22/04/99
Tempo e spazio
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'Qui ed ora' sono le due coordinate che in un certo momento e in un certo luogo danno
la precisa descrizione della collocazione spazio-temporale di qualcosa o qualcuno.
Significa che definiscono con esattezza in quale luogo si trovano questo qualcosa o
qualcuno e in quale anno, mese, giorno o istante stanno avendo luogo. In generale sono
queste coordinate spazio-temporali che fissano la posizione di ogni persona o oggetto o
avvenimento in relazione al resto delle persone, degli oggetti o degli avvenimenti che
sono nel mondo. Oggi, però, che diventa sempre più comune ed efficace la comunicazione a
distanza, le posizioni di ciascuno di noi nel tempo e nello spazio, rispetto, poi, a
quelle di tutti gli altri, sono meno precise. Il telefono cellulare, la comunicazione via
Internet o quella in videoconferenza, ci permettono, per esempio, di essere virtualmente
presenti contemporaneamente in luoghi diversi. Insomma è come se il tempo e lo spazio, e
la relazione che esiste tra tempo e spazio, subissero delle insolite dilatazioni, così da
rendere sempre più complesso descrivere esattamente in quale luogo e tempo si sta
svolgendo il proprio agire.
Secondo Giuseppe Richeri, esperto di
comunicazione e di storia dei media "le nuove tecnologie di telecomunicazione offrono
la possibilità di combinare molto meglio dei luoghi, delle attività, dei modi di
comportamento che oggi sono separati in modo più rigido. Allora, per esempio, quando uno
va in treno non lavora; quando uno lavora, normalmente, non si sposta o non fa altre
attività. Oggi, per esempio, è possibile per molte persone con il Personal Computer
lavorare in treno oppure è possibile, mentre lavora, mantenere ed organizzare una serie
di altre attività attraverso il computer. Quindi, soprattutto per quello che riguarda il
rapporto spazio-tempo, c'è un processo, in parte di sostituzione, in parte di
combinazione molto più flessibile di quanto non sia successo prima. Sicuramente adesso è
ancora presto riuscire a creare delle nuove categorie o ritagliare delle nuove tipologie
di persone e di attività. Però è chiaro che c'è il fatto nuovo a cui noi ci troviamo
di fronte: è che le nuove tecnologie di comunicazione, in generale i mezzi ed i servizi
di telecomunicazione, non sono più un'innovazione settoriale, ma sono un'innovazione che
attraversa, trasversalmente, una grande quantità di attività, di luoghi, di professioni,
di atteggiamenti e di comportamenti.
E a questo proposito il parere di un filosofo della scienza, come Silvano Tagliagambe, può essere
senz'altro utile.
"Noi
siamo abituati a un tipo di visione nell'ambito del quale il tempo ha una prevalenza nei
confronti dello spazio, l'idea del progresso è fortemente selettiva, e in cui la nozione
di successione diacronica è quella determinante. Attraverso le nuove tecnologie si ha
un'estensione spaziale che ci permette di avere la possibilità di confrontarci con
culture diverse in tempo immediato; il tempo viene azzerato nel rapporto con culture che
sono molto lontane dalle nostre, con le quali prima il dialogo era molto difficile. Oggi
prevale l'estensione spaziale rispetto alla selettività temporale. In linguaggio tecnico
potremmo dire che è la rivincita del sincronico sul diacronico".
Il filosofo francese Paul Virilio
ha formulato a questo proposito una teoria precisa in cui il concetto centrale è quello
di 'tempo dell'immediatezza'.
"Ora l'interattività è, in un certo
senso, la nascita di un mondo unificato, di un mondo unico. Unito da che cosa? Dal tempo
reale, dall'immediatezza, dall'ubiquità, dall'istantaneità. Viviamo dunque un tempo
ineguagliabile, un tempo mondiale, che non trova equivalenti nel passato, se non nel tempo
astronomico. Tutta la storia delle società si fa nei tempi locali, di un paese, di una
regione. La storia di domani, la storia che oggi comincia, si fa in un tempo unico, il
tempo mondiale, il tempo dell'immediatezza, quello che si chiama "live",
"tempo reale". Questo comporta un trauma, a mio avviso. Il tempo reale, il tempo
mondiale ha il sopravvento sullo spazio reale, sullo spazio tempo locale, sullo
spazio-tempo della storia. Io penso che tutto questo sarà superato, ma, per ora, stiamo
entrando nel caos, nella confusione babelica. Credo che ci sia un enorme lavoro da fare
per tentare di conoscere questa situazione, con i suoi annessi e connessi. Per esempio, la
fine del dentro e del fuori è semplice disorientamento. L'uomo non sa più dov'è. Certo
è nello spazio reale, è "in", ma "dove"? Non è più nell' "hic
et nunc" non è più "in situ ", l'essere non è più "in situ,"
, non è più "hic et nunc", è qui e là al tempo stesso. A questo punto
comincia la confusione. Il vicino e il lontano si confondono". |
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