Finisce il monopolio di ".com": in Rete altri sette domini

Su Internet, gli indirizzi che finiscono con il .com sono ormai venti milioni. E di fronte al rischio di non trovare più un solo spazio libero, l' Icann (Internet corporation for assigned names and numbers), l'autorità mondiale per gli indirizzi, ha battezzato nella notte sette nuovi domini, tutti su scala mondiale. Milioni di nuovi siti potranno terminare in ".info" (se riguarderanno l'informazione generale), in ".biz" (per gli affari), in ".name" (per chi vuole una pagina personale), in ".pro" (per i professionisti), in ".museum" (per i musei), in ".coop" (per le cooperative), in ".aero" (per l'industria aeronautica). Se non ci saranno ripensamenti i sette nuovi domini saranno a regime a metà 2001 e cambieranno l'intera mappa e la segnaletica del web. Come riporta oggi Repubblica, l'Icann ha annunciato la sua decisione a Marina del Rey, in California, nella notte. Il direttivo dell'organismo, controllato dai maggiori Internet provider degli Stati Uniti, all'ultimo momento non ha accolto cinque rappresentanti eletti direttamente dal popolo della Rete. Bocciati altri quaranta possibili domini. E intanto sul Sole 24 ore di oggi si legge che il Parlamento italiano dovrebbe approvare rapidamente il disegno di legge governativo, da ieri all'esame della commissione Giustizia del Senato, che impedisce la registrazione indiscriminata degli indirizzi web da parte di chi tenta poi di farne commercio.

In crescita lo shopping online in Italia

Uno studio Shoplab.it sul commercio elettronico italiano al dettaglio fotografa una realtà in forte crescita sia come numero di negozi web sia come fatturato: lo riporta oggi il Sole 24 ore. Secondo Shoplab.it, Osservatorio permanente sull'e-commerce al dettaglio in Italia nato lo scorso aprile dalla partnership tra Associazione impresa Politecnico, il Bostun consulting group (Bgc) e Idc Italia, gli e-shop - che erano 3350 nel maggio scorso - sono attualmente più di 6000 e nel 2001 dovrebbero arrivare a più di 10.000. Non solo: il fatturato previsto nel 2000 è di 820 miliardi pari a un tasso di crescita del 270 per cento rispetto al 1999. Il mercato rimane però molto concentrato: i primi 20 e-shop rappresentano il 65 per cento del mercato totale.

Perché non funzionano le ".com"

Una ricerca svolta dal GartnerGroup sul ruolo chiave giocato dagli investimenti di marketing tenta di capire quali fattori strutturali possano decidere del successo o del fallimento di una nuova impresa, in particolare di quelle nate in Rete per il commercio elettronico. È difficile fare una valutazione dei modelli di business, soprattutto per quel che riguarda le start-up. Essendo appena nata un'azienda non può essere misurata sui parametri immediati della profittabilità. C'è infatti sempre e comunque una mutua esclusione tra il profitto a breve e gli obiettivi di espansione della quota di mercato, cruciali per la fase di decollo. Strumenti più sofisticati di analisi sono il marketing e la sua produttività in termini di allargamento della quota di mercato. È questa la dinamica chiave per il Gartner, base per mettere sotto la lente le più note aziende nate su Internet. Lo studio analizza il successo di Aol, eBay e Yahoo! e le difficoltà riscontrate da Amazon, Qxl e Lastminute. Oggi sul Sole 24 ore.

Fabbricati in Italia i robot spaziali della Nasa

Giovanni Bignami, direttore dei programmi scientifici dell'Agenzia spaziale italiana, in un'intervista a Libero, ha sottolineato come dal 1997 l'attività scientifica in Italia sia triplicata, e ha illustrato gli ultimi successi del nostro Paese nel campo della ricerca. Mentre ci prepariamo ad andare su Marte, i nostri scienziati partecipano alla gestione delle più importanti missioni nel cosmo, per le quali sono già stati investiti 1500 miliardi. "Con Carlo Rubbia - sottolinea Bignami - stiamo progettando un nuovo tipo di propulsore che in futuro potrebbe essere in grado di portare l'uomo fin sul Pianeta Rosso. Inoltre ci siamo specializzati nella strumentazione robotica. Gli strumenti che nelle prossime missioni faranno carotaggio sul suolo di Marte sono fatti in Italia".

I ciechi "ascolteranno" la Gioconda

Gli scienziati dell'Università di Manchester hanno progettato un software che traduce i colori in musica. Il programma, riportato dal sito web Beyond2000, messo a punto dagli scienziati inglesi non si limita a rendere concreto il potere evocativo dell'artificio verbale, ma contiene importanti applicazioni soprattutto per i non vedenti. L'idea del software è simile a quella delle pianole che producono automaticamente una melodia grazie a dei fori praticati su un nastro scorrevole. Un'immagine viene infatti ridotta in tante unità a cui si fanno corrispondere diverse note che insieme formano la "sinfonia" di un oggetto. Oggi su Libero.

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