New economy: è vera crisi?

Nel Duemila le società della web economy hanno accusato forti perdite. Negli Stati Uniti il mercato dei titoli di alta tecnologia, il Nasdaq, ha perso negli ultimi undici mesi il 36 per cento. E' l'inizio del crollo o solo saggia prudenza? Se lo domanda l'Internazionale, riportando l'ampio dossier dedicato all'argomento dal quotidiano francese Le Monde. Anche la Repubblica e il Sole 24 Ore analizzano il fenomeno, arrivando più o meno alle stesse conclusioni: il web ha dato il via ad una grande corsa all'oro, e qualche pioniere è fallito. Ma ora il peggio è passato e, secondo gli analisti, per gli investimenti sui titoli tecnologici a medio e lungo periodo bisogna privilegiare le società con menagement capaci, business definiti e buone capacità di diversificazione. Certo la situazione resta difficile e va monitorata con molta attenzione. Secondo il settimanale californiano Industry Standard, la Intenet economy è viva e vegeta e l'e-commerce sarà la rivoluzione industriale del Ventunesimo secolo.

Oggi in vendita i primi Gprs

Da oggi nei punti vendita di Blu si potranno comprare i primi telefonini Gprs, con i quali sarà finalmente possibile ricevere pacchetti di dati provenienti da Internet ad alta velocità. Anche gli altri gestori sono pronti al lancio: tra oggi e domani Omnitel consegna terminal Gprs a 250 aziende in attesa di far iniziare il servizio vero e proprio a gennaio. Entro gennaio partirà anche Tim, mentre Wind consegnerà i primi terminali entro la fine di questa settimana. Blu ha anticipato tutti, costringendo i concorrenti ad affrettare il passo: ma i produttori di telefonini non sono ancora pronti. Attualmente c'è sul mercato solo il modello della Motorola e i terminali più potenti, che permetteranno una trasmissione decisamente più veloce, arriveranno solo fra qualche mese. Tutti i dettagli sull'inserto Affari e Finanza della Repubblica.

Nuove regole contro il riciclaggio in Rete

Servono nuovi accordi internazionali per risalire agli illeciti elettronici. E' la posizione espressa da Edward Rindler, consigliere speciale per il contrasto al crimine del Dipartimento di Stato americano, in un'intervista riportata dal Corriere della Sera. E' facile ripulire danaro sporco attraverso Internet, spiega Rindler: basta operare attraverso società i cui provider sono basati in paesi che hanno legislazioni poco serie. Sono quindici in tutto i paesi di questa lista nera, aggiornata a giugno scorso dal Gafi, l'organismo dell'Ocse che studia i flussi di danaro sporco: Russia. Israele, filippine, Libano, Lichtenstein, Panama, Isole Bahamas, Isole Cayman, Isole Cook, Isole Marshall, la Dominique, St. Vinvent e le Grenadine, St Kittis e Nevis, Nauru e Niue.

Internet pulirà il pianeta

Le nuove tecnologie aiutano l'ambiente: l'e-commerce riduce gli spostamenti, quindi l'emissione di carburante e l'informazione elettronica diminuisce il consumo i carta per giornali e libri. A dichiararlo è Joseph Romm, direttore per le soluzioni energetiche e climatiche di Washington in un'intervista riportata dal Corriere della Sera. "Dal 40 al 60 per cento degli autotreni tornavano vuoti dopo un viaggio - osserva l'esperto americano - con enorme spreco di carburante e di capacità di trasporto. Ora gli autotrasportatori mettono all'asta su Internet i loro viaggi di ritorno".

La scienza in Rete

Dal progetto Genoma all clonazione animale, passando per i brevetti farmaceutici: l'uso di Internet ha rivoluzionato il lavoro di Università, centri di ricerca industrie in una larga serie di settori scientifici. Sulle autostrade dell'informazione, sono stati possibili scambi e collaborazioni prima impensabili tra laboratori pubblici e privati di tutti i continenti. Tim Berners Lee, ricercatore del Cern di Ginevra, creò nel 1989 il "www" proprio per collegare i centri scientifici di tutto il mondo. All'avventura della scienza su Internet è dedicato uno speciale dall'inserto Affari e Finanza di Repubblica.

Costanzo: non esageriamo con la censura su Internet

Maurizio Costanzo interviene nella polemica sui siti Internet dedicati al gossip e lo fa con una lettera al Messaggero, pubblicata dal quotidiano con un richiamo in prima pagina. Una regolamentazione è necessaria, sostiene Costanzo, "Ma non si deve peraltro esagerare in un atteggiamento censorio. (…) Se gli estensori dei siti scrivono, qualcuno li avrà pure informati. Se si vuole invocare un giro di vite, chiediamo ufficialmente che il medesimo venga esteso ai salotti e ai ristoranti alla moda". Sarebbe dunque più costruttivo pensare ad una legge che protegga dalla diffamazione gratuita.

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