MediaMente.agorà

 


Rai Educational
27/05/99 

Sensi estesi

 

Video integrale in formato Real Player  

Clicca qui per scaricare Real Player


E' del febbraio 1999 la notizia di un ricercatore presso la compagnia telefonica americana At&t, Allen Milewski, che ha condotto un esperimento singolare. Per quattro mesi ha vissuto in una sorta di 'simbiosi' con il suo telefono. Otto/dieci ore al giorno in contatto diretto con un telefono sempre attivo di dimensioni ridottissime e abilmente distribuito, nascosto sul collo, sotto la camicia e dentro l'orecchio. Senza toccare alcun tasto, Milewski ha fatto e ricevuto ininterrottamente telefonate, dovendole a volte gestire in contemporanea con altre conversazioni che stava intrattenendo faccia a faccia. E' questo un esperimento singolare che porta a riflettere su come il corpo umano si possa trasformare nella sua convivenza 'ravvicinata' con la tecnologia. Avvolto da dispositivi elettronici di comunicazione a distanza o inchiodato allo schermo di un computer, in viaggio tra i luoghi, i concetti e le parole del ciberspazio, il corpo sembra immobile. Qualcuno parla, paradossalmente, addirittura di una condizione di 'atrofia' del corpo. Altri, invece, come il filosofo francese Pierre Levy, propongono la tesi di un potenziamento 'tecnologico' delle funzioni sensoriali del corpo umano.

Pierre Levy"Non so se si possa parlare veramente di atrofia dei sensi - spiega Levy - perché con tutti questi sistemi di telepresenza e di virtualita' si ottengono piuttosto una virtualizzazione e uno sviluppo dei sensi: non l'atrofia ma la virtualizzazione delle percezioni, la loro estensione, la loro trasformazione e, in un certo senso, la loro messa in comune". Noi vediamo attraverso i satelliti, gli infrarossi, gli scanner, strumenti che hanno permesso, per esempio in medicina, la produzione delle lastre. Anche il tatto e l'interazione sensorio-motrice con la telepresenza si stanno sviluppando enormemente, come l'udito con il telefono, le nuove musiche e simili.

Dunque, la vista, il tatto o l'udito sono, come spiega Levy, tutti sensi non 'atrofizzati' dalla tecnologia ma, piuttosto, potenziati e arricchiti dai nuovi strumenti. La virtualizzazione dei sensi, concludeva Levy, è una loro estensione.

In questa ottica, il corpo resta protagonista attivo del rapporto con la macchina. Anche nell'esperienza di artisti tecnologici come lo spagnolo Marcelì Antunez Roca si afferma questa convinzione: la presenza del corpo è ancora forte. E lo è a tal punto che la performance vede protagonista e centro di un collegamento di computer proprio il corpo dello stesso Antunez Roca.

Antonio CaroniaAnche Antonio Caronia, altro osservatore delle implicazioni di alcuni progressi tecnologici sulla natura umana, condivide la stessa opinione. Partendo, però, da una specifica asserzione fondante: il rapporto con la macchina non si ferma mai ad un'interazione uomo-macchina ma è, piuttosto, sempre mezzo per realizzare l'interazione uomo-uomo. "La cosa importante che spesso si dimentica quando si parla di telecomunicazioni - ricorda Caronia - è che l'interazione importante non è quella tra l'uomo e la macchina ma quella tra l'uomo e l'uomo mediata dalla macchina. Questa nuova dimensione della comunicazione realizza, in qualche modo, una simbiosi tra l'uomo e la macchina, simbiosi che crea un sistema nuovo. Il corpo in quanto tale non perde centralità, al contrario l'acquista: questo avviene proprio perché le tecnologie digitali ci mettono in grado di superare la dimensione spazialmente localizzata, determinata temporalmente dell'essere corporeo mediato dalla forma fisica, per arrivare non ad una astrazione mentale, non ad un potenziamento delle sole attività intellettuali, ma, al contrario, per rimettere l'insieme delle facoltà e delle opportunità conoscitive del corpo al centro della scena comunicativa". "Il paradosso del corpo - continua Caronia - è, in realtà, il paradosso della dimensione digitale che, apparentemente - sostengono alcuni - elimina completamente la dimensione del corpo, per ridurre l'attività umana ad una pura trasposizione e organizzazione di dati nella Rete. D'altra parte, noi sperimentiamo quotidianamente che con le tecnologie digitali il corpo viene rimesso al centro della scena dell'attività umana, perché le sue facoltà si ampliano talmente e giungono talmente lontano che il prossimo matrimonio fra le realtà virtuali e le reti di telecomunicazione realizzerà, in qualche modo e paradossalmente, il superamento della dimensione puramente simulativa".




 

Indice puntate

Indietro

Homepage

Torna a inizio pagina