La new economy nella tempesta
La crisi partita dal Nasdaq si sta irradiando in tutto il mondo.
Sulle teste degli operatori incombono tre possibili uragani: l'inizio
della crisi della old economy americana; la crisi delle borse europee,
più un possibile aggravarsi di quella giapponese. Al di sotto
di tutto questo c'è la questione irrisolta della crisi profonda
e reale della new economy, e, appunto, del Nasdaq che nell'ultimo
anno ha lasciato sul campo il 60 per cento del suo valore. Una crisi
che ha in sostanza più volti: quello dei produttori di microchip;
quello delle società di tlc alle prese con i costi sostenuti
per le licenze Umts; e infine quello delle società che operano
su Internet e che sono in cerca di nuovi modelli di business. Alla
crisi davvero globale sono dedicate molte pagine di Affari&Finanza,
il supplemento economico di Repubblica, e di CorrierEconomia,
il supplemento economico del Corriere della Sera. Affari&Finanza
analizza la situazione di Nokia ed Ericsson, i cui titoli sono crollati
per le previsioni di minori vendite, di Motorola, che ha attuato
un piano di salvataggio partito con settemila licenziamenti, di
Vivendi, il colosso francese incapace di una strategia efficace,
di Cisco e Intel, due giganti in crisi, di Philips e Siemens che
stanno affrontando l'emergenza.
L'allarme recessione per gli Stati Uniti è lanciato da CorrierEconomia.
Sotto accusa appaiono i guru della new economy, le dot.com, le banche
d'affari. Ampio spazio viene dato alla posizione del finanziere
Warren Buffet, la cui società, la Berkshire Hathaway, va
a gonfie vele, senza aver mai comprato un titolo tecnologico. Buffet,
nella sua lettera annuale agli azionisti, accusa: "a Wall Strett,
un ambiente nel quale il controllo della qualità non è
tenuto in molta considerazione, molti sono pronti a vendere agli
investitori qualunque cosa questi siano disposti a comprare".
Global Forum: scambio d'accuse dopo i disordini
È polemica sugli scontri di Napoli, tra manifestanti e
polizia: Forza Italia e An difendono gli agenti, che si sarebbero
soltanto difesi, mentre Rifondazione accusa le forze dell'ordine
di violenza eccessiva, chiedendo l'allontanamento immediato del
questore Nicola Izzo. Su Repubblica il ministro della Funzione
pubblica Bassanini assolve la polizia: "Il Forum andava protetto".
E anche se dichiara di non sapere con certezza se è effettivamente
stato fatto tutto il possibile per evitare lo scontro, ribadisce
che "quella di Napoli è stata una manifestazione priva
di senso". I partecipanti al Global Forum "avevano un
diritto sacrosanto: non essere picchiati e finire i lavori".
Ma intanto trenta genitori accusano: "Hanno picchiato ragazzi
indifesi".
Sms, allarme dall'Inghilterra
Gli Sms potrebbero far male alla salute. L'allarme arriva dal
governo britannico che sta studiando a fondo tutti i pericoli collegati
all'uso del cellulare. È vero che i messaggini scritti non
implicano la vicinanza del cervello al portatile, ma le radiazioni
potrebbero raggiungere ugualmente il corpo dell'utente. Come si
legge oggi su Repubblica, la decisione di avviare uno studio
per questo specifico uso del telefono cellulare è stata presa
in collaborazione con le industrie che producono apparecchi telefonici
portatili.
E, a proposito di cellulari, a loro è dedicato oggi lo speciale
telecomunicazioni della Stampa: in evidenza, il boom dell'm-commerce,
la "quarta generazione", il sistema Gps, che permette
il controllo della posizione di persone e veicoli in ogni punto
della terra.
Israele, terra promessa dell'hi-tech
Al viaggio nella Silicon Wadi è dedicata oggi l'inchiesta
di CorrierEconomia: Israele è infatti ai vertici mondiali
dell'innovazione tecnologica grazie a uno Stato che favorisce la
creazione di start-up, a un esercito sempre mobilitato e a specialisti
di altissimo livello. E intanto dilaga la e-Jihad, una guerra virtuale
combattuta via Internet con fantasia e crudeltà, senza esclusione
di colpi da parte di israeliani e palestinesi. Si moltiplicano le
violazioni dei siti nemici, ma si tendono anche trappole mortali.
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