Balcani, la speranza rinasce in Rete
Su Internet una task force per la
ricostruzione: italiani in prima linea
a cura di Adriano Albano
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Ricostruire i Balcani. A oltre sei mesi dalla conclusione della
guerra in Kosòvo su Internet continua vivere una fitta rete di
collaborazione per far rinascere l'intera area stravolta da anni di
guerre. E l'Italia è sicuramente una delle nazioni più impegnate
nella difficile opera di ricostruzione dell'economia degli Stati
balcanici travolti dalla disgregazione del blocco politico ed
economico dell'est europeo.
Nel sito della Taskforce
Balcani troviamo la struttura della presidenza del consiglio che
da mesi opera per aiutare l'economia di regioni come il Kosòvo e
l'Albania. Internet, si conferma quindi, come luogo ideale per
coordinare interventi internazionali e per promuovere attività di
carattere umanitario. Il sito della task force per i Balcani è
infatti una fonte inesauribile di notizie per le imprese che abbiano
intenzione di partecipare alla ricostruzione della sponda orientale
dell'Adriatico.
Cliccando, ad esempio, sulla casella "indicazioni"
il navigatore ha a disposizione l'elenco di tutti gli enti ai quali si
può rivolgere per avviare un progetto economico nei Paesi balcanici.
Questa sezione contiene indirizzi molto interessanti per un
imprenditore: come quelli delle Camere di Commercio attive nelle
città interessate dal programma di ricostruzione. Così dalla propria
sede commerciale un'impresa italiana, attraverso Internet, può
ottenere documenti, statistiche, informazioni economiche necessarie
per partecipare a un progetto economico internazionale.
Cliccando sulla casella "opportunità"
passiamo a un documento fondamentale per capire quanto sia importante
un partneriato internazionale mirato alla ricostruzione di Paesi come
la ex Jugoslavia. Secondo il gruppo 17, comitato di economisti
indipendenti, i danni della guerra Nato-Serbia ammonterebbero ad oltre
sessantamila miliardi di lire. I principali punti dove si dovrà
concentrare la ricostruzione sono l'edilizia abitativa, le
infrastrutture, l'industria.
Nelle tabelle vengono elencate ad una ad una le fabbriche
principali del Kosòvo. Nel settore italiano, quello che si sviluppa
intorno all'area di Pec, sono tredici i principali siti industriali.
Tra essi fabbriche di auto, biciclette, tubi in acciaio. Tutte realtà
economiche che hanno bisogno di partner stranieri per ripristinare le
proprie potenzialità produttive.
Dalla pagina "opportunità", poi, accediamo alla pagina
dedicata agli incentivi per la ricostruzione. Attualmente sono
disponibili documenti riferiti a nazioni come Croazia, Bulgaria e
Repubblica Ceca. Questo sito Internet ci presenta una documentazione
difficilmente reperibile altrove.
Alcune tabelle elencano gli investimenti italiani già attivi in
nazioni come la Croazia. Il testo, invece, spiega in quali settori di
produzione esistono incentivi specifici.
E' consigliabile, per chi voglia investire nei Balcani, consultare
la pagina della legislazione italiana in materia di rapporti economici
con l'estero. All'interno del sito della task
force troviamo tutte le leggi e i decreti che regolamentano gli
interventi di imprese italiane al di fuori dei nostri confini
nazionali.
Infine, le mappe. La cartografia presente in queste pagine
elettroniche è davvero molto completa. Quella che vediamo è una
delle più recenti e dettagliate, carte
geografiche del Kosòvo.
Un'altra carta, riporta, la situazione ambientale della Serbia. E'
datata giugno 1999 e segnala tutti i siti industriali a rischio
ambientale. Fabbriche e centrali energetiche colpite dai bombardamenti
che rappresentano ancora oggi una minaccia per l'equilibrio ambientale
della Serbia e delle nazioni vicine. Dalla cartina si capisce quanto
sia urgente una grande azione internazionale per sanare le ferite
delle guerre balcaniche. |