e "Le Monde";
agenzie di fornitura di dati economici; una casa editrice; quattro
periodici; i terminali per la Borsa telematica e il portale Bloomberg.com.
Nokia gela le Borse
In prima pagina sul Sole 24 Ore e in evidenza nelle pagine
economiche di tutti gli altri quotidiani, l'allarme utili del gruppo
finlandese Nokia, il maggior produttore al mondo di telefoni cellulari,
che ha gettato scompiglio in tutti i mercati azionari europei. Il
titolo ha perso a Helsinki il 23 per cento e tutte le borse hanno
chiuso in calo: -1,97 per cento a Parigi, -1,69 per cento a Madrid,
-1,68 per cento a Francoforte, -1,13 per cento a Milano, -0,96 per
cento a Londra.
Il computer, un tavolo parlante
La prossima generazione di personal computer sarà integrata
nell'ambiente domestico. Senza tastiere e senza mouse, il pc del
prossimo futuro sarà in grado di dialogare con l'utente.
A questo obiettivo si sta lavorando intensamente nei laboratori
di tutto il mondo. Sony, ad esempio, sta progettando un tavolo digitale
sulla cui superficie si possono visualizzare immagini e testi. Il
MediaLab del Mit di Boston sta mettendo a punto l'inchiostro elettronico,
che permetterà di utilizzare la cellulosa come supporto per
salvare e trasferire dati. L'Ibm ha realizzato un prototipo, InfoPortal,
il cui monitor si sposta a seconda del cambiamento di posizione
di chi lo sta usando; Toshiba si sta concentrando sui dispositivi
intelligenti, macchine che comprendono le istruzioni dei loro padroni.
Sulla Repubblica.
Il doppio volto di Internet
L’apertura del supplemento del Sole 24 Ore New Economy
è dedicata al divario digitale. L’accesso non universale
alla rete sta creando disparità e tensioni. Secondo i dati
forniti dal gruppo Gartner, negli Stati Uniti, che rappresentano
la realtà tecnologicamente più avanzata, solo la metà
delle case è dotata di un collegamento al web. Esistono,
tuttavia, altri tipi di divisioni, ancora più gravi. "Il
principale digital divide" - afferma Carl Bildt, inviato speciale
dell’Onu nei Balcani ed ex primo ministro svedese - "è
quello, presente in tutti i paesi, tra giovani e vecchi". Un’altra
frattura, poi, è quella tra chi possiede connessioni veloci,
a banda larga, e chi accede con reti telefoniche.
Con l’e-mail il capo è più vicino
L’uso della posta elettronica ha portato una rivoluzione negli
uffici: i superiori non sono più irraggiungibili. Uno studio
internazionale, cui ha preso parte per l’Italia l’università
Bocconi di Milano, rivela, infatti, che il 27 per cento dei dipendenti
usa i messaggi e-mail per mettersi in contatto con i dirigenti,
esprimere le proprie insoddisfazioni, chiedere aumenti o proporre
delle idee. Il 35 per cento dei professionisti (bancari, avvocati
e commercialisti) dichiara, inoltre, di usare regolarmente la posta
elettronica per comunicare coi clienti. Sul Corriere della Sera.
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