24/05/99
La vita sullo schermo
|
|
|
Lespressione
con cui viene comunemente ricordato il massmediologo canadese Marshall
McLuhan è "Il medium è il messaggio".
Cosa vuol dire? Vuol dire che limportanza, il significato dei mezzi di comunicazione
non è tanto nei contenuti che veicolano, quanto nei mezzi di comunicazione stessi, che
in un certo senso fanno sì che ci formiamo unidea del mondo
strutturata nella stessa maniera degli strumenti di comunicazione che utilizziamo.
Per fare un esempio semplice nella scrittura il messaggio è nella sequenzialità delle
sue componenti: una lettera dopo laltra, una parola dopo laltra.
Dunque luso diffuso della scrittura come strumento di comunicazione ed espressione
ha portato con sé laffermazione di unidea del mondo basata sulla linearità e
sulla sequenzialità: ad una determinata causa segue sempre un preciso effetto.
Ma i mezzi di comunicazione non solo ci danno unidea del mondo: infatti
determinano anche limmagine che abbiamo di noi stessi.
E questo si verifica in modo del tutto inedito con strumenti che, come il computer,
impongono modalità duso nuovissime.
Su questo interessante aspetto delle comunicazioni telematiche ascolteremo ora la
riflessione di Sherry Turkle, ricercatrice del Mit, che ha studiato le forme di vita e
comunicazione sullo schermo e nei mondi virtuali.
Noi utilizziamo la tecnologia del nostro tempo per dare forma a unimmagine di noi
stessi. Ad esempio, il fatto che sul computer ci sono tante finestre e che ci si è
abituati allidea di spostarsi fra le diverse finestre sullo schermo, può essere
interpretato come una metafora della visione del sé in quanto molteplice, senza un
centro, e della possibilità di fare clic e visionare a rotazione i differenti aspetti
della propria personalità.
[...]
Non è vero, dunque, che in rete si sviluppino identità molteplici o disturbi della
personalità; piuttosto ci si accorge di poter attraversare le varie componenti della
propria natura, e credo che in questo modo si arrivi ad apprezzare meglio il fatto che
dentro a ognuno di noi cè una molteplicità di componenti. Siamo stati abituati a
concepire lidentità come una specie di unità: io sono "uno". Oggi si
guarda allidentità come a una realtà molto più fluida, che risulta
dallinsieme dei tanti sé che coesistono allinterno dell
"uno". Perciò credo che il nostro concetto di identità stia davvero cambiando
man mano che approfondiamo la conoscenza di noi stessi mediante questo nuovo mezzo di
comunicazione.
La riflessione della Turkle che abbiamo appena ascoltato si applica chiaramente ad
individui adulti che si confrontano con il computer.
Ma cosa dire, invece, di quelli che sono nati e cresciuti con questo nuovo mezzo,
sviluppando con esso una notevole famialiarità? Cosa dire dei bambini dellera
tecnologica?
Torniamo a sentire Sherry Turkle.
"Quando i bambini guardano il computer, vi trovano una natura in certo modo
vivente. Oggi giocano con questi piccoli Furby, giocattolini e giochi elettronici, e
cominciano a pensare alla vita in questi termini: cè la vita biologica, e poi
cè la vita dei Furby, cioè un tipo di vita proprio dei computer. Così iniziano ad
animare il mondo delle macchine, e a concepire se stessi non più come gli unici esseri
intelligenti del pianeta. In altre parole, il computer sta in qualche modo mutando
radicalmente il nostro senso dellunicità, della peculiarità, di ciò che vuol dire
essere un individuo. Tradizionalmente, i bambini negli anni della crescita concepivano
ciò che rende speciale lessere umano in contrapposizione a ciò che pensavano dei
loro immediati vicini, vale a dire gli animali domestici, i cagnolini e i gatti. Ciò che
distingueva gli uomini era la ragione, e perciò anche i bambini possedevano una sorta di
nozione aristotelica dellunicità delluomo in quanto animale razionale. Oggi i
vicini più prossimi dei bambini sono i computer, e gli uomini appaiono speciali perché
provano emozioni. Si passa dalla particolarità di essere animali razionali a quella di
essere macchine con una sfera emotiva. Mi pare che attualmente ci troviamo a questo punto,
e la nuova importanza assunta dai sentimenti e dalla spiritualità delluomo dimostra
che stiamo cercando di capire cosè che ci rende speciali in un mondo di macchine
intelligenti. Questo è, a mio avviso, un profondo effetto del computer sul modo in cui
concepiamo noi stessi". |
Indice puntate
|