I Guai con la giustizia
statunitense
Giugno 1990: la Federal Trade Commission statunitense apre
un'indagine sulla posizione dominante nei sistemi operativi. Si
chiuderà nel '93 con un nulla di fatto.
Luglio 1994: Microsoft si accorda con il Dipartimento della
Giustizia per cessare di favorire i produttori di hardware che si
impegnano a non installare i programmi della concorrenza.
Dicembre 1997: lo stesso Dipartimento accusa Microsoft
di aver violato l'accordo. Il giudice Jackson ingiunge a Microsoft di
non premere sui produttori affinché installino il programma Explorer
assieme al sistema operativo Windows
95. Gates si appella alla sentenza mentre si prepara il lancio di
Windows 98, il nuovo sistema operativo di cui Internet Explorer è
parte integrante.
Giugno 1998: la corte d'appello dà ragione a Microsoft che
potrà continuare ad associare il browser Explorer assieme a Windows.
Per Gates è un punto a favore importante, ma nel frattempo il
Dipartimento della Giustizia e ben 20 stati americani hanno
ufficialmente aperto una nuova causa contro la società di Redmond.
L'accusa è quella di aver danneggiato la concorrenza approfittando
della propria posizione di potere nel mondo dei sistemi operativi.
19 ottobre 1998: si apre il processo a Washington. Bill Gates non
è presente in aula ed invia una dichiarazione registrata. Vengono
analizzati migliaia di documenti, promemoria interni ed e-mail. Tra i
testimoni sfilano tutti i maggiori protagonisti del mondo digitale, i
responsabili di società come America
Online, Netscape,
Apple, Intel,
Sun
Microsystem e molti altri che hanno avuto rapporti di affari con
la Microsoft.
5 novembre 1999: a poco più di un anno dall'inizio del
processo si arriva ad una prima conclusione: secondo il giudice
Jackson l'azienda di Gates ha sfruttato il suo dominio nei sistemi
operativi per danneggiare la concorrenza e frenare la competizione.
Vittime ne sarebbero, in ultima analisi, i consumatori, danneggiati
dall'assenza di un mercato del software più competitivo.
(a.l.)
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