Bandiera pirata sul web Attacchi
massicci degli hacker in molti siti: un'offensiva senza precedenti
a cura di
Adriano Albano
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E'
in atto in queste ore uno dei più massicci attacchi
hacker della storia recente. Uno dopo l'altro hanno dovuto alzare
bandiera bianca all'offensiva dei pirati del web portali come Yahoo!,
case d'aste del calibro di E-Bay
e gruppi di comunicazione di primissimo piano come la Cnn (www.cnn.com)
e Zdnet. Tutti capitolati sotto milioni di e-mail inviate dai pirati.
Ma chi sono gli hacker? E soprattutto come agiscono? Entriamo nel loro
territorio, Internet, e vediamo i loro siti.
Hackers.com
è il volto ufficiale sul web di questa internazionale degli incursori
informatici. Il sito si propone come luogo virtuale d'incontro per
quanti siano interessati all'hackeraggio e vogliano condividere le
proprie esperienze. Dentro hdc
faq, si trova una sorta di carta di identità del sito dove sono
spiegati obiettivi e principi dell'organizzazione.
Ma sul web possiamo scoprire anche la storia del fenomeno. La Cnn,
uno degli obiettivi di queste ore, dedica ampio spazio all'offensiva
dei pirati e presenta una breve storia, per tappe, del fenomeno pirateria
delle comunicazioni. Il primo caso riguarda il telefono e risale
al 1878. Ma l'hackeraggio come lo intendiamo oggi nasce nel 1971
quando un uomo scoprì, quasi per caso, che con un fischietto
giocattolo riusciva a riprodurre un suono a 2600 hertz. Ciò gli
permetteva di ingannare le linee telefoniche e parlare gratuitamente
con l'estero.
Il
numero 2600 è
ricorrente nella storia dei pirati informatici. E' infatti la sigla di
una delle prime organizzazioni hacker americane. Nel loro sito
troviamo un reportage aggiornato sull'offensiva in atto e un
voluminoso archivio elettronico. Gli hacker mettono a disposizione dei
navigatori le immagini delle loro più recenti imprese. Nella sezione hacked
sites le pagine piratate di siti ufficiali. Nel mirino di questi
bucanieri del web anche enti governativi che hanno visto per qualche
ora le loro home page trasformate con messaggi dissacranti. In un sito
istituzionale colombiano, ad esempio, sono comparse scritte
inneggianti alla droga libera.
Una delle più clamorose violazioni è stata subita dal
dipartimento della giustizia americano, divenuto, per mano degli
hacker, dipartimento all'ingiustizia con tanto di croce uncinata e
sberleffi al padre fondatore degli usa, George Washington.
Non sembrano esistere barriere contro questo tipo di incursioni, a
metà tra la goliardia e il vero e proprio sabotaggio. Nel sito 2600
un lungo elenco di pagine hackerate e mantenute in Rete come museo
della pirateria informatica. Basta vedere cosa è accaduto anche alla
potentissima Cia nel 1996 divenuta agenzia centrale della
stupidaggine.
E
gli italiani? Da segnalare una recente azione di alcuni corsari
nostrani nel sito della id software, colosso dei videogiochi. La
firma. Lasciata lo scorso sette gennaio, non lascia dubbi sulla
matrice italiana dell'assalto.
Da segnalare, poi, un riconoscimento ufficiale che la Cnn fa
all'Italia, In quella timeline al 1987 corrisponde un unico evento: la
nascita del giornale
italiano di cultura underground e web Decoder.
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