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Una formazione più INTERNETional

I risvolti del Premio Pirelli sulla produzione ipermediale in Italia. Li commentiamo insieme a Michele Fabbri, docente e giornalista della parte del mondo di educational per "Il Sole 24 Ore"

Il livello del premio Pirelli cresce di anno in anno e il fatto che una scuola italiana riesca a vincere un premio, è un dato sicuramente importante. È un caso o è una felice congiuntura nella scuola italiana, riguardo alla produzione di ipermedia?

Si tratta di un elemento di eccezionalità in tutti i sensi: la scuola media Dante Alighieri di Spoleto che ha vinto ha presentato un prodotto di grande qualità, ma non rappresenta ovviamente la media delle produzioni scolastiche. Se però emergono prodotti eccezionali come questo, vuol dire che esiste un substrato generale che è cresciuto in questi anni.

Che valenza ha un premio del genere?

Intanto il premio è diventato veramente di carattere internazionale, quindi chi partecipa sa che deve stare su un livello molto alto. È sicuramente secondo me uno stimolo a forzare le strutture della comunicazione su dei livelli: a livello di linguaggio, la multimedialità, e a livello di contenuti, la cultura scientifica.

L'ipertesto "La lattina di Piera " non nasce da un tema astratto, ma da un problema ambientale: forse anche questo è un buon segnale?

Certo, questo è molto importante perché probabilmente si è già chiusa nella scuola la fase della sperimentazione sul linguaggio in quanto tale, sullo strumento in quanto tale: facciamo un ipertesto perché ci sono i computer. Adesso si affrontano i problemi di comunicazione delle cose da fare, come sempre nella scuola, e a volte lo strumento multimediale si rivela il più adatto. È il caso della lattina Pierina: i ragazzi di scuola media, di fronte alle problematiche comunicative della questione del riciclaggio delle lattine nei confronti dei loro coetanei, sono diventati i facilitatori di questo processo, il catalizzatore che ha consentito la comunicazione. È stato è utilizzato lo strumento multimediale perché più ricco di espressività e più coinvolgente.

Spesso si dice che gli insegnanti sono un po' bloccati di fronte alla creatività dei più giovani.

Direi che bisogna smettere di dire questa banalità: che gli studenti siano più bravi dei loro docenti è una sciocchezza. Gli studenti sono sicuramente più bravi nel manipolare l'oggetto computer, lavorare sulla tastiera, ma ovviamente per un percorso intellettuale complesso l'insegnate è colui che detiene il sapere. No, abbiamo sempre sottolineato che invece il ruolo degli insegnanti sia quello di fare il manager delle informazioni e dei materiali.

"Dal silicio al computer "  è evidentemente un prodotto molto più raffinato e sicuramente molto più evoluto. La cosa interessante di questo prodotto è il fatto che nasce all'interno di un'università e comporta uno spin-off. Raccontaci un attimo la storia perché credo che sia interessante e forse anche significativa.

È un caso interessante perché INFM http://www.infm.it è uno dei più importanti istituti di ricerca che ha realizzato un prodotto per il mercato. Quindi non è solo un caso di comunicazione dell'università, dell'accademia verso l'esterno - dato di per sé già abbastanza raro in Italia - ma si pone il problema di comunicare attraverso uno strumento che vada sul mercato, anche se in questo caso il mercato è costituito dalla formazione perché è indirizzato agli studenti della scuola superiore e del biennio dell'università. Da questa esperienza è stata realizzata la società INFMedia http://www.infmedia.it che sta già realizzando altri prodotti importanti. Tale iniziativa è molto importante anche perché molta della produzione di divulgazione scientifica che c'è in Italia viene importata

Come sono posizionate la scuola e le università rispetto al mondo della formazione?

A mio avviso, è un rapporto ricco di potenzialità perché in questi anni si sono effettivamente rotte tutte le gabbie e i vincoli che tenevano le università grazie alle riforme. Il problema adesso è come legare un'attività all'altra, in quanto continuano ad esserci forti resistenze da parte dello stesso mondo accademico che molto spesso non vive queste iniziative come opportunità, ma come una specie di abbassamento di livello perché la ricerca scientifica pura è qualche cosa che ha che fare con le grandi ricerche, le grandi sfide intellettuali. Già da questa a passare a quell'applicata o a un qualcosa di troppo tecnologico, e da questo ancora passare al mercato, comporta una specie di inquinamento possibile.

Ma c'è certamente un diverso approccio da parte dell'università provata e pubblica.

L'università privata, come tale, sta già sul mercato, mentre la statale vive queste iniziative in maniera diversa anche se si riscontrano sicuramente dei segnali di trasformazione come gli incubatori tecnologici.

Pirelli INTERNETional Award  
La lattina di Piera 
Dal silicio al computer 
INFM  
INFMedia
Il Sole 24 Ore