03/06/99
Media e politica
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La continua apparizione di uomini politici in televisione o su quotidiani e periodici
influenza fortemente la tradizionale comunicazione politica, riducendo il confronto con
gli elettori a una sorta di monologo. Questa trasformazione è comunemente interpretata da
molti esperti e studiosi come una progressiva cancellazione della discussione democratica.
A questo tema ci introduce oggi Howard
Rheingold, uno dei più noti studiosi mondiali della rete internet come nuovo spazio
di aggregazione sociale. Rheingold parte, intanto, da una semplice analisi proprio del
ruolo della televisione nella comunicazione politica, per arrivare al contributo che,
invece, in questo campo può offrire Internet.
"Quello che determina il successo di un uomo politico non
è la giustezza delle sue idee, ma il modo in cui viene presentato il prodotto. Negli
Stati Uniti Ronald Reagan e Bill Clinton sono stati eletti, a mio parere, perché vengono
bene in televisione. Probabilmente non avremmo eletto Abraham Lincoln, che non era una
persona molto attraente. Quindi la televisione e i media dominano il discorso politico ed
escludono la maggioranza della gente; se non si è un commentatore televisivo, non si può
comunicare alla maggioranza delle persone. Adesso, invece, abbiamo questi gruppi di
discussione Internet. Gente che discute di politica 24 ore al giorno. Non posso fare a
meno di pensare che sia una buona cosa. Le persone parlano tra di loro invece di limitarsi
a ricevere passivamente quello che gli viene inviato e più gente discute meglio è.
Questo non vuol dire che Internet equivalga a democrazia elettronica. Ci dobbiamo
domandare se la possibilità di dibattere servirà a migliorare la democrazia".
La modalità di comunicazione di Internet potrebbe, quindi, rappresentare un'evoluzione
in positivo della politica. Potrebbe essere lo strumento con il quale realizzare un
ampliamento della partecipazione democratica. Su questo concorda, in parte, anche Stefano Rodotà, Garante per la Privacy
in Italia. Rodotà ci presenta anche altri elementi costitutivi di un vero processo
democratico che Internet da sola, forse, non può garantire.
"Internet è un luogo di grande
discussione democratica: si può avere informazione, la si può valutare, discutendone con
altri, si possono fare delle proposte. Ecco allora il cambiamento, ed ecco dove si colloca
la soglia del rischio. Se noi immaginiamo che tutte le tecnologie devono solo consentire
ai cittadini di poter dire più spesso 'sì o no' a una domanda che altri pongono, a un
problema a cui non hanno contribuito affatto fino a quel momento, a un problema sul quale
hanno poche informazioni, certamente la democrazia si impoverisce. I mezzi tecnologici
favoriscono la manipolazione dell'opinione pubblica ed il cittadino è ridotto a premere
un bottone quando un altro glielo richiede. Ma la vera democrazia è un processo continuo:
in parlamento si vota solo dopo la discussione, non è che i parlamentari entrano e
immediatamente devono dire si o no, si informano, hanno dei dossier, possono consultare
esperti, discutono tra loro e solo alla fine votano. I cittadini, allora, devono poter
usare queste tecnologie su tutto il processo democratico. La democrazia si distende su
tutto il processo di decisione e non è soltanto democrazia diretta, ma democrazia
continua, nel senso che i cittadini non sono tagliati mai dai momenti della conoscenza,
del controllo, della valutazione e della decisione. In questo senso, la democrazia dei
pochi, la democrazia dei rappresentanti, può essere rinvigorita dalla presenza corale dei
cittadini". |
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