Beffati dagli hacker i grandi di Davos
Un hacker è riuscito a violare i sistemi informatici del Forum
economico di Davos e ha rubato i dati riservati di oltre mille
persone: dal numero della carta di credito a quello del cellulare,
dall'indirizzo privato a quello di posta elettronica. La notizia è
stata data dal settimanale svizzero "Sonntagszeitung", al
quale il pirata informatico ha inviato un dischetto contenente file
confidenziali. Tra le personalità colpite figurano il presidente di
Microsoft Bill Gates, l'ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton,
il leader palestinese Yasser Arafat, il primo ministro giapponese
Yoshiro Mori, l'imprenditore francese Bernard Arnault e il segretario
generale dell'Onu Kofi Annan. La polizia sta indagando sull'accaduto:
responsabili dell'infiltrazione potrebbero essere contestatori della
globalizzazione, goliardi autori di uno scherzo o addirittura
terroristi. La vicenda ha ampio risalto su quasi tutti i quotidiani.
Il movimento antiglobale non esiste
In un'intervista al CorrierEconomia l'economista del
Massachusetts Institute of technology Rudi Dornbush, consulente di
governi e multinazionali, spara a zero sul movimento degli
anti-globalizzatori. "la globalizzazione va benissimo" -
afferma - "è positiva per i poveri delle periferie del mondo
perché dà loro la possibilità di avvicinarsi al centro, è ottima
per i consumatori dei paesi ricchi, porta la pace sulla terra. Davvero
non vedo dove sia il problema". E aggiunge: "Soprattutto non
vedo un movimento antiglobale": le varie associazioni di
contestatori, da Save the children a Greenpeace non hanno affatto
obiettivi comuni.
La new economy fa bene all'Italia
Per la prima volta una città italiana, Milano, è entrata nella
classifica delle prime venti località europee a maggior potenzialità
di sviluppo economico. A darne notizia con ampio risalto è il Sole
24 Ore che riferisce i dati elaborati da Jonnes Lang LaSalle, uno
dei principali operatori internazionali nel settore degli investimenti
immobiliari. In testa alla classifica c'è Dublino. Seguono Parigi,
Helsinki e Stoccolma. Tra le città più dinamiche d'Europa figurano,
inoltre, Monaco, Londra, Stoccarda, Copenhagen e Mannheim-Karslruhe.
Per quanto riguarda l'Italia, Milano, che è in diciannovesima
posizione (ne ha scalate sei rispetto al '99), precede Torino (33ª),
Roma (37ª), Genova (44ª), Venezia (53ª) e Firenze (61ª).
Peggiorano, invece, rispetto all'anno precedente Napoli e Palermo,
rispettivamente al settantaseiesimo e settantottesimo posto in
classifica.
Web generation, il sorpasso delle donne
Prosegue, parlando di donne, l'inchiesta di Repubblica sulla
web generation. La parte femminile di quella che gli studiosi
definiscono la prima vera generazione post sessantottina, 5 milioni di
donne tra i 30 e 40 anni, è destinata secondo il sociologo Domenico
De Masi a diventare la classe dirigente del futuro. Le donne, infatti,
sono ormai la maggioranza della popolazione universitaria, si laureano
prima e con voti migliori e nel lavoro sono un valore aggiunto.
Qualificate, profonde, determinate, intuitive, consapevoli di sé,
veloci, capaci di ascoltare e di mediare i conflitti, dotate di senso
della gerarchia: ecco come sono le trentenni della generazione di
Internet.
Addio scatto alla risposta
Il supplemento della Repubblica Affari & Finanza
presenta un rapporto dedicato alla telefonia. Tra le novità di
rilievo nel settore dei cellulari l'abolizione dello scatto alla
risposta. Wind è stato il primo operatore a introdurre questa
formula. Dopo mesi di resistenza anche le altre compagnie hanno deciso
di seguirne l'esempio. Il boom degli abbonamenti dimostra che gli
utenti hanno apprezzato l'eliminazione di questo "balzello".
Per quanto riguarda le tariffe, il panorama delle offerte appare molto
articolato, addirittura complicato: si può scegliere, infatti, tra
una cinquantina di profili tariffari. La prossima sfida è quella
della trasmissione dati, col Gprs: per la prima volta chi si
collegherà in rete non pagherà in base alla durata del collegamento
ma secondo la quantità di dati scaricati.
Bluetooth e P2P, le nuove frontiere di
Internet
La Repubblica propone un'inchiesta sulla new economy, che
sta attraversando la sua prima crisi. Quali sono le innovazioni che
possono far esplodere la seconda fase della rivoluzione tecnologica?
Uno dei progetti più ambiziosi, che vede uniti colossi come Ericsson,
Ibm, Intel, Lucent, Microsoft, Motorola, Toshiba, 3Com e altre duemila
aziende, è Bluetooth. Questa tecnologia, che usa delle micro-radio
per connettere senza fili cellulari, computer e stampanti, libererà
gli uffici dai grovigli di cavi mettendo sulla stessa lunghezza d'onda
fino a otto apparecchi diversi in una stanza. Altro elemento di forza
della seconda era di Internet sarà lo sviluppo del P2P, sigla che sta
per "peer to peer" e vuol dire "da pari a pari".
Questo modello consente a un computer di prelevare informazioni da
altri apparecchi collegati in rete senza passare da un sistema
centrale. Con la diffusione di questa modalità, che è poi quella di
Napster, all'intera rete i contenuti di tutti i pc del mondo saranno
potenzialmente a disposizione di tutti e l'appropriazione
monopolistica dell'informazione sarà più difficile.
Nuova economia, nuova delinquenza
In prima pagina sul Foglio un articolo di Giorgio Bocca
tratto dall'Espresso. L'editorialista mette in relazione il
cambiamento delle modalità di lavoro e l'aumento della delinquenza. I
sociologi "dicono che il lavoro a tempo pieno, per tutta la vita
e per tutti, il lavoro come diritto politico di ognuno ad avere
un'identità e a sentirsi socialmente utile, il lavoro insomma come lo
abbiamo conosciuto dalla metà del Novecento a oggi è finito".
Alla "sostituzione degli uomini con le macchine
intelligenti" si cerca di rimediare lavorando meno per lavorare
tutti, redistribuendo l'occupazione, ma ciò non basta. "Il non
lavoro o il lavoro impalpabile" - sostiene Bocca - "creano
una sorta di astinenza dalla droga che permetteva all'uomo di
sopravvivere alla fatica di vivere. E allora perché non mettere nel
conto la via d'uscita della delinquenza?"
Basta Internet gratis
In un'intervista a Repubblica Roberto Galimberti,
amministratore delegato di I.net, primo operatore italiano per la
connettività in rete nel settore business, dichiara che l'era della
gratuità del web sta per finire. "Grazie al free Internet"
- spiega - "c'è stato il decollo del settore… ma adesso quel
modello non funziona più… Ognuno di noi ha il cellulare e conosce
la sua bolletta. Se siamo disposti a pagare per la voce a maggior
ragione dovremmo essere disposti a pagare per i dati, le immagini, i
filmati".
Rai: 38mila miliardi di canone in vent'anni
In prima pagina sul Giornale i costi della Rai. In vent'anni
la televisione pubblica ha incassato quasi 38mila miliardi di canone.
L'avvocato Carlo Rienzi, presidente del Codacons, l'associazione d
tutela dei diritti dei consumatori, intervistato dal quotidiano,
dichiara che "il canone è in contrasto con le direttive europee,
perché è una forma di aiuto dello Stato. E questo viola i diritti
della libera concorrenza". E aggiunge: "l'aiuto dello Stato
si può giustificare soltanto se la Rai svolge vere funzioni di
servizio pubblico. Invece i suoi programmi, tra l'altro con cachet
altissimi, sono di intrattenimento, spesso copiati e in gara con
quelli delle televisioni private".
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