Clicca su oggi in TV



E-Learning: per una formazione personalizzata e interattiva

E-learning, ovvero formazione assistita dalle nuove tecnologie, quindi soprattutto formazione personalizzata e interattiva, ma anche, e sempre di più, formazione a distanza. Ne parliamo con Gino Roncaglia, professore di Informatica umanistica all'Università la Tuscia di Viterbo

Professore, cos'è l'e-learning?

L'e-learning non coincide con formazione a distanza tour court, perché ovviamente abbiamo delle forme di e-learning, cioè di formazione assistita dalle nuove tecnologie anche non a distanza, ma in presenza - ad esempio, un aula multimediale - e d'altro canto è possibile avere delle forme di educazione a distanza che non necessariamente utilizzano le nuove tecnologie: in fondo, la vecchia scuola Radioelettra a dispense era una forma di formazione a distanza che non utilizzava le tecnologie digitali.

Negli Stai Uniti, si investono ingenti somme di danaro nel campo della formazione.

È vero. Questo dimostra anche quanto sia importante l'investimento in formazione, mentre in Italia si investe pochissimo perché la formazione è percepita come qualcosa di bello e di utile, ma non produttiva economicamente. A noi manca questa consapevolezza.

Forse l'anello mancante è stato il passaggio dal mondo dell'università al mondo produttivo?

Il modello americano prevede sostanzialmente un forte ingresso del mondo produttivo nell'università già nel processo di formazione. Del resto, molti degli investimenti per l'università vengono anche dal mondo produttivo. Non è detto che questo modello debba essere assorbito tour court anche da noi, ma sicuramente il gap tra università e mondo del lavoro in Italia va in qualche modo colmato. Io penso che uno specifico europeo possa essere quello di colmare questo gap nei due versi: prevedere un ingresso del mondo produttivo nella scuola dell'obbligo o nell'università, ma prevedere una forma di utilizzo delle risorse della formazione tradizionale anche a livello di aziende, quindi la presenza delle scuole e dell'università nel mondo della produzione e del lavoro.

Qual è la situazione in Italia riguardo all'e-learning?

Ci si sta muovendo soprattutto in due ambiti: il primo è quello strettamente aziendale. L'azienda che si rende conto dell'importanza della formazione investe quasi automaticamente nella formazione a distanza perché è lo strumento meglio personalizzabile e d'altro canto anche da parte del mondo dell'università e della scuola, questa frontiera delle nuove tecnologie è percepita come la frontiera su cui si guadagna studenti.

Il fattore motivazionale nella formazione a distanza deve essere sicuramente forte.

Il problema della motivazione è un problema notevole, naturalmente anche proprio dal punto di vista della persona che segue i corsi. Le due caratteristiche più innovative del learning sono la possibilità di abolire le barriere spaziali e temporali, e la possibilità di personalizzare i percorsi, prevedendo percorsi diversi per le varie singoli situazioni degli utenti. Entrambi questi aspetti sono ovviamente molto positivi, ma per certi versi presentano anche dei rischi, in particolare il rischio di costruire un percorso così specifico, così singolo da far perdere la dimensione sociale della formazione. Proprio rispetto alla motivazione la dimensione sociale è molto importante: ad esempio, la persona che viene formata può partire da motivazioni molto esterne, "voglio imparare come funziona", "voglio imparare il greco per mia cultura personale" oppure "voglio imparare certe tecniche perché mi servono per il lavoro". A queste motivazioni generali, si aggiungono tutta una serie di motivazioni concrete nella situazione di classe, nella situazione didattica "voglio studiare bene questa lezione perché voglio fare impressione sulla ragazza bionda di prima fila" e cose di queste genere. Anche queste motivazioni sociali sono importanti nel processo di formazione: nel caso della formazione a distanza e la formazione personalizzata, si rischia in certi casi di far perdere motivazione, perché sono talmente in una gabbia isolata che si segue un po' passivamente. Bisogna quindi tener conto di questo fattore, sapendo che in generale funziona meglio la formazione non totalmente isolata: costruire classi virtuali, costruire accanto ai momenti a distanza dei momenti in presenza, cioè pensare a tecniche miste.

Magari utilizzando anche chat e forum.

Sì, perché sono tutti strumenti che hanno naturalmente il valore di interazione, interazione tra studente e docente, ma hanno anche il valore di recuperare la dimensione sociale del processo formativo.

Quali sono le caratteristiche più innovative di un corso di e-learning?

Sicuramente la personalizzazione accompagnata dall'enorme varietà di costruzione dei contenuti: utilizzando tecnologie digitali l'e-learning ovviamente può avvalersi della convergenza di codici comunicativi, tipi di informazione diversa, come filmati, suoni e così via.
Mentre la scuola tradizionale ci abitua a processi formativi che si basano tutto su testi scritti, l'e-learning permette di affiancare al codice scritto e al puro parlato tutta una serie di codici comunicativi che rendono sicuramente più efficace il processo di formazione.

Esistono programmi europei che finanziano queste iniziative?

Ci sono tutta una serie di iniziative dell'Unione Europea per cercare di facilitare l'ingresso delle nuove tecnologie nei processi di formazione. In generale, sono previsto tutta una serie di finanziamenti dati proprio a progetti formativi che prevedono anche componenti di uso delle nuove tecnologie.

Presso l'Università della Tuscia, dove lei insegna, ci sono esperienze di e-learning?

L'Università della Tuscia è un'università relativamente piccola dove questi esperimenti sono anche più facili: cominciamo ad usare le nuove tecnologie per la didattica soprattutto in alcuni insegnamenti. L'esperienza è complessivamente positiva, ma ancora più positiva è l'esperienza che ha a che fare non tanto con la pura frizione passiva delle nuove tecnologie, quanto con il coinvolgere gli stessi studenti con l'organizzazione nella produzione di questi contenuti didattici multimediali. Noi abbiamo un gruppo di studenti che, imparando l'uso di strumenti multimediali, hanno cominciato loro stessi, nell'ambito universitario, a creare materiali multimediali e progressivamente sono diventati da studenti associazione studentesca, associazione culturale, adesso società. In questo caso, l'università ha funzionato un po' da incubatore e ha favorito la nascita di una vera e propria società.

Come farsi un'idea di tutto quello che c'è nel mondo della formazione a distanza?

In l'Italia, forse un luogo da cui si potrebbe partire è proprio la sezione "Learning" di Mediamente, in cui ci sono sia materiali di educazione a distanza sia anche collegamenti e altre esperienze e altre realtà. Ci sono poi i portali di educazione a distanza privati collegati alle principali aziende del settore.

L'arrivo della larga banda consentirà una serie di opportunità e anche di ambienti tecnologici completamente diversi. È in arrivo una grossa rivoluzione?

La banda larga è una grossa rivoluzione perché semplificherà l'uso della pluralità di strumenti presenti sullo stesso tipo di interfaccia, cioè il normale computer di casa. Da questo punto di vista, il fatto di poter seguire sia lezioni in video sia simulazioni nello stesso contesto è importante anche se io credo che la formazione assistita da strumenti elettronici digitali non si può comunque mai limitare a essere pura formazione a distanza verso un utente chiuso nella propria casa. Bisogna sempre costruire, come dicevo prima, strumenti di socialità formativa.