15/04/99
La velocità assoluta
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Il filosofo francese Paul Virilio,
in molti suoi saggi, parla di velocità assoluta
come di uno degli elementi che meglio riassumono le trasformazioni della contemporanea
società digitale. Velocità di spostamento, di comunicazione, di conoscenza, di
percezione e di pensiero sono le velocità che chiunque di noi vive quotidianamente.
Quello che infatti oggi è diventato velocissimo non è solo un viaggio da un estremo
allaltro della terra, ma anche e soprattutto la circolazione delle informazioni,
delle conoscenze, lo scambio di comunicazione. Dunque una velocità pervasiva, che
caratterizza ogni attività e che, soprattutto, modifica il modo stesso in cui si conosce
il mondo e si impara a scoprirlo.
Le società antiche vivevano in un tempo locale - sostiene il filosofo francese
Paul Virilio - il tempo passato, presente e futuro, il futuro della cronologia. Era il
tempo locale della geografia, delle città, e così via. Oggi cominciamo a vivere nel
tempo mondiale, nel tempo globale, e questo non è altro che il tempo live, è
listantaneità del feedback fra la trasmissione e la ricezione che favorisce
linterattività, linterazione, eccetera. [...] Il nostro è il mondo
dellaccelerazione assoluta; le società antiche acceleravano in modo relativo,
mettevano quattro cavalli al posto di due, aggiungevano vele alle navi, e così via. A
partire dallinvenzione della macchina a vapore, dellaviazione, dei treni a
grande velocità, degli aerei supersonici, la realtà è stata accelerata. Non è solo la
storia, ma la stessa realtà storica ad aver subito unaccelerazione. Come mai?
Perché si è passati dalla velocità locale e relativa dei trasporti, a quella globale e
assoluta delle trasmissioni, ossia a un impiego della velocità della luce nellagire
e nel percepire. E perciò evidente che in futuro non si potrà dar vita a una
politica mondiale, e lo dimostrano già i crack delle borse che fanno il giro del pianeta.
Non si è capaci di gestire linterattività del mercato, e di qui derivano
squilibri, effetti di feedback che non si riesce a controllare, neanche nei mercati
finanziari, per non parlare di altre dimensioni. Per questo credo che il nostro mondo
ormai al tramonto affidi al ventunesimo secolo il problema di uneconomia politica
della velocità.
Dunque un mondo interamente interconnesso in cui la velocità degli eventi e delle
reazioni a catena lega, in un certo senso, il mondo intero ad un destino comune. E in cui
però il destino comune potrebbe anche rivelarsi quello di una immobilità assoluta dovuta
proprio allincapacità di metabolizzare un mondo che va troppo veloce.
Lidea della fissità su scala mondiale è già oggi una delle minacce
ecologiche - afferma Virilio. Comè noto, ci sono due tipi di ecologie: luna
si occupa delle sostanze, e laltra delle distanze. Lecologia delle sostanze
tratta linquinamento della fauna, della flora, eccetera; lecologia delle
distanze affronta il problema dellinquinamento delle distanze ad opera di questa
velocità assoluta che ci risparmia lo spostamento, ma che ci paralizza e ci mette in una
situazione di inerzia, uninerzia definitiva. Temo per lavvenire il diffondersi
di un sentimento di reclusione nel mondo: non più in una prigione, come intendeva Michel
Foucault quando parlava di campi di reclusione, ma nel mondo stesso, ossia di un mondo
talmente accessibile, talmente déjà-vu, talmente già alla portata di tutti che i viaggi
non formeranno più la gioventù, e si avvertirà una sorta di claustrofobia dentro a
questo mondo. A cominciare da unaccelerazione, che potrebbe essere quella degli
aerei supersonici o quella delle telecomunicazioni interconnesse in diretta,
temo lavvento di un senso di claustrofobia globale, e come ho detto questa è una
delle grandi questioni ecologiche che riguardano le future generazioni. La terra è troppo
piccola per la velocità assoluta. |
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