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Rai Educational
06/04/99 

Scuola e nuove tecnologie

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“Cinquemila parabole per le scuole italiane. Con la televisione pubblica l’innovazione tecnologica entra nelle classi” Questo hanno titolato i giornali presentando l’accordo tra la Rai e il Ministero della pubblica istruzione per dotare 5000 scuole italiane dei sistemi di ricezione dei canali satellitari digitali. Parleremo di questa iniziativa con il ministro della Pubblica istruzione Luigi Berlinguer, al quale abbiamo chiesto di spiegarci qual è il significato complessivo di questa operazione.

Luigi Berlinguer“È molto importante che, attraverso questo strumento, si possa accedere ai programmi dei canali dedicati, dei canali satellitari. La Rai ha un canale satellitare in chiaro, cioè gratuito, dove ci sono almeno due programmi importanti, che si svolge in certe ore del mattino e del pomeriggio: uno è “Scuola in diretta” prodotto dagli stessi studenti in collaborazione con la Rai, e l'altro è “Mosaico” che è un archivio, un insieme di documenti - 3500 titoli di prodotti multimediali - attraverso i quali noi possiamo arricchire la dotazione delle scuole perché le scuole possono richiedere, “on demand” questi prodotti che vengono loro inviati attraverso appunto la telematica. Ed è molto importante il rapporto che, con queste antenne, il sistema televisivo può creare con Internet perché questo favorisce la cosiddetta “interattività”, cioè il fatto che non ci si siede in poltrona a vedere un programma televisivo e si ascolta e si vede e basta, ma si può colloquiare. Questo consente al mondo della scuola, ai diversi gruppi di studenti o di docenti, di interloquire e di comunicare”.

A cominciare dalla ricezione dei canali satellitari, dunque, la scuola si apre a nuovi strumenti interattivi e multimediali, che offrono davvero grandi e nuove opportunità a chi, oggi, in questi anni, inizia il suo percorso scolastico.

“Vedo nell’affiancare il mezzo tecnico all’attività ordinaria un’opportunità molto grande che si svolge a scuola e vorrei insistere sul termine “affiancare” perché per noi il libro resta lo strumento principale, la classe o il rapporto diretto tra docenti e discenti restano lo strumento principale. Però oggi questo si può arricchire notevolmente grazie a tutte queste nuove tecniche. [...] Le potenzialità sono molto grandi ma la cosa che mi interessa di più è che tutto questo educa al multimediale, forma delle nuove conoscenze tecniche di cui non si può fare a meno. Mi ricordo quando ero ragazzo, studente, mio padre mi consigliò di imparare a scrivere a macchina. I miei compagni di scuola non lo facevano e si mettevano a ridere e mi dicevano: “Che bisogno c’è? Noi studiamo con la penna”. Mi sono ritrovato questo vantaggio di aver imparato a scrivere a macchina. Poiché studiavo il latino e il greco, potevo anche avere in odio la tecnologia, ma non è stato così. L'idea di avere un approccio a questi strumenti arricchisce. Oggi nessun professionista, fino a una certa età, nessun operatore è in grado di svolgere il suo lavoro se non ha dimestichezza col computer. Ecco, se non riusciamo a far capire alla scuola che assieme all'apprendimento della matematica, della letteratura, delle lingue, della fisica, della chimica, bisogna anche avere dimestichezza con le tecnologie, noi faremo uscire dalla scuola dei ragazzi mutilati; quindi, per questo, la scuola è aperta alle novità”.

La scuola, quindi, deve riuscire a fornire agli studenti le opportunità di imparare tutto quello che oggi viene richiesto loro al termine del ciclo dell’obbligo. Di una formazione anche tecnologico-informatica non si può fare a meno ed è a scuola che si deve ricevere. Ma le scuole si dotano di computer e altri strumenti informatici e poi, molto spesso, si verificano impensate situazioni di immobilità dovute alla difficoltà di manutenzione di queste macchine ed all’assenza totale, nelle strutture scolastiche, di assistenza specializzata. Come ovviare, allora, a questa ulteriore difficoltà che spesso ostacola l’informatizzazione della scuola?

“Noi stiamo aumentando le dotazioni delle scuole. All’inizio, queste dotazioni sono servite per comprare hardware. Adesso, siccome ne arriveranno altrettante, mi auguro, anzi, che crescano, una parte di queste serviranno per la manutenzione. Poi abbiamo introdotto un'altra norma, cioè che le scuole si possono rivolgere anche ad operatori privati per determinate funzioni: per esempio, una scuola ‘intelligente’ potrebbe stipulare un accordo con la società di produzione o di manutenzione dei computer e, quindi, avere un servizio intanto in supplenza del fatto che non c’è personale all'interno. Quindi lo snellimento che stiamo proponendo, che ancora non è giunto al suo risultato finale, potrà consentire di avere, non soltanto l'hardware, ma anche tutte le operazioni per farlo funzionare”.




 

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