Le precauzioni negli ospedali:
il San Giovanni di
Roma
di Roberta De Cicco
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Insieme
al
San Matteo di Pavia ed al Civile di Cesena, l'Ospedale San Giovanni di
Roma è tenuto sotto stretto controllo anti baco. Il programma di
collaudo dell'informatica nella sanità, attuato dal Ministero nella
primavera di quest'anno è concentrato, infatti, su queste tre
strutture.
Lo scopo è quello di verificare che le apparecchiature coinvolte
nelle terapie intensive e di emergenza, i sistemi di diagnostica, di
radioterapia e di monitoraggio, non corrano alcun rischio di
malfunzionamento nella notte del 31 dicembre.
Resta, però, la paura
di un black out totale.
Per fare fronte a questa eventualità è stato predisposto un
gruppo elettrogeno in grado di garantire una piena autonomia della
struttura di ben 12 ore, come assicura Mario Di Lazzaro, Direttore del
Dipartimento Anestesia e Rianimazione del San Giovanni:"In questo
senso siamo attrezzati sia con generatori e gruppi di continuità per
le situazioni di maggiore importanza e sia con una rete di radiomobili
a batteria, autonoma dalla rete telefonica nazionale, per la
comunicazione interna".
Ma, spiega Giancarlo Calzetta, Dirigente del Sistema Informativo
Aziendale, il ricorso all'informatica e ai sistemi computerizzati
interessa anche la gestione aziendale di una struttura ospedaliera.
Per esempio per il controllo delle liste di attesa dei reparti di
emergenza:"Nella sala centrale del sistema informativo aziendale
è stato collocato un calcolatore per connettere in rete tutte le
attività informatiche dell'azienda ospedaliera. In modo particolare
le attività di emergenza e di poliambulatorio. Le stazioni in rete
sono 462.
Tutto è stato verificato rispetto al millennium bug su
due livelli: il livello dei sistemi operativi di base, certificati
dalle aziende costruttrici, e il livello del sottosistema gestionale,
certificato dalle società produttrici di software".
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