Martedí 12 Dicembre 2000


 


Giornalismo online senza tutela

Oggi sono in edicola sono alcuni quotidiani i cui giornalisti non hanno aderito allo sciopero indetto dalla Federazione nazionale della stampa per il rinnovo del contratto nazionale. Il Manifesto pur non partecipando allo sciopero dà alla questione ampio risalto. Tra i motivi di contrasto tra il sindacato dei giornalisti e la Federazione degli editori c'è "la cosiddetta deregulation nelle relazioni di lavoro e in quelle sindacali. A quanto pare gli editori hanno scelto il gioco dello scardinamento e della 'personalizzazione' assoluta. E con l'avvento del giornalismo via Internet anche in Italia la giungla dei rapporti di lavoro si è fatta ancora più fitta". Il problema è che "gli editori sembrano sempre più intenzionati a fare a meno dei contratti e della contrattazione ovunque. Fuori e dentro la rete".

In prima pagina sul Giornale e su Libero l'aumento del canone Telecom. L'Autorità per le comunicazioni, chiamata ad approvare il rincaro chiesto dalla società telefonica e a stabilirne l'entità, ha dato il via libera ma con una maggioranza di un solo voto e dopo uno scontro con il commissario europeo alla Concorrenza Mario Monti. L'Authority, infatti, era contraria a un rincaro superiore al 4 per cento ma Bruxelles ha accolto la tesi dell'ex monopolista secondo il quale il cosiddetto deficit di accesso - costi per la gestione e la manutenzione della rete superiori ai ricavi - deve essere coperto. L'incremento, in vigore da marzo, sarà compreso tra il 6,7 e l'8,7 per cento e graverà quasi del tutto sull'utenza residenziale: il canone arriverà a sfiorare le 50 mila lire. Nel settore aziendale, invece, che è il più redditizio e quello in cui è più forte la concorrenza, l'offerta rimarrà invariata.

Il pettegolezzo finanziario viaggia su Internet: ogni giorno, infatti, nascono nuovi siti di rumors. Solo nella scorsa settimana sono stati presi di mira nomi come Tiscali, Seat-Pagine gialle, Blu e Freedomland, con inevitabili ripercussioni sull'andamento dei titoli in Borsa. Spesso si tratta di voci incontrollate, tant'è che il presidente della Consob, l'organismo di vigilanza sulla Borsa, Luigi Spaventa ha recentemente messo in guardia contro i pericoli del trading on line e alcuni funzionari dell'Authority sarebbero impegnati in un'operazione di monitoraggio per scoprire dove nascono le notizie manipolate. Solo 24 siti hanno sottoscritto il "decalogo dell'informazione finanziaria on line" redatto dall'Associazione degli analisti finanziari ed esibiscono il "marchio di garanzia" Aiaf. I dieci indirizzi più cliccati sono: Borsarumors.com, Spystocks.com, Miaeconomia.it, Bluinvest.com, Wallstreetitalia.com, Nexplora.com, Websim.it, Italiainvest.com, Soldionline.it e Voltrade.it. Su Libero.

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