02/06/99
Internet come foro pubblico mondiale
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L'immagine di un satellite che ruota attorno alla terra è, forse, l'immagine di
visualizzazione più efficace del concetto di tecnologia globale e di globalizzazione. La
globalizzazione, infatti, è solitamente intesa come connessione di tutte le parti del
pianeta. Una connessione di natura anzitutto tecnica, fatta di satelliti e reti terrestri,
e poi di natura economica, fatta di mercati mondiali, che superano ogni confine
geografico.
Eppure c'è chi pensa che debba, invece, essere sottolineato un altro aspetto del
fenomeno globalizzazione: la sua dimensione sociale e politica. Philippe Queau, direttore della
divisione informazione e informatica presso l'Unesco, parla per esempio di un 'foro
pubblico mondiale', auspicabile e realizzabile proprio attraverso le nuove tecnologie
potenzialmente globali.
"Una delle questioni politiche e
sociologiche fondamentali che dobbiamo porci è in che modo far emergere un Foro pubblico
mondiale, capace di incarnare l'interesse generale, per mezzo di una tecnica che essa
stessa è potenzialmente mondiale. Il grosso rischio è invece di vedersi moltiplicare,
come avviene oggi, i ghetti intellettuali, che contribuiranno all'implosione del senso
dell'interesse generale mondiale, il quale, di per sé, non è presente fisicamente in
alcun luogo. Questa, credo, è una questione fondamentale per il futuro: in che modo
utilizzare certe tecnologie di "mediatizzazione" mondiale al servizio
dell'interesse collettivo dell'umanità. Si sa come usarle al servizio dell'interesse
particolare di determinati gruppi d'influenza, come ad esempio per la speculazione
finanziaria, per la soluzione di crisi militari, per lo sviluppo di certe professioni
specializzate. Ma questi gruppi particolari non rappresentano necessariamente, mi pare, il
più grande interesse di tutti, ossia quella cosa pubblica mondiale che rimane ancora da
edificare".
E tra le "tecnologie di mediatizzazione mondiale", come le ha appena definite
Queau, è inclusa la Rete Internet. Eppure Queau non condivide le speranze che i più
ottimisti ripongono su questo mezzo per realizzare l'interesse collettivo dell'umanità.
"Ora, Internet è un mezzo eccellente per assumere informazioni sullo stato del
mondo, ma non è un mezzo politico come non è neppure uno strumento di discussione
politica, e soprattutto di sviluppo di una coscienza dell'azione politica e sociale. Credo
che il prossimo obiettivo debba essere la creazione di condizioni che permettano
l'emergere di una volontà politica mondiale. Internet può essere uno dei mezzi impiegati
a tal fine, ma di per sé non è il più adatto, piuttosto il contrario. Internet
favorisce troppo meccanismi di astrazione ritagliati sulla diversità dell'esistente; è
uno strumento eccellente per affrontare certi tipi di problemi, ma non tutti. L'idea di
Teillhard de Chardin era fondata sulla nozione di alterità: diceva che il progresso di
una civiltà non si misura con l'alta capacità di astrazione o l'efficacia dei mezzi di
rappresentazione, come l'Internet di oggi, ma con l'importanza assunta dall'altro, con la
capacità di integrare la differenza e l'alterità. Internet, in effetti, non è
propriamente uno strumento di integrazione dell'alterità, ma piuttosto di omologazione,
di standardizzazione". |
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