Piccola imprenditoria a rischio
di Roberta De Cicco
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Delle
numerosissime piccole e medie imprese italiane, concentrate
soprattutto nel settore tessile e meccanico, solo una minima parte ha
immediatamente compreso il problema millennium bug nella sua
totalità.
Alcune aziende, soprattutto quelle fornitrici dei grandi gruppi
industriali, hanno dovuto certificare il loro completo adeguamento. Al
contrario la maggior parte delle piccole imprese si è inizialmente
interessata esclusivamente all'aggiornamento dei programmi e dei
computer utilizzati per la gestione aziendale, sottovalutando la
verifica di tutti gli altri sistemi automatici ugualmente sensibili
alla fatidica data.
Antonello Busetto, esponente della Segreteria Tecnica del Ministero
dell'Industria, tranquillizza gli animi sulla questione:"In
un'indagine curata dall'ISTAT
per capire quale fosse la situazione, abbiamo individuato un campione
costituito da imprese con un numero di dipendenti tra i 20 e i 250 e i
risultati sono stati confortanti. L'indagine è datata 10 luglio e a
quella data l'80% circa del campione aveva avviato attività o
progetti esecutivi per l'adeguamento. L'85% di queste imprese aveva
addirittura completato tutte le fasi.Una seconda indagine ISTAT che
sta per essere pubblicata ha ormai sedato le preoccupazioni iniziali.
Dallo studio di un campione differenziato la piccola e media impresa
italiana risulta pronta al cambio di data più di quanto ci si
aspettasse. L'occasione dell'anno 2000 va vista in termini positivi
perché, al fine di controllare l'adeguatezza dei sistemi e la loro
continuità per il millennium bug, le imprese hanno avuto
l'opportunità di rivedere i loro sistemi informatici.
Quindi tutta questa verifica è stata motivo di adeguamento,
innovazione e nuove opportunità. E inoltre ha giovato al settore
dell'Information technology che, in questo ultimo anno, ha avuto un
ulteriore incremento sul mercato". |
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