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Rai Educational
14/04/99 

Archivi digitali

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Uno dei link presenti sull’Home Page di MediaMente è quello che porta alla biblioteca digitale. Questa dicitura indica l’archivio di tutte le nostre interviste ‘tradotto’ in bit. Qui i testi delle interviste sono catalogati per argomento o per autore, e archiviati, quindi, su supporto digitale anziché cartaceo, come accadeva in passato. Si tratta, quindi, di un esempio chiaro di cos’è un archivio digitale. E abbiamo parlato solo dei testi scritti. Ma lo stesso tipo di archiviazione ‘digitale’ si può fare con materiali audio e video, e proprio allora diventa ancora più utile e funzionale. Ma a cosa possono servire gli archivi digitali, quale utilità possono avere dal punto di vista della documentazione storica e soprattutto in quali ambiti possono essere davvero utili? Lo abbiamo chiesto a Mariella Guercio, archivista di Stato:

“Innanzitutto, può voler dire utilizzare le tecnologie dell'informazione e della comunicazione per la conservazione di sicurezza al fine di garantire l'integrità della documentazione prodotta. Certo, non si può pensare di mettere su supporto elettronico tutti i documenti storici che si conservano nei nostri Istituti, insomma si tratta di centinaia di chilometri di documentazione. Ma non c'è dubbio che alcune applicazioni in situazioni specifiche diano proprio un grande valore aggiunto sia alla documentazione medesima che all'utilizzo che di questa documentazione si può fare. Un’esperienza di grandissimo interesse, da questo punto di vista, proprio corretta sul piano tecnico e scientifico, è quella sviluppata dall'Archivio di Stato di Firenze, che ha deciso di mettere su supporto ottico il fondo mediceo, un fondo del ‘400 consultato da tutto il mondo, che oggi può essere addirittura consultato in rete e potrà essere diffuso su cd-rom. Consente addirittura in alcuni casi un miglioramento della qualità dell'immagine e quindi una eliminazione di alcune ombre, di alcuni elementi negativi che sull’originale impedivano una buona lettura, ma soprattutto evita il deterioramento nella consultazione di questo fondo preziosissimo che, appunto, deve essere trattato con grande cautela. L'informatica in questi casi è utilissima perché appunto è uno strumento di conservazione, ma anche uno strumento di disseminazione, di apertura, anche al grande pubblico, ma naturalmente al mondo dei ricercatori”.

Anche Ansaldo Giannarelli, Presidente dell'Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, può offrire una testimonianza di come l’archiviazione digitale abbia modificato il suo lavoro.

“L'archivio è una fondazione riconosciuta che ha come scopo la conservazione, la diffusione e la produzione anche di nuovi documenti audiovisivi riguardanti la storia del movimento operaio, la storia del lavoro, la storia anche dei movimenti internazionali per l'indipendenza dei popoli, cioè tutti quei fenomeni che trovano molto spesso poco posto nella informazione audiovisiva ufficiale e che quindi, nel corso del tempo, si autoproducono la loro immagine. Utilizza le tecnologie digitali sostanzialmente in tre modi: per conservare i documenti, per accedervi quindi attraverso i sistemi di catalogazione e per produrne di nuovi soprattutto nella fase del montaggio.[...] Tutte le informazioni che si riescono ad estrarre, diciamo così dall'esame dei documenti, possono essere organizzate in un modo per il quale la ricerca del documento in tutti i suoi aspetti e in tutte le sue implicazioni, in tutti i suoi contenuti e nei tanti livelli di informazione che un documento audiovisivo conserva, può essere più rapida e penetrante grazie a queste tecnologie”.

E per finire, ecco la testimonianza di Paolo Donati che è il Responsabile delle Teche Radio della Direzione Teche e Servizi Tematici Educativi della Rai, un’altra struttura il cui lavoro è ormai centrato sull’archiviazione digitale.

“Le audiovideoteche della RAI sono una direzione di recente costituzione che per la prima volta affronta la conservazione, la catalogazione e la documentazione di tutto il prodotto, sia di quello già in archivio, sia di quello che si va archiviando giorno per giorno, allo scopo, da un lato, di conservare e riutilizzare il patrimonio e dall'altro di metterlo a disposizione degli utenti, sia esterni che soprattutto interni, nel più breve tempo possibile. Si tratta, quindi, di favorire una produzione sempre più frenetica nei tempi ma che comunque ha bisogno di essere alimentata dai prodotti di archivio con gran precisione e con gran tempestività.[...] Oggi è possibile comprimere in spazi ridottissimi e soprattutto consultare in maniera molto veloce cose che prima richiedevano movimentazione di materiale molto faticosa, molto lenta e molto dispendiosa durante i lavori di produzione di programmi”.




 

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