Giornalismo online senza tutela
Oggi sono in edicola sono alcuni quotidiani i cui giornalisti non
hanno aderito allo sciopero indetto dalla Federazione nazionale della
stampa per il rinnovo del contratto nazionale. Il Manifesto pur
non partecipando allo sciopero dà alla questione ampio risalto. Tra i
motivi di contrasto tra il sindacato dei giornalisti e la Federazione
degli editori c'è "la cosiddetta deregulation nelle relazioni di
lavoro e in quelle sindacali. A quanto pare gli editori hanno scelto
il gioco dello scardinamento e della 'personalizzazione' assoluta. E
con l'avvento del giornalismo via Internet anche in Italia la giungla
dei rapporti di lavoro si è fatta ancora più fitta". Il
problema è che "gli editori sembrano sempre più intenzionati a
fare a meno dei contratti e della contrattazione ovunque. Fuori e
dentro la rete".
In prima pagina sul Giornale e su Libero l'aumento
del canone Telecom. L'Autorità per le comunicazioni, chiamata ad
approvare il rincaro chiesto dalla società telefonica e a stabilirne
l'entità, ha dato il via libera ma con una maggioranza di un solo
voto e dopo uno scontro con il commissario europeo alla Concorrenza
Mario Monti. L'Authority, infatti, era contraria a un rincaro
superiore al 4 per cento ma Bruxelles ha accolto la tesi dell'ex
monopolista secondo il quale il cosiddetto deficit di accesso - costi
per la gestione e la manutenzione della rete superiori ai ricavi -
deve essere coperto. L'incremento, in vigore da marzo, sarà compreso
tra il 6,7 e l'8,7 per cento e graverà quasi del tutto sull'utenza
residenziale: il canone arriverà a sfiorare le 50 mila lire. Nel
settore aziendale, invece, che è il più redditizio e quello in cui
è più forte la concorrenza, l'offerta rimarrà invariata.
Il pettegolezzo finanziario viaggia su Internet: ogni giorno,
infatti, nascono nuovi siti di rumors. Solo nella scorsa settimana
sono stati presi di mira nomi come Tiscali, Seat-Pagine gialle, Blu e
Freedomland, con inevitabili ripercussioni sull'andamento dei titoli
in Borsa. Spesso si tratta di voci incontrollate, tant'è che il
presidente della Consob, l'organismo di vigilanza sulla Borsa, Luigi
Spaventa ha recentemente messo in guardia contro i pericoli del
trading on line e alcuni funzionari dell'Authority sarebbero impegnati
in un'operazione di monitoraggio per scoprire dove nascono le notizie
manipolate. Solo 24 siti hanno sottoscritto il "decalogo
dell'informazione finanziaria on line" redatto dall'Associazione
degli analisti finanziari ed esibiscono il "marchio di
garanzia" Aiaf. I dieci indirizzi più cliccati sono:
Borsarumors.com, Spystocks.com, Miaeconomia.it, Bluinvest.com,
Wallstreetitalia.com, Nexplora.com, Websim.it, Italiainvest.com,
Soldionline.it e Voltrade.it. Su Libero.
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