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Immagini - Servizio del 05/03/99 

Breve storia del cartone animato digitale

di Maria Grazia Mattei

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di Michele Alberico


AnimazioniI film d’animazione usciti recentemente nelle sale cinematografiche sono realizzati in gran parte con il computer. Ma alle spalle di questi nuovi cartoni animati c'è una lunga storia e degli elementi di continuità con la tradizione.

Abbiamo chiesto a Carlo Montanaro, storico del cinema d’animazione, da dove nasce il linguaggio dei cartoni e quali sono gli elementi di continuità tra i recenti cartoni realizzati con il computer, con il 3D, e il cinema di animazione delle origini: "Alla radice di questi nuovi linguaggi c'è il ritmo cinematografico. Nel periodo in cui esisteva l'astrattismo nella pittura il cinema d’animazione ha cercato di aggiungere il tempo all'inquadratura di ogni quadro, di ogni segno grafico. E questo tempo era in realtà basato su dei discorsi armonici, quindi musicali, come indicano i titoli di alcune opere di quel periodo - "studi", "opus", "simphony"-, anche se la musica ancora non c'era, o poteva essere solo suonata dal vivo.Carlo Montanaro
Quando finalmente il cinema poi adotta il suono si fa avanti un'avanguardia molto più consapevole. Ed ecco che con Oskar Rishinger ed altri personaggi, si presenta la possibilità di sincronizzare le immagini e la musica, semplicemente con il pennello che dipinge direttamente sulla pellicola. Credo che questo sia il nucleo che poi ha fatto iniziare tutto quello che accade oggi, dove musica e immagine, entrambe sintetiche, possono continuare ad interagire per approfondire tutta una serie di elementi espressivi".

Abbiamo approfondito l’importanza del ritmo, descrivendone il valore essenziale nell'animazione d'avanguardia, nelle prime sperimentazioni. Tuttavia per capire da vicino come è possibile coniugare nuove tecnologie e ‘tradizione’,animazione classica, tentiamo di analizzare un recente prodotto del cinema di animazione italiano: "La Gabbianella e il Gatto".

La Gabbianella e il GattoLa Gabbianella e il Gatto, secondo lungometraggio animato del regista Enzo D'Alò - già autore de "La Freccia Azzurra" - si è rivelato un vero e proprio successo italiano nel campo dell'animazione, in una stagione letteralmente invasa dalle grandi produzioni Usa realizzate con tecniche informatiche sofisticatissime. E' forse proprio l 'aspetto 'artigianale', oltre al fascino del racconto e dei personaggi, che ha conquistato il pubblico. Eppure, dietro questa apparenza ‘naive’ si nasconde un'anima informatica come ci racconta lo stesso D'Alò: "Utilizzare l'informatica nell’animazione è diventata quasi una necessità perché permette di ampliare molto le mie scelte registiche. Lavorare con l'informatica aumenta notevolmente le possibilità espressive. Nell'animazione tradizionale si potevano sovrapporre fino a 4-5-6 livelli di acetato e quindi di conseguenza non si poteva mettere in sovrapposizione più di 5 o 6 disegni. Con l'informatica i livelli diventano infiniti e quindi posso costruire un'azione anche molto complicata dando a ogni personaggio un livello diverso. Inoltre gli stessi movimenti macchina sono automatizzati. Grazie all'informatica posso muovere la macchina con continuità, con piccoli e costanti movimenti. Questo nel cinema d'animazione tradizionale costituiva un grosso problema perché era un enorme lavoro di ripresa quello di spostare lentamente e impercettibilmente ogni fotogramma. Attraverso l’informatica è possibile vedere in tempo reale i movimenti delle scene, vedere le scene stesse ed effettuare un controllo prima che le scene vengano scaricate su pellicola". La Gabbianella e il Gatto

La "Gabbianella", prodotta dalla società Lanterna Magica di Enzo D'Alò e dalla Cecchi Gori, ha impiegato, nei due anni di lavorazione, 300 tra artisti e tecnici, che hanno creato 1260 scenografie e consumato due tir di matite per realizzare i 220.000 disegni necessari ad animare i 75 minuti del cartoon. Il film è stato realizzato dalla Tip Toe, per la parte grafica, diciamo 'tradizionale' e da Cartoonia per la parte informatica che riguarda la coloritura dei personaggi e delle scene, le riprese, gli effetti speciali, l'animazione finale e il montaggio. Marco Massa di Cartoonia ci spiega come sono state utilizzate queste nuove tecnologie: "Il parco macchine informatico di Cartoonia lavora principalmente su Silicon Graphics, computer creati appositamente per la grafica. La prima fase ‘informatica’ del film è quella della scannerizzazione al computer dei personaggi e delle scenografie realizzati a mano dai disegnatori. Una volta scansionati, tutti i disegni vengono poi mandati in rete agli altri calcolatori per la coloritura. I vari personaggi colorati, le scenografie, le ombre, i vari effetti, confluiscono nella parte di controllo finale, dopodiché si costruisce la scena secondo il linguaggio del montaggio cinematografico. Si creano i movimenti camera, gli effetti speciali, si costruiscono l'insieme delle scenografie e vari personaggi vengono resi tridimensionali grazie all'uso delle ombre, delle luci".

La Gabbianella e il Gatto

Lo stesso regista Enzo D'Alò descrive come ha cercato di utilizzare correttamente gli strumenti tecnologici a sua disposizione: "L'uso del computer, pur essendo fondamentale nella realizzazione del cartone, non traspare nella sua resa finale ed è ancora meno evidente l'impiego delle tecniche tridimensionali, che hanno reso più efficaci alcune scene ma sono state volutamente 'nascoste'.

La Gabbianella e il Gatto

Ne "La Gabbianella e il Gatto" ci sono diverse scene realizzate con la modellizzazione tridimensionale. Ad esempio, la sequenza delle due navi che si scontrano è praticamente impossibile da designare a mano senza far vibrare tutti i segni. Però non se ne accorge nessuno perché io cerco sempre di nasconderlo, cerco sempre di uniformare la pasta del 3D con quella di tutto il resto del film. Credo che gli effetti speciali servano per raccontare delle storie e non debbano mai diventare il fine del film. La Gabbianella e il GattoQuindi, a maggior ragione, nascondo gli effetti speciali perché restino semplicemente al servizio della storia, senza prendere mai troppo spazio o diventare ingombranti."

di Margherita Mearelli

La Gabbianella è un esempio di come l’uso del computer, in maniera “controllata”, possa giovare alla realizzazione di un cartone. Facciamo però ancora un salto nel passato insieme a Carlo Montanaro per sapere come veniva utilizzato il computer alle origini del cinema d’animazione: "Si può affermare che la sperimentazione col computer nel campo dell’animazione sia stata inventata quando ancora il computer praticamente non esisteva o quasi. I fratelli Whitney nelle loro prime sperimentazioni utilizzavano lo schermo di un radar di un carro armato: un'apparecchiatura recuperata da una discarica militare. Manipolando i segnali classici del radar i due fratelli riuscivano a coordinare le immagini in movimento alla musica. Questo esperimento porterà prima ad una collaborazione con i laboratori dell'Ibm e poi ad una serie di sperimentazioni con alcune università. Fino ad arrivare al punto in cui John Whitney, che purtroppo è recentemente scomparso, riesce a creare un programma interattivo che permette addirittura di far combaciare perfettamente immagine e suono attraverso una sorta di automatismo".

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