Arriva il software in affitto
E' in arrivo il software in affitto. La formula sarà presto
lanciata sia da Microsoft che da Computer Associates per venire
incontro alle esigenze di flessibilità degli utenti. L'iniziativa del
gruppo capeggiato da Bill Gates è esposta dal Corriere della Sera.
Tra una settimana sarà inaugurato nella Times Square di New York il
più grande cybercafé del mondo, aperto giorno e notte, con 800
postazioni attrezzate per connettersi alla Rete. Qui per la prima
volta Microsoft metterà pubblicamente a disposizione Office 2000: gli
avventori potranno creare e gestire i loro documenti come sul computer
di casa, pagando per ogni sessione una cifra che non dovrebbe superare
le 10mila lire per il livello più completo di utilizzo. Si tratta
dunque di una vera forma di affitto, che rientra nella strategia
".Net" di Microsoft, presentata quest'estate. Non vuole
essere da meno Computer Associates, che produce i software che
dirigono gli Shuttle nelle missioni spaziali e serve clienti
industriali e finanziari di tutto il mondo. In una dichiarazione
riportata da Repubblica, Sanjay Kumar, l'amministratore
delegato del gruppo, ha dichiarato che ormai verrà proposto ai
clienti di prendere in leasing i prodotti "non più con contratti
vincolanti e a lungo termine, ma con contratti a scadenze variabili,
anche di un solo mese, rivedibili a piacimento". Il mercato
sembra apprezzare, dato che i titoli di Computer Associates hanno
fatto un balzo in avanti ridando fiducia ad una società che negli
ultimi mesi ha attraversato momenti difficili. L'affitto dei software
è il frutto di una tendenza già in atto: sulla Rete ci si può
abbonare a molti servizi che permettono di trasformare il browser in
una scrivania virtuale. Sono l'equivalente del consolidato fenomeno
aziendale degli Asp, ovvero la localizzazione del software su grandi
server di Rete, accessibili e utilizzabili direttamente via Internet.
Avanza sul web il business libertario
E' guerra tra i difensori e i contestatori del copyright in Rete,
ma lo scontro non è solo filosofico: si tratta del diffondersi di un
nuovo modo di fare affari con Internet. Se qualche settimana fa Steve
Ballemer, amministratore delegato di Microsoft, ha definito gli
sviluppatori di Linux una "banda di comunisti", su Linux
investono proprio imprese come Sun, Dell, Compaq e Ibm, scommettendo
sul futuro del free software anche come scelta economica vincente. In
gioco dunque è una grande idea, quella di guadagnare regalando. Certo
per ora il giro d'affari non è significativo: il sistema operativo
Linux, per quanto sempre più diffuso è gratis e chi lo distribuisce
guadagna solo dalla vendita di applicazioni e servizi. Secondo il
prestigioso istituto di analisi Forrester Research però, il successo
arriverà molto presto. Il Corriere della Sera dedica un'ampia
riflessione all'argomento, segnalando i siti dove ferve il dibattito.
Come quello della Elelctronic Frontier
Foundation dove si trova l'elenco di leggi, regolamenti e sentenze
che mettono in evidenza le contraddizioni di una legislatura per il
copyright che non tiene conto del fatto che ora il valore non è più
generato dalla produzione di merci materiali ma da reti di
condivisione della conoscenza.
Gli hacker preferiscono le italiane
L'Italia è a rischio. Con la Romania e la Russia siamo il paese
preferito dagli hacker". Lo ha dichiarato al Corriere della
Sera Yann Bongiovanni, presidente e fondatore di Live Networks
Security, la società nata l'anno scorso per aiutare le aziende
italiane a migliorare la sicurezza dei loro sistemi informativi".
Aziende con un sito fai-da-te, assicurazioni e soprattutto banche
online sarebbero nel mirino dei pirati informatici. Secondo
Bongiovanni qui da noi il mercato del software è in crescita, ma le
aziende sono disattente alla tutela: spesso ignorano addirittura chi
le avverte di aver trovato una falla nel loro programma. Allarmi del
genere arrivano da forum internettiani come Butraq, dove si discute di
violabilità dei software e dove esperti intervengono segnalando i
pericoli. Società come Microsoft sono attentissime a queste
segnalazioni, in Italia invece nessuno vi presta attenzione. "Il
rischio più grande è un altro - conclude Bongiovanni - Ogni azienda
violata diventa una postazione dalla quale i pirati possono lanciare,
anonimamente e tutti insieme, attacchi ad obiettivi importanti",
come è successo a Yahoo!
L'Italia scopre gli incubatori
Oggi le società Internet, per guadagnare in Borsa, fanno sempre
più ricorso agli "incubatori d'impresa" strutture che
forniscono mezzi finanziari e servizi necessari allo sviluppo
dell'idea imprenditoriale in cambio di una quota di partecipazione nel
capitale dell'azienda nascente. Come riferisce il Sole 24 Ore,
il fenomeno, nato negli Usa o;ltre trent'anni fa, è in crescita
adesso in tutta Europa. In Italia sono sorti negli ultimi anni una
ventina di incubatori che hanno già investito circa mille miliardi di
lire. L'attitudine è quella di assistere non solo le start-up, ma
anche aziende ormai avviate che intendono velocizzare il processo di
accesso alla new economy.
Gratis a gennaio la Gazzetta Ufficiale online
Nel 2001 i primi 60 giorni di consultazione della Gazzetta
Ufficiale saranno gratuiti per tutti. Lo ha dichiarato al Sole 24
Ore Elisabetta Campus, del servizio del Provveditorato del
ministero del Tesoro. La spesa sarà in quel periodo a carico dello
Stato. E' inoltre in discussione con l'Aipa l'eventualità di
abbassare i costi degli abbonamenti online per i privati. Gli alti
costi d'abbonamento al servizio (3200 lire per ogni pagina online
contro le 1500 lire dell'intera edizione cartacea) è dovuta secondo i
responsabili all'alto costo d'allestimento del sito Internet, che non
riceve sovvenzioni ma si autofinanzia.
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