26/04/99
Differenza di genere e tecnologia
|
|
Quando in casa si hanno problemi con apparecchi elettronici, dal video registratore
alla lavatrice, dall'impianto stereo al computer, si ricorre più spesso all'aiuto del
papà che non della mamma. Sono gli uomini di casa, infatti, ad avere tradizionalmente
maggiore dimestichezza con tutto ciò che è tecnologico. E questo perché l'universo
maschile è da sempre aperto alla meccanica, alla tecnica e all'informatica, essendo,
queste, aree di conoscenza spesso legate strettamente al mondo del lavoro fatto al di
fuori delle mura domestiche. Un mondo in cui le donne sono coinvolte appieno solo da pochi
decenni. Culturalmente spinte verso altro, infatti, le donne sono rimaste lontane dalla
tecnologia e, come risultato, oggi, sono quelle che hanno meno facilità d'approccio agli
strumenti tecnologici. Se però li usano, e sono soprattutto le donne giovani a farlo,
dimostrano la capacità di sviluppare un rapporto con la tecnologia secondo schemi molto
diversi da quelli maschili e, forse, più idonei a gestire il rapporto con le macchine con
maggiore ricchezza e creatività.
"La
differenziazione di genere nell'uso della tecnologia ha una dimensione essenziale -
secondo Paola Manacorda. Esistono
molti studi compiuti negli anni '80, proprio quando ha cominciato a diffondersi
l'informatica, che esprimevano, alla base, l'evidenza che le donne sono coloro che
maggiormente usano il Pc nell'ambiente di lavoro. Questo perché svolgono dei lavori
spesso di carattere esecutivo, di tipo segretariale, che richiedono l'utilizzo del Pc;
viceversa, usavano meno il computer in casa. Oppure, ancora, si evidenziava che la
facoltà di matematica è una facoltà fortemente femminilizzata e la facoltà di
ingegneria è una facoltà con scarsissima presenza femminile. Allora, sui motivi di
questa perdurante distanza delle donne dalla tecnologia sono stati compiuti molti studi e
riflessioni negli anni'80, sia di carattere economico-sociale (cioè le donne hanno
comunque minor reddito, minor titolo di studio e quindi minor motivazioni ed occasioni di
utilizzare questi strumenti), a spiegazioni molto innovative come quelle, per esempio, di
tipo psico-sociale fornite a metà degli anni '80 da Evelyn Fox Keller, che riguardano,
invece, il tipo di socializzazione che recentemente viene data alle donne, alle bambine,
che è più orientata verso il rapporto con le persone piuttosto che verso rapporto con
gli oggetti e la realtà fisica. Senza entrare in modo approfondito in questo dibattito
che è molto complesso e che ha dato risultati molto importanti, abbiamo potuto verificare
che questa distanza continua ad esserci, poiché le donne, nei diversi gruppi
caratterizzati dalla presenza femminile, pur dichiarando di tendere ad un risparmio di
tempo, pur dichiarando di usare il telefono per risparmiare tempo, non sembrano
individuare la stessa possibilità nell'uso del Pc; si tengono ancora abbastanza lontane
dal Pc, per non parlare di Internet, che sembra un oggetto ancora molto lontano".
Anche
Silvano Tagliagambe sottolinea
l'esistenza di una differenza di approccio alle tecnologie tra uomini e donne. Una
differenza che, secondo lui, può portare a degli arricchimenti notevoli. "Questa è
una domanda estremamente interessante perché oggi c'è una valorizzazione da parte delle
neuroscienze del valore cognitivo della componente emotiva. Si mette in risalto, negli
studi sul cervello - penso a quelli di Damasio per esempio - in che modo la capacità di
analizzare sia una componente puramente razionale e la capacità di prendere decisioni sia
fortemente legata alla componente emotiva. Da questo punto di vista il passaggio dalla
componente analitica, puramente razionale, di calcolo, alla capacità di utilizzare in
modo creativo le nuove tecnologie legandole a decisioni anche in contesti nuovi, richiede
una forte componente emotiva ed istintuale, che, tradizionalmente, viene riconosciuta
essere più presente nel cervello femminile che non in quello maschile. Da questo punto di
vista penso che il contributo delle donne, proprio per questo legame più stretto e
specifico con la dimensione emotiva in rapporto alle nuove tecnologie, possa essere
estremamente importante".
Questo è quindi un quadro delle teorie esistenti sulla differenza di genere nel
rapportarsi alle tecnologie. Resta da precisare, però, come questa differenziazione si
articola in funzione delle varie tecnologie considerate. "Mi sembra di poter capire -
sostiene ancora Paola Manacorda-
che la tecnologia alla quale noi facciamo riferimento non è una tecnologia uniforme, si
articola in almeno tre fasce. Esiste un tipo di tecnologia che consiste negli apparati: le
antenne paraboliche, lo stesso telefono cellulare, il decoder della Pay Tv che non
richiede nessuna interazione da parte dell'utente. Il telefono cellulare, praticamente,
non viene percepito come un servizio innovativo, ma come un apparato innovativo: si usa
come il telefono normale, salvo premere un tasto in più; non richiede nessun tipo di
apprendimento. L'antenna parabolica e il decoder, in realtà, non si vedono, funzionano da
soli. Una prima soglia è rappresentata dal Personal Computer, il quale richiede un
livello di interazione maggiore e un apprendimento maggiore. Per quanto riguarda questo
strumento le donne sembrano non avere né tempo, né voglia, particolarmente, di imparare,
salvo le più giovani. Il terzo livello è quello di Internet, che richiede ancora più
interattività; e richiede non solo di saper usare uno strumento, ma di saper usare,
addirittura, un intero sistema concettuale che è quello del browsing: dell'andare a
cercare le informazioni nella vastissima biblioteca costituita da Internet. Qui c'è una
prevalenza, non solo maschile, ma giovanile. E' interessante vedere che noi, adesso,
abbiamo solamente potuto sfiorare in superficie come agiscono i due fattori genere e
generazione nell'uso delle tecnologie, con l'ipotesi che, man mano che aumenta il grado di
interattività che questi apparati richiedono, la propensione sia più legata alla
generazione che al genere. Questa, però, è un'ipotesi tutta da verificare". |
Indice puntate
|